Segnali che il gatto vuole giocare, come sapere se Miao è di buon umore
Sapere interpretare il linguaggio di Miao è importantissimo, così conosceremo il segnali che indicano che il gatto vuole giocare e quelli opposti
I segnali che il gatto vuole giocare sono importanti per sapere quando possiamo ‘disturbarlo’ o quando invece è meglio lasciarlo stare e fare in modo di non invadere i suoi spazi. In generale, sapere come si comporta il nostro amico a quattro zampe serve per intervenire quando è necessario e aiutarlo se è in difficoltà.
Inoltre, i momenti di divertimento e spensieratezza non sono più tali se non vengono condivisi da entrambe le parti. Se chiediamo al nostro adorato Micio di giocare con noi quando non se la sente, non facciamo il suo bene, anzi.
Come capire se il tuo gatto ti vuole bene
I segnali che il gatto vuole giocare sono piuttosto chiari e anche frequenti, al di là dei falsi miti che circolano sui gatti e che sarebbe bene sfatare una volta per tutte. Non dimentichiamo che abbiamo a che fare con amici a quattro zampe con una forte componente di istinto, che persiste nonostante i secoli a stretto contatto con l’essere umano e l’addomesticamento. Un esempio emblematico sono gatti e caccia: camminano a braccetto a prescindere dal fatto che Miao viva in casa o per la strada.
Che un momento di gioco si trasformi in litigio è facile se non sappiamo come parlare al gatto per farlo stare tranquillo o se una delle due parti eccede nel modo di interagire. Sapere comprendere il linguaggio dei gatti, in tal senso, è uno strumento indispensabile.
Come capire se il tuo gatto ti odia
Una piccola palla di pelo in procinto di litigare o che sfiga il proprio rivale, bipede o quadrupede che sia, manda dei segnali ben precisi e che ci conviene conoscere. Sia per la nostra incolumità, che per intervenire se è a rischio quella di un altro pet presente.
La prima cosa che salta all’occhio è lo sguardo fisso: la sfida è aperta. I gatti che litigano fra loro possono essere molto pericolosi e non sempre facili da separare, giocare d’anticipo e prevenire può allora essere determinante.
Prima che la lotta abbia inizio, noteremo una postura dominante e un lento avvicinamento. Ci si sta preparando ad attaccare, da una parte, e a contrattaccare dall’altra. Anche i versi sono indicativi, Miao e Micio emettono dei miagolii lunghi e intensi: somigliano a degli urli acuti. Una volta finito, prenderanno le distanze. Simile è l’atteggiamento che adattano nei nostri confronti, anche se quando parlano con noi miagolano solamente: si tratta di un verso dedicato alla comunicazione esclusiva con l’uomo.
Di contro, se due gatti stanno giocando, sono portati a imitare i movimenti l’uno dell’altro, alternando i ruoli di attaccante e di difensore. I vocalizzi saranno meno intensi e non li vedremo agire con l’intensione di fare del male. Una differenza evidente e il momento conclusivo.
Due felini che giocano possono scambiarsi zampate o esagerare con i versi, ma è raro che si faranno del male; se invece si picchiano, potrebbero aver bisogno del veterinario. Qualora fossimo alla prima esperienza e avessimo dei dubbi interpretativi, chiediamo il supporto di un etologo esperto in comportamento felino.
Gatti che giocano alla lotta
I segnali che il gatto vuole giocare sono amichevoli. L’avvicinamento è graduale e atto a comprendere se dall’altra parte c’è la stessa intenzione. Se la risposta è affermativa, si assisterà a un comportamento quasi a specchio. Entrambi avranno lo stesso atteggiamento e uno risponderà alle provocazioni simpatiche dell’altro. Saperlo ci può tornare utile se il micio con cui giocare siamo noi bipedi. A tal proposito, può essere buffo scoprire come il gatto riconosce i volti umani. Ci percepisce come dei felini giganti, complice la loro vista miope oltre i sei metri di distanza e la difficoltà di messa a fuoco da vicino.
