Tommasino il gattino più ricco d’Italia e del mondo; la sua storia (VIDEO)
A volte l’amore per il proprio gatto è così incredibilmente forte che si farebbe di tutto pur di farli star bene; è il caso di Tommasino il gattino più ricco del mondo. Il peloso ha infatti ereditato una fortuna pari a dieci milioni di euro.
Nel 2011 l’Italia e tutto il mondo sono rimasti stupiti dalla scelta di una donna, padrona di un gatto randagio adottato, la quale avrebbe lasciato il suo patrimonio al felino. Ci sono 10 cose da sapere se vuoi adottare un gatto randagio. Questa, infatti, è la storia di Tommasino il gattino più ricco del mondo, unico erede di un patrimonio stimato per milioni di euro. La padrona, Assunta C. nata nel 1917, prima di morire, scrisse un testamento in cui aveva lasciato tutti i suoi averi; senza figli, infatti, la donna un’attivista animalista nel 2009 aveva preso la decisione di nome come unico erede il peloso.
Tommasino il gattino più ricco del mondo, all’anagrafe Tommaso, è diventato il proprietario di diversi immobili dislocati in tutto il territorio italiano. Risulta ovvio però che risultava necessario la presenza di un tutore umano e la scelta ricadde sull’infermiera della defunta. L’infermiera, infatti, condivideva con la signora Assunta l’amore per gli animali, per i gatti in particolar modo; quest’ultima avrebbe anche adottato diversi gatti. Nel 2013 però, sfortunatamente, Tommasino il gattino più ricco del mondo è morto a causa di una gastroenterite, all’età di cinque anni. Forse una vaccinazione avrebbe evitato la morte di questo peloso. A tal proposito esistono 5 vaccinazioni del gatto che tutti dovrebbero conoscere. Nonostante la sua fortuna, Tommasino ha vissuto davvero una vita molto breve. Anche se breve, fortunatamente, ha vissuto bene e senza la paura di essere abbandonato o di patire la fame.
Si è deciso di cremarlo e di depositare le ceneri all’interno di una cappella a misura, nel giardino della villa in cui viveva il peloso. La morte precoce del peloso ha destato qualche domanda e rimarrà sempre avvolta nel mistero. Probabilmente il patrimonio resterà nelle mani dell’infermiera che si è occupata del gattino, fino alla sua morte. Adesso, però, Tommasino e Assunta si sono ritrovati in un posto dove possono trascorrere l’eternità insieme; senza pensare al denaro e senza pensare ad altro che la loro felicità. Amare un gatto significa anche pensare fuori dal comune, come ha fatto la signora Assunta con il suo peloso.