Ricostituente per gatto anziano: in cosa consiste e come farlo anche in casa
Un gatto che diventa anziano tende ad avere meno energia di prima, e necessita spesso di alimenti ricostituenti. Ecco cosa sapere a riguardo.
Quando un gatto è malato, anziano o attraversa un periodo di particolare stress può risultare utile integrare nella sua dieta degli alimenti ricostituenti in modo tale che ne tragga ulteriore energia rispetto ai pasti regolari. In questo articolo andremo a vedere nello specifico cosa si intenda con esattezza per “ricostituente” e come utilizzarne le proprietà nella dieta casalinga, in modo da essere più autonomi nell’aiutare il micio in questa particolare fase della sua vita.
È più o meno a partire dai 10 anni di età che un gatto comincia a essere considerato anziano. Non si tratta di una soglia precisa, per il semplice fatto che ogni esemplare manifesta i tipici segni associabili alla vecchiaia in età piuttosto variabili. Ciò dipende anche dal loro stato di salute, dal modo in cui sono stati cresciuti e alimentati fino a quel momento e dallo stile di vita che hanno condotto e stanno conducendo attualmente.
Che sia a 6, 10 o 12 anni di età, resta comunque il fatto che ogni gatto prima o poi comincia a subire i segni del tempo sul suo corpo, e anche la sua psiche ne risentirà a lungo andare. Di conseguenza è necessario che cambi anche il modo in cui li facciamo alimentare, poiché diverse sono le loro esigenze a cui dobbiamo far fronte: è uno dei tanti modi in cui dovremo prenderci cura di lui da ora in poi.
Il nostro scopo a questo punto sarà infatti ben diverso rispetto al periodo in cui dovevamo favorire la crescita del nostro gattino, o quando ci “bastava” saper mantenere in forma il nostro gatto adulto puntando su una dieta equilibrata: adesso la priorità deve essere quella di fornire alimenti più semplici da assumere e più facilmente trasformabili in energia, e soprattutto rallentare il più possibile il processo di deterioramento dell’organismo stesso, già in atto e purtroppo irreversibile.
E a raggiungere questo importante obiettivo ci possono aiutare alcuni alimenti, definiti ricostituenti proprio perché aiutano il micio a recuperare (almeno parzialmente) l’energia e il benessere che l’invecchiamento o un lungo periodo di malattia tendono a sottrargli. Si tratta di alimenti dotati di proprietà particolari che vanno integrati nella loro dieta nelle giuste dosi, magari dietro consiglio del nostro veterinario. Conoscere tali proprietà ci permetterà di assicurare al nostro gatto i pasti giusti per lui, preparandoli anche a casa nostra.
Problemi di salute nel gatto anziano
Proprio come gli esseri umani, i gatti manifestano una serie di problemi di salute man mano che invecchiano. Ma quali sono esattamente i segni della vecchiaia in un gatto? Cosa comincia a cambiare nel funzionamento dell’organismo di un micio a partire da una certa età? E soprattutto, quali sono i segnali a cui dobbiamo fare caso, e a partire dai quali cominciare a correre ai ripari prima che la situazione peggiori?
I problemi di digestione sono solitamente i più facili da osservare nel nostro amico a quattro zampe. Può verificarsi un calo di peso dovuto a una maggior difficoltà ad assimilare le proteine e i grassi presenti nel cibo che gli viene dato; questo può succedere anche se in età adulta il micio era un po’ sovrappeso. Di certo non aiuta il fatto che a quest’età Miao possa cominciare a perdere i denti, provando difficoltà sempre maggiori a masticare il cibo. A ciò si aggiunge il fatto che a volte può soffrire di inappetenza, disidratazione e costipazione.
Quest’ultimo problema è piuttosto diffuso e collegato da alcuni esperti all’assunzione regolare di cibo secco, soprattutto in diete ad alto contenuto di fibre. In assenza di una adeguata idratazione, il colon non può funzionare in modo appropriato e se questo problema non viene trattato in tempo può portare a delle complicazioni anche serie, inclusi danni permanenti al colon stesso. Controllare la lettiera del nostro gatto, monitorando la frequenza con cui viene usata e l’aspetto delle feci, ha quindi una importanza vitale, soprattutto durante questa fase della sua vita. Se vediamo che il micio si sforza eccessivamente per defecare o si lamenta, è il momento di intervenire.
Un altro problema da non sottovalutare è l’insufficienza renale, che colpisce molti felini anziani. Il primo sintomo a cui prestare attenzione è una tendenza a bere e urinare molto, che riflette l’incapacità dei reni di riassorbire l’acqua e concentrare l’urina. La disidratazione rappresenta qui un vero e proprio pericolo per un gatto anziano, poiché va a peggiorare una situazione resa già precaria da perdita di peso e inappetenza. Una giusta idratazione e una dieta a base di cibo umido sono quindi essenziali per lui.
