Vaccinazioni al gatto: quali sono, quando farle e perché sono essenziali
Le vaccinazioni al gatto sono necessarie? La risposta è sì. Al netto di falsi miti che circolano in rete o su piattaforme non riconosciute dalla comunità scientifica, un micio che si sottopone ai vaccini risulta protetto da una serie di patologie e di malattie infettive che potrebbero influire pesantemente sulla qualità della sua vita, sino a causarne, addirittura, la morte. Non vaccinare Miao significa, dunque, sottoporlo a rischi molto gravi e dalle conseguenze non preventivabili.
È un percorso che si può programmare in anticipo, senza affanni o scadenze da rispettare in extremis, anche grazie all’ausilio del veterinario di fiducia che può indicare le tempistiche più opportune anche in base alle caratteristiche di razza del felino ed eventuali pregressi clinici. Inoltre, per le prime settimane di vita, il gattino può contare sulla naturale protezione del latte materno che, tra le altre cose, gli fornisce gli anticorpi necessari per arrivare alla fase di svezzamento.
Quali sono le vaccinazioni da fare
Bisogna fare una distinzione necessaria all’interno del novero delle vaccinazioni al gatto previste dal protocollo sanitario. Così da sapere cosa è prioritario e cosa non lo è.
Da un lato abbiamo, infatti, le vaccinazioni obbligatorie, che sono tre e vengono anche conosciute con l’unico nome di trivalente. Dall’altro, invece, le vaccinazioni facoltative che possono essere consigliate dallo specialista ma non comportano alcun obbligo.
Vaccinazioni obbligatorie
Le vaccinazioni obbligatorie per il gatto sono tre e corrispondono, come già detto in precedenza, al nome di trivalente. Esse proteggono il micio da altrettante malattie
caratterizzate dalla facilità di trasmissione e da un alto grado di pericolosità. E sono:
- Rinotracheite felina (anche nota come herpesvirus del gatto);
- Calicivirosi;
- Panleucopenia.
Seguiamo le indicazioni di chi ha una laurea in veterinaria e non ricorriamo al fai da te, né tantomeno dobbiamo sentirci infallibili. Un errore in queste fasi particolarmente delicate può compromettere in maniera permanente la salute del nostro amico a quattro zampe.
Rinotracheite
È una delle malattie più pericolose per i gatti, specialmente i più piccoli, di cui è responsabile l’herpesvirus del gatto o FHV-1. Solitamente si trasmette con le secrezioni, per via dell’abitudine dei nostri amici a quattro zampe di annusarsi, ed è molto contagiosa.
Attacca solitamente le vie respiratorie, riduce in maniera notevole le difese immunitarie e provoca la leucemia. Ecco perché non si possono correre rischi. Alcuni sintomi tipici sono la congiuntivite, con lo scolo degli occhi e del naso, ulcere corneali, tosse, inappetenza, febbre, difficoltà di respirazione.
Calicivirosi
Tra le vaccinazioni al gatto obbligatorie c’è anche quella contro la calicivirosi. Si tratta di una malattia causata da un microrganismo chiamato calicivirus, viene trasmessa anche in questo caso attraverso le secrezioni e colpisce le prime vie respiratorie. Tra i sintomi più comuni vi sono ulcere ed escoriazioni del cavo orale che possono essere così dolorose da indurre Miao a smettere di mangiare, con un conseguente indebolimento dell’organismo.
Altri sintomi sono la diarrea, la salivazione eccessiva, la febbre e in alcuni casi anche la congiuntivite e lo scolo del naso. Particolarmente difficile da affrontare, per i gatti appena nati e per quelli più anziani, così come per quelli con difese immunitarie particolarmente basse, può risultare fatale.
Panleucopenia
Terzo vaccino obbligatorio è quello contro la panleucopenia. Questa patologia, nota anche come gastroenterite virale, non è altro se non un’infezione provocata dalla presenza del parvovirus, che colpisce l’intero organismo del micio. I sintomi più comuni sono quelli che riguardano l’apparato gastrointestinale.
Tutt’altro che rare sono manifestazioni quali il vomito, la febbre, l’inappetenza, la disidratazione, oltre a un generale indebolimento del sistema immunitario che può comportare seri problemi per la salute del gattino. A correre i maggiori rischi, in caso di mancata vaccinazione, sono i cuccioli e i mici con difese immunitarie non ancora abbastanza stabili.
