Sparare a un gatto che lo ha morso: il Tribunale assolve questa persona
Sparare a un gatto che morde può valere un'assoluzione? Questo è quello che è successo in un tribunale e tutti sono indignati per l'accaduto.
La sentenza di questi giudici è destinata a far discutere, perché non tutela minimamente l’animale coinvolto suo malgrado. Una persona ha deciso di sparare a un gatto che lo aveva appena morso. Ovviamente è stato denunciato per tale atto di crudeltà disumana nei confronti del povero felino. Il Tribunale, però, ha deciso di assolvere questa persona da ogni colpa.
La storia risale al mese di settembre dell’anno scorso. Un uomo di 80 anni residente nel Canton San Gallo era nel giardino di casa sua, quando il gatto della figlia gli è salito in grembo. L’uomo si è messo ad accarezzarlo, ma improvvisamente il micio lo ha morso alla mano sinistra. La mano ha iniziato a sanguinare senza sosta e, probabilmente, gli provocava anche un forte dolore. In quel momento l’anziano ha deciso di entrare in casa e prendere la pistola che deteneva in modo regolare. Ha colpito il gatto a bruciapelo e purtroppo l’animale non ce l’ha fatta. Praticamente un’esecuzione, visto che lo ha colpito in piena nuca.
Il Tribunale di San Gallo, chiamato per giudicare la sua condotta, ha ascoltato le sue ragioni. “Avevo paura che il gatto mordesse anche il mio pronipote che giocava in giardino”. Il povero gatto, reo di aver dato un solo morso, è morto praticamente sul colpo. L’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), che si è costituito parte civile nel processo, ha accusato l’anziano di crudeltà sugli animali, ritenendo che non ci sono motivazioni che tengono. “Quest’uomo ha agito in modo sconsiderato e gratuito. Parla della sua preoccupazione per il suo pronipote, ma è stata soprattutto una reazione egoistica e rabbiosa“. Potevano esserci altre soluzioni.
I giudici hanno assolto l’uomo, perché non sussiste il reato di crudeltà intenzionale verso gli animali. “L’uomo voleva proteggere la sua famiglia. Era un gatto di fattoria che non andava mai dal veterinario. Probabilmente era più saggio sparargli sul posto, piuttosto che stressarlo trasportandolo in una gabbia”. Una decisione decisamente discutibile.