Un rifugio per gatti è indagato per aver usato il congelamento di animali vivi come forma di eutanasia
Una dipendente ha smesso di lavorare nel rifugio perchè non riusciva a sottostare a queste regole e ha raccontato tutto alle autorità
Le autorità statinitensi stanno indagando su un rifugio che uccide i gattini congelandoli, utilizzando questo metodo come alternativa alle forme accettate di eutanasia.
Bridget Wooson ha smesso di lavorare allo Spencer County Animal Shelter e ha parlato e raccontato il fatto crudele con le autorità. Tutto questo perchè un ufficiale del controllo degli animali le ha chiesto di mettere dei gattini gravemente feriti, ma vivi, in un sacchetto di plastica e poi in un congelatore. Per far si che muoiano congelati a causa delle basse temperature. L’ufficiale sosteneva fosse una pratica comune ed accettata.
“Dovevo fare qualcosa”, ha detto Woodson. “Sono molto preoccupata per gli animali. Se questo è ritenuto accettabile e nessuno è ritenuto responsabile, cos’altro ci sarà dietro, tra le cose che non si dicono?”
Wooson ha condiviso con un giornale locale uno screenshot. Si vedeva lo scambio di messaggi tra lei e l’ufficiale di controllo degli animali, in cui le diceva quest’orrore. Durante la conversazione, Woodson ha sottolineato che l’agente gli ha detto che “il congelamento non è meno umano” dell’eutanasia fatta da un veterinario.
L’agente non ha risposto più risposto ai messaggi della donna. Il “congelamento lento o il raffreddamento degli animali senza anestesia” non è una forma accettata di eutanasia. Ovviamente. Questo secondo le linee guida sull’eutanasia animale dell’American Veterinary Medical Association.
Gli avvocati dello Spencer County Animal Control Board hanno rilasciato una dichiarazione alla TV. Affermano che “il consiglio riconosce che le azioni che hanno avuto luogo sono fondamentalmente contrarie” alla sua missione di fornire cure umane e attenzioni agli animali. “In risposta, il consiglio ha rivisto attentamente le sue politiche e ha adottato nuove linee guida e procedure per affrontare queste azioni inaccettabili”, si legge nella dichiarazione.
“È l’unico rifugio per gatti in questa città e in molte città circostanti. Non voglio che si chiuda“, ha detto Woodson. “Penso solo che le regole e le politiche debbano cambiare. Vorrei che l’attenzione fosse volta in modo assoluto al benessere dell’animale, anche se arrivano in condizioni critiche. So che all’interno della struttura ci sono tante persone valide e di cuore, non vorrei mai che la parte negativa prendesse il sopravvento”
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