Segnali di sottomissione del gatto: come riconoscerli
Micio si esprime spesso con il linguaggio del corpo, i segnali di sottomissione del gatto si manifestano con una gestualità ritualizzata, vediamo allora quali sono e perché li fa
Spesso ci capita di vedere il nostro gatto comportarsi in un modo che non capiamo. Impariamo oggi quali sono i segnali di sottomissione del gatto, come riconoscerli e perché li fa.
Oltre che con il linguaggio vocale, i cosiddetti miagolii, i gatti comunicano anche con il linguaggio del corpo. Così come esistono diversi tipi di “miao” a cui associare un significato specifico, allo stesso modo esistono dei comportamenti del nostro amico felino che vogliono comunicarci qualcosa. Tra questi ci sono i segnali di sottomissione del gatto. Vediamo adesso insieme come riconoscerli e quali sono i motivi che lo spingono a comportarsi in un determinato modo.
La comunicazione del gatto
Il gatto, così come tutti gli animali, ha un suo modo di comunicare e lo impara sin dalle prime settimane di vita. Può farlo attraverso suoni, con il tatto e anche con il linguaggio del corpo. A volte ci sembra che sia improvvisamente impazzito e che si stia comportando in un modo che ci appare insolito e strano. Non è così, il nostro piccolo felino sta solo manifestando quello che prova. Sta a noi capire che cosa ci vuole comunicare in quel momento.
Chi vive con un micio in casa, a volte, ha la sensazione che parli. I suoi miagolii, infatti, possono essere di diverso tipo e ognuno assume un significato diverso di volta in volta. Sono talmente tanti che non è facile riconoscerli e catalogarli tutti, ma se li associamo agli atteggiamenti del gatto e al linguaggio del corpo, possiamo capire meglio cosa ci vuole trasmettere comportandosi in quel modo.
Quello che dobbiamo fare è stare attenti a quali posizioni assume e come imposta le varie parti del suo corpo. Massima attenzione, quindi, a occhi e pupille (sgranati, socchiusi, pupille dilatate), orecchie (dritte, abbassate, in avanti, indietro), zampe e artigli (zampe in aria, artigli ritirati o ben in vista), coda (dritta, abbassata, di lato, gonfia) e schiena (inarcata a gobba o verso il basso).
Come manifesta la sua sottomissione il gatto
Tra i vari comportamenti del gatto ci sono l’attacco, la difesa, il gioco, la sfida, la marcatura del territorio, l’affiliazione e la sottomissione. Come in ognuno di essi, anche per l’ultimo ci sono dei segnali ben precisi che ci indicano lo stato del nostro micio.
Per andare incontro alle sue esigenze, dobbiamo capire cosa sta cercando di comunicarci. Non sempre è facile, dal momento che i gatti non usano la parola, ma possiamo riuscire a captare i suoi bisogni. Anche un gatto sottomesso può avere necessità di un nostro intervento per migliorare la sua condizione. Ricordiamo però che ogni suo gesto va contestualizzato, perché a volte la stessa posizione del corpo può essere assunta per motivazioni diverse. Vediamo meglio insieme, allora, quali sono i segnali di sottomissione del gatto.
Si schiaccia al suolo
Quando un gatto è pronto all’attacco o è in atteggiamento di sfida tende ad inarcare la schiena verso l’alto e drizzare i peli. Si forma quella sorta di gobba che lo fa sembrare più grosso e minaccioso. Al contrario, invece, un gatto sottomesso tende ad apparire più piccolo di fronte alla persona o all’altro animale del quale avverte la dominanza.
Davanti ad un nemico che ritiene troppo forte da battere, proprio perché quest’ultimo è chiaramente dominante, micio esprime la sua sottomissione attraverso dei precisi segnali del corpo. In stato di sottomissione, quindi, il gatto tende ad appiattirsi al suolo, a farsi più piccolo possibile, come se volesse scomparire. Il pelo non sarà teso ma abbassato il più possibile. A volte tende anche ad acquattarsi su un fianco per raggiungere il suo scopo.
In questo modo si mostra pietoso ed esprime la sua intenzione di non voler accettare alcuna sfida. Come se si ritirasse in partenza e dichiarasse la sua resa “a tavolino”.
Alcuni atteggiamenti del nostro micio possono essere confusi con altre esigenze. Quando si mette a pancia all’aria rotolando, con gli artigli ritratti e una linea visiva rilassata, per esempio, il gatto è in una situazione di sottomissione passiva. Ma questa è anche una posizione tipica del gioco. In questo caso, infatti, mostra di essere a suo agio, spesso implorando una carezza sulla pancia.
Coda appiattita
Il gatto esprime la sua sottomissione in diversi modi. Oltre alla schiena abbassata, ci sono altre parti del suo corpo a cui prestare attenzione. Una delle più evidenti è la coda, che in questo caso non sarà gonfia.
Se micio tiene la coda appiattita al suolo e tende a batterla sul terreno, sta cercando, ancora una volta, di sembrare più piccolo di quanto sia. Anche tenere la coda abbassata tra le zampe, inoltre, è un segnale di sottomissione del gatto.
Testa bassa, orecchie e baffi indietro, pupille dilatate
Anche la testa e le varie parti che la compongono esprimono lo stato del gatto. Quando vuole manifestare la sua sottomissione, infatti, micio tiene la testa bassa. Non vuole sembrare più alto e grosso di colui che percepisce come nemico, ma è esattamente l’opposto.
Un gatto esprime il suo stato di sottomissione anche con i baffi, le orecchie e gli occhi. Infatti le vibrisse e le orecchie sono tirate indietro, mentre le pupille sono dilatate.
Micio, quando è spaventato e sulla difensiva, ha un’enorme dilatazione delle pupille. Cosa che può accadere quando percepisce, vicino a sé, la presenza di un essere dominante, che sia un altro gatto o un altro animale, o anche l’uomo stesso. Un gatto in allarme, infatti, tiene gli occhi spalancati. Di contro quando è rilassato li socchiude. Infine, quando vuole mostrare resa assoluta nei confronti dell’aggressore – o presunto tale – potrebbe tenerli chiusi.
Anche la bocca assume una posizione ben precisa. Tendenzialmente in questi casi è aperta ma non emette alcun suono. A volte, invece, può essere socchiusa ed emettere un leggero miagolio.
Quando e perché un gatto manifesta segnali di sottomissione
Il gatto tende a manifestare segnali di sottomissione quando si trova di fronte a un aggressore più potente di lui. Generalmente in questo caso preferisce mostrare immediatamente la sua resa piuttosto che affrontarlo. Manifesta quindi le sue intenzioni pacifiche con una gestualità del corpo particolare e ritualizzata.
Secondo alcuni psicologi lo scopo dei comportamenti di sottomissione del gatto è quello di prevenire un attacco dell’aggressore. La speranza è che l’animale percepito come dominante preferisca ritirarsi e non attaccare.
Ecco perché, nel caso in cui farsi piccolo, abbassare schiena e coda, tirare indietro orecchie e baffi non bastasse, il gatto tende anche a rotolare sulla schiena. In questo caso, nell’insicurezza di un possibile attacco, potrebbe anche tenere una zampa sollevata per potersi difendere.