Tre gattini con ipoplasia cerbellare abbandonati a loro stessi, ora hanno una nuova casa
Li hanno abbandonati come se fossero degli oggetti di cui sbarazzarsi..
Questi gattini avevano una bruttissima malattia che deve essere monitorata, curata e, di certo, gettarli in mezzo a duna strada come se fossero delle vecchie scarpe non è stata una buona idea. I loro ex proprietari non ci hanno pensato due volte a sbarazzarsi di loro nella maniera più semplice, lasciandoli soli e spaventati. Erano talmente piccoli che sicuramente non ce l’avrebbero fatta a superare anche una notta in quelle condizioni con una patologia così importante e ingravescente.
Avevano un estremo bisogno di aiuto e, fortunatamente, qualcuno si rese conto che erano lì. E, in un batter d’occhio, li portarono via dalla strada, luogo che sarebbe presto diventato la loro tomba. Andiamo a vedere come gli hanno salvato la vita.
Lo scorso agosto delle volontarie che operano nella zona del riminese si sono recate nella zona indicata da una chiamata di soccorso. Quando arrivarono videro tre gattini dolcissimi ma che, evidentemente, non stavano molto bene. Ecco perché, in pochissimo tempo, li prepararono e li portarono in una clinica veterinaria convenzionata con la struttura con la quale collaborano.
Qui, la sentenza che fece venire i brividi a tutti; ipoplasia cerbellare felina. Insomma, i tre gattini erano gravemente malati e qualcuno doveva prendersi cura di loro. L’ipoplasia cerbellare è un disturbo neurologico che porta l’animale a barcollare. Ma può comunque vivere una vita normale, come spiega il veterinario Giuseppe Montanari, che ha provveduto alle cure e alle vaccinazioni. “Il gatto quando si agita, lo sottoponi a stimoli particolari, inizia un po’ a ciondolare. Per farvi capire, è come il nostro morbo di Parkinson. Possono comunque vivere una vita normale, ovviamente in casa, fuori non possono stare”.
Iniziarono a cercare in lungo e in largo per tutta Italia qualcuno che si potesse prendere cura di loro. E fortunatamente, in breve tempo lo trovarono. Lino, uno dei tre gattini è arrivato fino a San Vito, da una signora dolce che lo adora. Mentre gli altri due fratellini sono stati dati in adozione ad un’altra signora della zona. Insomma, questa storia ha il giusto lieto fine.