L’ipertiroidismo è una malattia che spesso è causata da un tumore alla tiroide e ne influenza il funzionamento. Nello specifico, la tiroide è responsabile del metabolismo tramite la produzione di un ormone detto tiroxina. In presenza di un tumore la quantità di tiroxina prodotta aumenta in maniera eccessiva, provocando una serie di squilibri che impediscono al gatto di assimilare il cibo in modo corretto. Questi problemi si manifestano con sintomi quali iperattività, appetito eccessivo, frequenza cardiaca eccessiva, aumento di sete e minzione, vomito e diarrea, anche se solo alcuni dei gatti affetti li presentano tutti.
L’insorgenza di questa malattia stata collegata da alcuni ricercatori all’assunzione regolare di cibo in scatola a base di pesce, fegato o interiora. Ulteriori studi a riguardo sono necessari per avvalorare o confutare una tesi di questo genere, ma per un gatto anziano si consiglia generalmente di preferire alimenti di altro tipo, anche in scatola, o provvedere personalmente alla sua dieta con un’alimentazione casalinga.
L’artrite affligge circa il 90% dei gatti di età superiore ai 12 anni, e influenza negativamente la loro capacità di muoversi. Notare che un gatto anziano non si muove quanto faceva prima dovrebbe allertarci sulla possibile presenza di questa malattia, che consiste in una progressiva infiammazione delle articolazioni.
Alimentazione e ricostituenti
Quali sono dunque, nel concreto, le esigenze alimentari di un gatto anziano? Come possiamo tenerne conto nel momento in cui decidiamo come nutrirlo, in modo da aiutarlo a far fronte ai problemi di salute appena descritti? E in che modo ci vengono incontro i famigerati alimenti ricostituenti?
Come già detto, la dieta casalinga è solitamente quella prediletta quando ci si prende cura di un gatto anziano: molte persone sono infatti convinte che il cibo industriale, per quanto comodo da reperire e utilizzare e assolutamente all’altezza della situazione nella fase della crescita e nell’età adulta, non sia altrettanto digeribile né affidabile per un’età avanzata; potrebbe inoltre risultare rischioso aggiungere eventuali integrazioni consigliate dal medico ad un pasto già ad alto contenuto nutritivo.
Le esigenze nutritive per un gatto che ha raggiunto la terza età riguardano:
Proteine: devono essere in quantità adeguata e rispetto a prima è ancora più importante che siano di primissima qualità. I gatti oltre i 14 anni mostrano problemi a digerirle e rischiano così di perdere peso e massa muscolare, cosa che renderebbe la loro salute ancora più fragile.
Grassi: la quantità dovrebbe essere superiore rispetto alletà adulta, per far fronte anche in questo caso ai problemi riscontrati nel digerirli.
Antiossidanti: vitamina E, vitamina C, vitamina A, carotene e selenio sono potenti antiossidanti che permettono all’organismo di rallentare il processo di invecchiamento di cellule e tessuti. I cibi che li contengono rappresentano dunque un’ottima opzione per il nostro micio.
Bassi livelli di fosforo: per ridurre il rischio di insufficienza renale cronica veniva un tempo raccomandata una dieta a ridotto contenuto di proteine, ma questa tesi è stata superata. Si è visto infatti che è il fosforo in eccesso a venire rimosso con difficoltà dai reni in presenza di questa malattia. Degli alti livelli di fosforo nel sangue possono peggiorare ulteriormente lo stato di salute del micio, e sono quindi da evitare.
Acidi grassi Omega-3: gli acidi grassi hanno un’importanza fondamentale per la salute del micio a ogni età. Gli Omega-3 in particolare sono estremamente efficaci nel trattamento dell’artrite, per via delle loro proprietà antinfiammatorie. Inoltre, dei nuovi studi sostengono che queste sostanze permettano di ridurre anche gli effetti della demenza senile nel gatto.
Dopo aver visto di cosa ha bisogno il nostro gatto quando si parla di alimentazione, vediamo ora quali altri alimenti possiamo integrare nella sua dieta per aiutarlo ancora di più ad accumulare l’energia di cui necessita ogni giorno.
Curcuma: spezia ormai molto diffusa nella nostra cucina, ha proprietà antiossidanti e antinfiammatorie oltre ad aiutare il micio nella digestione. Vanno evitate le dosi eccessive, ma potete aggiungerne tranquillamente un cucchiaino nel cibo del gatto, magari quando gli preparate una torta alla carne.
Valeriana: normalmente considerata un tranquillante, è un’erba che nei gatti ha un effetto rivitalizzante simile a quello dell’erba gatta, ed è quindi consigliata per un gatto anziano che tende a muoversi poco o ha scarsa energia. Tritarne qualche foglia nel suo cibo non può che fargli bene.
Aceto di mele: anche questo alimento possiede elevate proprietà antinfiammatorie ed è consigliato per combattere l’artrite, oltre a favorire la digestione. E anche in questo caso consigliamo di mischiarlo al resto del cibo, poiché il sapore potrebbe non essere troppo gradevole per Miao.
Miele: alimento ad alto contenuto energetico che va bene anche per gli animali che soffrono di diabete, ha anche proprietà calmanti e purifica l’apparato digerente proteggendo le mucose gastriche e intestinali. Attenzione però a scegliere il miele giusto per un gatto, poiché molti prodotti industriali possono farne perdere alcune proprietà benefiche.