5 vaccinazioni del gatto che tutti dovrebbero conoscere
Perché le vaccinazioni del gatto sono così importanti? E, soprattutto, quali dovremmo assolutamente conoscere per il bene di Micio?
I gatti hanno nove vite, o almeno è ciò che si dice. In realtà non è esattamente così ed è per questo che dobbiamo fare di tutto per proteggerli con i giusti strumenti. Tra questi ci sono proprio le vaccinazioni del gatto.
Il vaccino è una soluzione che contiene piccole parti di virus o batteri modificati o resi inattivi, che si inietta al Micio allo scopo di stimolare il suo sistema immunitario per produrre gli anticorpi. Una cosa importantissima, considerato che dopo l’allattamento il gatto non riceve più gli anticorpi dal latte materno. Ha bisogno di un aiuto contro malattie anche molto gravi!
Di vaccinazioni del gatto ne esistono diverse, alcune obbligatorie mentre altre no e richieste appositamente in casi specifici. Si inizia a somministrarle ai gattini, per poi proseguire con i richiami programmati dal veterinario. Scopriamo nel dettaglio quali sono le più importanti.
Panleucopenia felina
Come anticipato, alcune vaccinazioni del gatto sono obbligatorie e per l’esattezza tre (il cosiddetto vaccino trivalente): panleucopenia felina (parvovirus felino), rinotrachetite infettiva felina (herpesvirus felino) e calicivirosi (calicivirus felino). Tutti i gatti dovrebbero fare queste vaccinazioni perché si tratta di malattie altamente contagiose e talvolta mortali.
La panleucopenia felina è provocata da un virus che si chiama parvovirus ed è conosciuta anche con il nome di gastroenterite infettiva. Si tratta di una malattia molto pericolosa, soprattutto per i gattini piccoli nei quali causa un alto tasso di mortalità. Il parvovirus si trasmette principalmente tramite il contatto diretto con feci di animali infetti o altri fluidi corporei e la sua pericolosità si deve al fatto che riesce a sopravvivere all’esterno dell’ospite anche per un intero anno.
Insomma, il gatto può prendere il virus in qualsiasi momento soprattutto se ha la possibilità di uscire fuori da casa entrando a contatto con animali non controllati. La panleucopenia è molto comune nei gatti e provoca una drastica riduzione dei globuli bianchi (o leucociti). Quindi ne indebolisce il sistema immunitario, privandolo delle difese che normalmente gli consentirebbero di fronteggiare infezioni e altre malattie.
Herpesvirus felino
Tra le vaccinazioni obbligatorie per il gatto c’è quella contro l’herpesvirus felino, che provoca la rinotracheite infettiva. Si tratta di una patologia piuttosto aggressiva che colpisce le vie respiratorie, infettandole e causando molti problemi. All’apparenza potrebbe sembrare un semplice raffreddore, per via di sintomi come lacrimazione o perdita di fluidi dal naso, ma in realtà è altamente contagiosa e può degenerare in problemi molto più seri.
La buona notizia è che l’herpesvirus felino non è molto resistente nell’ambiente esterno, specialmente quando le temperature sono molto alte, e inoltre si può facilmente eliminare tramite l’uso di comuni disinfettanti. Quella cattiva è che ha un elevatissimo tasso di contagiosità, soprattutto in ambienti dove vivono molti gatti ed è comune il contatto diretto con saliva, secrezioni nasali e oculari. Anche condividere la ciotola della pappa può favorire il contagio.
Calicivirus felino
Completa la cosiddetta “trivalente” la vaccinazione del gatto contro il calicivirus, che provoca la calicivirosi, un’altra malattia che attacca il sistema respiratorio dei gatti . Il contagio avviene mediante il contatto diretto con saliva e secrezioni di animali infetti, anche con i semplici starnuti (che tra l’altro sono uno dei sintomi). C’è chi ipotizza che il virus si possa trasmettere anche tramite urina e feci infette. Rispetto all’herpesvirus, il calicivirus è molto più resistente nell’ambiente esterno, specialmente in climi umidi.
In più il calicivirus non si può eliminare con i comuni disinfettanti e, come se non bastasse, la maggior parte dei gatti che prendono l’infezione restano portatori del virus per tutta la vita. Esistono diversi ceppi di calicivirus e molti non attaccano solo le vie respiratorie ma anche intestino e sistema muscolo-scheletrico.
Leucemia felina (FeLV)
Chiunque abbia un gatto ha sentito parlare della famigerata leucemia felina, abbreviata spesso con la sigla FeLV. La vaccinazione contro questa malattia non è obbligatoria, ma molto importante per i gatti che stanno a contatto con animali potenzialmente infetti. Vale a dire che si rende necessaria per il Micio che esce in strada o in giardino come per quelli che vivono in colonia e in determinate zone.
Spesso ne sentiamo parlare in associazione a un’altra malattia chiamata FIV, che però dipende da un altro virus che provoca la cosiddetta sindrome dell’immunodeficienza felina. Per molti versi le sue malattie hanno sintomi simili e possono essere trasmesse entrambe tramite il contatto diretto con un morso, quindi con la saliva di un micio infetto. La differenza è che la FeLV si trasmette anche con secrezioni nasali, urina e feci. Perfino la mamma gatta può infettare i gattini mediante il suo latte.
Il virus della leucemia felina è subdolo, oltre che pericoloso. Pensate che può restare dormiente anche per molto tempo nell’organismo del gatto senza mostrare alcun sintomo nella fase iniziale. In sostanza il gatto potrebbe essere contagioso a nostra totale insaputa! Il virus FeLV provoca una grande varietà di sintomi a seconda delle cellule interessate dall’attività del virus. Si va dall’anemia alla malattia intestinale infiammatoria, da tumori come linfoma o leucemia fino a problemi riproduttivi, infezioni secondarie, infezioni respiratorie croniche e gengiviti.
Tra le vaccinazioni del gatto non esiste attualmente quella contro la FIV.
Rabbia
In Italia non è tra le vaccinazioni obbligatorie per il gatto (a eccezione della Sardegna), ma la rabbia è una malattia potenzialmente letale e molto pericolosa, anche per noi esseri umani. Tecnicamente si chiama rabbia silvestre ed è una malattia infettiva acuta causata da un virus che colpisce il sistema nervoso dell’animale. Questo virus si trasmette mediante la saliva del gatto o di un altro animale infetto e bastano un morso o un graffio: se entra a contatto con le mucose, il contagio è inevitabile.
Il gatto con la rabbia manifesta dei sintomi ben precisi, primi fra tutti dei cambiamenti nel comportamento apparentemente inspiegabili. Anche il Micio più buono e coccolone che ci sia, una volta contagiato diventa aggressivo nei confronti di tutti, anche del padroncino, e manifesta difficoltà di deambulazione fino alla paralisi e, infine, alla morte.
La prevenzione è l’unica arma che abbiamo a disposizione contro la rabbia, perché attualmente non esiste una cura né per i gatti né per noi esseri umani. Ed è per questo che è importantissimo fare la vaccinazione antirabbica quando il veterinario lo ritenga opportuno, anche se non è obbligatoria.