Una stagista chiede di andare a casa per salutare il suo gatto morente, ma il capo nega. Più di 20 dipendenti si dimettono per protesta
Questa ragazza voleva solo un giorno per salutare il suo gatto in fin di vita, ma il capo ha negato, provocando la dimissione di oltre 20 dipendenti
Gli animali domestici sono dei veri e propri componenti della famiglia; questo forse è difficile da capire per chi non ne possiede uno, ma il rispetto per le idee altrui dovrebbe comunque essere alla base di una società civile. Il capo di questa stagista invece, ha dimostrato di non avere la ben che minima punta di comprensione e sensibilità, negandole il diritto di salutare il suo gatto morente.
La giovane aveva solo chiesto di poter uscire via prima dal lavoro per piangere la morte del suo fedele compagno a a quattro zampe, ma l’uomo le ha negato quest’opportunità.
Oltre 20 dipendenti, in seguito alla vicenda si sono dimessi per protesta, indignati dal comportamento del loro dirigente.
A dirla tutta, la questione del povero gatto morente è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso; già da diverso tempo i rapporti dell’azienda con i suoi dipendenti erano ostici e tesi. Gli stipendi erano al minimo per evitare i licenziamenti, o almeno questa era la giustificazione ufficiale; la verità è che l’azienda ha avuto poco tempo dopo un boom di incassi, ma i salari sono rimasti gli stessi. La giovane stagista era sul posto di lavoro quando ha ricevuto una straziante telefonata da parte della madre, che le diceva che il loro gatto era in fin di vita. In lacrime la ragazza si è recata dal capo per chiederle di poter uscire prima, ma l’uomo non le ha dato il suo permesso, affermando che si trattava solo di un animale e non della morte di una persona.
Uno dei dipendenti ha raccontato la storia su reddit e poi ha aggiunto: “Ho inviato un’e-mail aziendale dicendo che stavo per dimettermi e ho evidenziato quanto accaduto tra il capo e la stagista (anche se non ho fatto nomi) come motivo principale. Poi subito come me 10 persone mi hanno risposto via email per chiedermi chi fosse il manager e per evitare di lasciare traccia gli ho detto che nel giro di pochi giorni la maggior parte delle persone lo avrebbe saputo“. Dopo l’accaduto molti altri dipendenti, più di 20, si sono dimessi come simbolo di protesta; l’azienda non si è dimostrata particolarmente dispiaciuta, attivandosi subito per bloccare la ricezione delle loro mail.
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