Un attore ucraino entra negli edifici bombardati ad Irpin per salvare i gatti randagi
Lo hanno soprannominato un "supereroe del nostro tempo", riesce a salvare dai 20 ai 30 gatti randagi spaventati ogni giorno
Un attore ucraino ha fatto parlare di sé grazie ad un bellissimo gesto. Ha salvato i gatti randagi a Irpin, una città devastata dalle conseguenze degli attacchi russi.
Si tratta di Alexei Surovtsev, un attore noto anche per aver partecipato a diversi reality show del suo Paese come Ballando con le stelle e Masterchef. Ma è noto a tutti anche il suo grande amore per gli animali, i gatti in particolare.
Sui suoi profili social, ha mostrato il suo grande coraggio. Entra in edifici danneggiati dalle bombe e dalle fiamme, per liberare dei gattini rimasti bloccati dentro. Li recupera, li porta al sicuro e si prende cura di loro, nutrendoli e coccolandoli.
In alcune storie pubblicate sul suo profilo Instagram, si possono sentire anche degli spari in sottofondo mentre Surovtsev si aggira tra le strade della devastata Irpin. Anche la sua casa è danneggiata dai bombardamenti.
In un recente video su Instagram, l’attore ha affermato di voler uscire e aiutare gli animali randagi quasi ogni giorno. Spesso riesce a tirare fuori da aree pericolose dai 20 ai 30 gatti randagi o smarriti al giorno. Ci sono moltissime foto di lui insieme a loro, in cui traspare tutto l’amore che ha per quei piccoli pelosi sfortunati.
La città di Irpin è quasi completamente rasa al suolo. Passeggiare per le strade fa paura ed anche gli animali sono terrorizzati. Molto spesso infatti non sono realmente bloccati all’interno delle abitazioni, ma sono immobilizzati dalla paura, a causa dei fortissimi rumori di bombe e sirene che si sentono di continuo. Pare oltre il 50% degli edifici abbia subito gravi danni.
Surovtsev in diversi commenti lo hanno soprannominato un “supereroe del nostro tempo“. E sono tantissime le persone che lo hanno ringraziato per i suoi sforzi e per il suo coraggio. I gattini salvati, se sono di proprietà vengono riportati dalle loro famiglie, altrimenti raggiungono i rifugi di altri Paesi dove possono essere al sicuro.
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