Shock anafilattico nel gatto: sintomi e come intervenire
Riconoscere i sintomi di shock anafilattico nel gatto è essenziale per salvargli la vita. Ecco di cosa si tratta e come dobbiamo agire
Lo shock anafilattico nel gatto è una condizione grave e urgente, provocata dalla reazione a un allergene. Basta il contatto con determinate sostanze come farmaci, saliva di insetto o altre tossine per scatenare la risposta dell’organismo. Una risposta esagerata ed estrema che, in molti casi, può essere addirittura fatale per il micio. Lo shock anafilattico nel gatto si evolve molto rapidamente e i sintomi si manifestano e peggiorano in pochissimo tempo. Perciò è una condizione imprevedibile e pericolosa ed è importante essere pronti a questa evenienza.
Shock anafilattico nel gatto: sintomi
L’anafilassi o shock anafilattico nel gatto è la conseguenza di una brutta reazione allergica e sono tante le sostanze che possono provocarlo. I sintomi sono chiari, proprio come accade alle persone ed è importantissimo riconoscerli e agire immediatamente. Il termine scelto per definire tale condizione non è casuale perché l’organismo del gatto, non appena l’allergene entra in circolo, vive un vero e proprio stato di shock. Ha difficoltà a respirare perché si chiude la gola, diventa irrequieto e si agita in modo insolito. In pochi istanti il battito cardiaco accelera, il micio inizia a salivare tanto e le gengive diventano pallide. Nei casi di shock anafilattico il gatto vomita e, inoltre, inizia ad avere un fortissimo prurito nella zona colpita dall’allergene. Ad esempio se questa sostanza viene ingerita dalla bocca, il muso si gonfia e inizia a prudere.
Dati i sintomi e la rapidità con cui si manifestano e si evolvono, appare chiaro quanto sia importante imparare a riconoscerli e agire in tempo. Se non viene trattato immediatamente lo shock anafilattico può provocare difficoltà di deambulazione, disorientamento, convulsioni nel gatto. E, infine, anche la morte del gatto.
Cause di anafilassi nel gatto
Non è semplice dire quali possano essere le cause di shock anafilattico nel gatto, perché in realtà qualsiasi sostanza potenzialmente potrebbe provocarlo. Gli allergeni si trovano ovunque nell’ambiente e se il micio è sensibile o allergico a determinate sostanze la reazione è inevitabile. Gli allergeni sono presenti nel cibo ma anche nei farmaci, così come nelle punture di determinati insetti. Anche i traumi possono provocare uno shock nel gatto molto simile nei sintomi a quello anafilattico.
In generale possiamo individuare alcuni prodotti che possono provocare una reazione allergica tanto grave nel micio: farmaci, antiparassitari, punture di insetto, antibiotici, polline, muffe, alimenti. Non è semplice prevenire uno shock anafilattico nel gatto, ma con dei test specifici il veterinario può individuare l’allergene (o gli allergeni) verso cui è sensibile. E noi, da bravi padroncini, abbiamo il compito di tenere Micio alla larga da queste sostanze.
Gatto sotto shock dopo una caduta
Oltre allo shock anafilattico, che è una risposta allergica a una particolare sostanza presente nell’ambiente, esiste un tipo di shock nel gatto che deriva da traumi. Un trauma è evidente perché provoca cambiamenti nella parte visibile del corpo. Ma i problemi peggiori derivanti da un trauma sono quelli interni, che non si vedono ad occhio nudo e dei quali spesso ci si accorge troppo tardi. Se Micio cade o ha un grave incidente, il trauma provoca una reazione immediata dell’organismo alla variazione del flusso sanguigno. Avviene tutto in pochissimo tempo e purtroppo spesso i sintomi di questo tipo di shock non sono subito evidenti.
Come nel caso dello shock anafilattico, anche quello derivante da un trauma provoca dei sintomi ben precisi. Il gatto inizia a respirare male, il battito cardiaco accelera e le gengive diventano pallide. Micio si agita, appare nervoso ed è anche difficile che si lasci avvicinare. Ma se lo shock avanza i sintomi peggiorano ulteriormente: la respirazione improvvisamente diventa irregolare, il battito anche e le gengive diventano cianotiche. A quel punto il micio è molto debole e la sua temperatura corporea si abbassa sempre più, fino alla perdita di coscienza.
Sintomi di emorragia interna nel gatto
Come abbiamo visto un trauma provoca danni evidenti che spesso non ci fanno pensare a quelli interni, che non si vedono esternamente ma che se non curati possono essere anche fatali. Lo shock è la tipica conseguenza di un’emorragia interna, ad esempio, ovvero di una lesione che causa sanguinamento interno agli organi e ai tessuti. Anche in questo caso possiamo individuare dei sintomi che indicano la presenza di un’emorragia interna nel gatto. Tra questi ritornano gengive pallide o molto chiare, ma si aggiungono anche gonfiore in corrispondenza aree colpite dall’emorragia e aumento della frequenza cardiaca. Inoltre Micio espelle vomito con sangue, oppure ha la tosse e sputa sangue e ancora possiamo osservare sangue nelle feci e nell’urina.
Questi sintomi non sono un bel segnale e purtroppo spesso indicano che l’emorragia è già in stato avanzato. Per questo motivo dopo una caduta, un incidente e un trauma di qualsiasi tipo è fondamentale portare immediatamente il micio dal veterinario. Esternamente potrebbe sembrare tutto nella norma, ma intanto le lesioni interne fanno il loro corso e, perdendo tempo, diminuiscono le possibilità di curarlo e salvarlo.
Cosa fare se il gatto va in shock anafilattico
Se il gatto va in shock anafilattico dobbiamo sapere come agire, ma soprattutto cosa non fare assolutamente. Per prima cosa non dobbiamo mai e poi mai dargli da mangiare o da bere e, se sanguina, dobbiamo cercare di tamponare l’emorragia in modo che non perda troppo sangue. Nel frattempo ovviamente dobbiamo contattare subito il veterinario, meglio evitare di sollevare il micio e spostarlo perché potremmo peggiorare la situazione. L’ideale è lasciarlo esattamente dove si trova, stendendolo però su di un fianco così non si interrompe il flusso sanguigno al cervello. Se e solo se sappiamo come praticare le manovre di primo soccorso per il gatto, possiamo fare un massaggio cardiaco se il cuore non batte e la respirazione artificiale se le gengive sono diventate bianche.
Dopodiché spetta al veterinario agire con tutti gli strumenti che ha a disposizione. In genere questi casi prevedono l’applicazione di un catetere endovenoso con epinefrina, per risollevare la pressione sanguigna. Il veterinario può somministrare dei farmaci che aiutino il micio a respirare meglio e, nel peggiore dei casi, praticare una tracheostomia (aprire un foro sul collo, al livello della trachea).