Terribile da pensare, ma è proprio così: il tuo gatto ti mangerebbe se tu morissi
Si tratta di un dato interessante ma assolutamente curioso di cui non possiamo non parlarvi
Quando guardiamo i nostri cuccioli, vediamo di loro solo il bello. Sì, insomma, guai a chi si azzarda a dire anche solo una parola sbagliata sul nostro amorevole e bellisismo gatto. Del resto, il nostro gattino peloso, che gioca con il tiragraffi, che passa la metà del suo tempo sul divano, che è sempre dolce con noi, che male potrebbe mai fare? Ed è proprio su questo punto, però, che siamo costretti a smentirvi. C’è un’ampia statistica che conferma che, qualora tu morissi, il tuo gatto ti mangerebbe.
A riportare per primo questo dato, tanto inquietante quanto curioso, è Wired Italia. Per farlo, si è basata su una serie di dati scientifici di cui non si può non tenere conto. Tanto per cominciare, tre ricercatori dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Berna, in Svizzera, hanno analizzato ben 20 anni di registri nazionali da cui sono stati in grado di selezionare sette esempi ben evidenti in cui gli scienziati forensi hanno trovato cadaveri alterati dagli animali domestici. Ad alcuni di questi corpi erano stati rimossi il volto, la gola, le labbra e le dita.
Quetso, per gli scienziati forensi è un problema non indifferente. Infatti, determinare le cause effettive di un decesso durante l’esame autoptico, potrebbe diventare un vero problema se il cadavere è così alterato. Proprio per questo motivo, agli scienziati forensi, spettava il duro compito di trovare una soluzione a questo problema.
Il problema sembra sia in fase di risoluzione. Infatti, proprio gli scienziati forensi hanno ideato un metodo che consiste in un sistema per identificare i morsi degli animali sui cadaveri, in modo da non intralciare le analisi. Questo risultato è visionabile sulla rivista Forensic, Science, Medicine and Pathology.
Più nello specifico, quel che si è creato è un diagramma di flusso che potrebbe aiutare gli scienziati del futuro. Seguendo, infatti, questo schema, interpretare correttamente le cause di un decesso dovrebbe essere più facile.
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