Vaccinazioni facoltative
Se le malattie appena analizzate sono tra quelle che vengono contrastate grazie all’ausilio delle vaccinazioni al gatto obbligatorie, ce ne sono altre per le quali non sono previsti obblighi ma per cui è comunque opportuno confrontarsi con il veterinario di fiducia così da studiare un percorso specifico in base alle esigenze del nostro amico a quattro zampe. Ecco un elenco:
- Leucemia felina (FeLV), che a oggi risulta essere la patologia con il più alto tasso di mortalità tra i gatti;
- Peritonite infettiva felina (FIP);
- Rabbia, per la quale in Sardegna è stato comunque reso obbligatorio il vaccino.
Discorso a parte merita la FIV, altrimenti nota come immunodeficienza felina, che funziona in maniera simile all’HIV che colpisce gli esseri umani e per la quale al momento non è disponibile alcun vaccino.
Quando vaccinare il gatto
Quindi, come abbiamo visto, le vaccinazioni sono fondamentali per tutelare la salute del gatto. Anche perché a partire dalla settima settimana lo ‘scudo’ garantito dal latte materno comincia a perdere la sua efficacia. Innanzitutto perché il prezioso nutriente prodotto dalla madre comincia a esserlo via via sempre meno e poi anche perché il sistema immunitario del cucciolo è ancora poco sviluppato e non adeguatamente protetto.
È questo il momento di iniziare con i vaccini. A tal proposito va smentito un falso mito: i gatti che risiedono in una casa, o comunque in luoghi frequentati da esseri umani in grado di accudirli, non sono meno esposti rispetto a quelli che vivono al di fuori di ambienti domestici. Quindi i vaccini sono importanti a prescindere dal luogo in cui Miao passa buona parte della sua esistenza.
Prima di iniziare con il primo ciclo, è opportuno rivolgersi al proprio veterinario di fiducia così da fissare un percorso preciso, anche per non rendere l’esperienza particolarmente traumatica per il nostro amico a quattro zampe.
La prima vaccinazione
Il momento giusto per cominciare le vaccinazioni al gatto, dunque, arriva dopo la settima settimana. Quindi, per non correre rischi e non protrarre l’attesa troppo a lungo, il primo vaccino potrebbe essere fatto tra l’ottava e la decima settimana di vita, periodo che peraltro coincide con l’inizio dello svezzamento.
Il percorso da svolgere sarà diverso per ogni micetto, molto dipenderà dalle indicazioni del veterinario di fiducia che valuterà anche in base allo stato di salute del nostro amico a quattro zampe, dall’habitat in cui solitamente vive, dalle caratteristiche di razza e da altri fattori variabili che potranno indurre il medico a consigliare di limitarsi alle sole vaccinazioni obbligatorie oppure di integrare queste con alcune di quelle facoltative.
I richiami sono importanti
Un aspetto fondamentale che caratterizza le vaccinazioni sono i cosiddetti richiami. Questi permettono al vaccino di trovare continuità rispetto al primo ciclo e di essere realmente efficace nella protezione del micetto. Dal richiamo, di fatto, dipende l’efficacia dell’intero ciclo di vaccinazioni, ecco perché è necessario rispettare le scadenze e non trascurare alcun aspetto.
Un gatto appena vaccinato non è protetto, inoltre saltare un solo richiamo costringerà Miao a ricominciare da capo. Di solito, va effettuato entro quindici giorni, oppure entro un mese, dalla prima somministrazione. Dopodiché le vaccinazioni verranno svolte a cadenza annuale.
Il libretto delle vaccinazioni
Le varie vaccinazioni al gatto verranno registrate in un apposito libretto che servirà per tenere la ‘contabilità’ del percorso seguito dal micetto. Si tratta di una sorta di cartella clinica che deve accompagnarlo in qualsiasi spostamento, comprese le visite dal veterinario di fiducia e i viaggi.
Si tratta, infatti, di una documentazione riconosciuta dalla legge per via delle informazioni sanitarie sull’animale contenute al suo interno che non riguardano solo i vaccini, con i relativi richiami, ma anche eventuali interventi effettuati in ambito veterinario, dall’applicazione di antiparassitari a eventuali operazioni chirurgiche. Insomma, una sorta di patente della salute a garanzia del gatto e anche di chi amorevolmente lo accudisce giorno dopo giorno.