I movimenti avvengono in simbiosi: attacchi, difese e rincorse si somigliano e sono consequenziali. Quando lottano, invece, l’approccio è differente. L’aggressività possessiva del gatto è un segnale, cerca di difendere il proprio territorio, chi lo abita e fa parte della famiglia. Se non può fuggire, si mette sulla difensiva e attacca. Il ritmo è sbilanciato e a dettarlo è il soggetto dominante. A tal proposito, torna utile un ambiente a misura di felino, con un luogo che percepisca come il proprio rifugio. Abituare il gatto al trasportino torna utile, in quest’ottica. Non deve vederlo come un mezzo di trasporto per andare dal veterinario, ma come un alleato.
Gatti che litigano a morte
Gli amici a quattro zampe che vivono in maniera pacifica dormono vicini, non hanno difficoltà a condividere le ciotole e persino la lettiera. Che la presenza reciproca sia gradita è palpabile. Se i gatti non provano simpatia l’uno verso l’altro, invece, non saranno propensi ad avere un rapporto e non vedranno di buon occhio eventuali invasioni di campo.
Il punto, nel caso di una convivenza turbolenta, è capire se i confronti sono pericolosi o semplicemente verbali. In ogni caso, non è opportuno punire o sgridare i mici in questione. L’approccio migliore per porre fine a un confronto acceso è attirare la loro attenzione applaudendo o sbattendo la mano sul tavolo. In assoluto, cerchiamo di non spaventarli per non alimentare stress e nervosismo. Se dovesse essere necessario, ecco come curare l’ansia del gatto.
Nei casi più difficili da gestire, il nostro veterinario di fiducia – che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza determinanti – può consigliarci di chiedere l’intervento di un etologo esperto in comportamenti felini. Fondamentale, infatti, è capire la ragione che li spinge a non andare d’accordo e agire su quella. L’aggressività, per esempio, può essere un sintomo di un malessere organico o psicologico. Il principio vale anche nel rapporto tra bipede e quadrupede.
Come capire se un gatto è felice
I segnali che il gatto vuole giocare sono chiari per chi li sa interpretare. Se vogliamo contribuire alla felicità del nostro adorato Micio, però, è bene sapere che siamo di fronte a un animale estremamente abitudinario e che non ama imprevisti e sorprese. Il gatto e il trasloco, per esempio, non vanno molto d’accordo. Se non viene preparato nel modo migliore, per Miao questo può essere un evento veramente traumatico e che può segnarlo.
Fondamentale, quando si parla di convivenza, è la socializzazione. Una fase delicata della vita del felino che deve cominciare sin da cucciolo e che gli darà gli strumenti per imparare a interagire con il mondo che lo circonda, nel rispetto di tutti gli attori in gioco. Noi, comunque, dobbiamo metterlo nelle condizioni di sentirsi a proprio agio.
Adottare un gatto traumatizzato, ma vale anche per chi non lo è, significa accoglierlo nel miglior modo possibile. Già dovrà confrontarsi con un ambiente che non conosce, non è facile se non trova tutto quello di cui ha bisogno. La lettiera sempre pulita è importantissima, così come le ciotole per il cibo e l’acqua fresca. Coperte e giochi stimolanti possono farlo sentire tranquillo e poi ci siamo noi e il nostro modo comprensivo di cercare il suo contatto.
Presentare due gatti non è una cosa semplice, ci sarà una fase di antipatia che va monitorata. La conoscenza è bene che avvenga in maniera graduale e, pian pianino, la curiosità reciproca prenderà il sopravvento sulla paura di colui che non si conosce. Dal nostro canto, noi è bene che evitiamo favoritismi e gelosie. Fondamentale è che l’ambiente in cui vivono venga reso stimolante con giochi, percorsi al muro e tiragraffi.