Munchkin | |
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Esemplare di Munchkin |
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Dati generali | |
Etimologia | Il nome è dato in onore dell’omonimo popolo di gnomi della fiaba del Mago di Oz, |
Genitori | Razza nata da una mutazione spontanea che pianta le sue radici in Inghilterra, ma che è stata riconosciuta per la prima volta negli Stati Uniti |
Presente in natura | No |
Longevità | 13-20 anni |
Impieghi | Animale da compagnia |
Riproduzione | |
Fecondità | Con gatti randagi e europei è accettato l’incrocio, in quanto il gene delle gambe corte è il dominante |
Caratteristiche | |
Pelo | Corto o Semi-lungo |
Colori | Tutte le combinazioni ammesse |
Peso | Tra 2 e 4 kg |
Informazioni | |
Prezzo | Tra 500 e 1000€ |
Origine | Inghilterra, intorno al 1930 |
Il Munchkin è una razza di gatti conosciuta in tutto il mondo ma alquanto rara, i cui esemplari si distinguono principalmente per le loro zampe molto corte rispetto alla norma. Questa particolarità ha conferito loro anche il nome di “gatti bassotti” anche se, a differenza di quanto accade per la razza canina che porta lo stesso nome, essa è frutto di una mutazione genetica del tutto spontanea.
La grande popolarità dei Munchkin è dovuta non solo al loro aspetto fisico ma anche al loro carattere: sono infatti degli ottimi animali da compagnia, socievoli e affettuosi verso i loro umani preferiti ma capaci di andare d’accordo anche con altri gatti, cani e persone estranee. Amano molto giocare, e se non sono capaci di saltare sul tavolo di cucina con la stessa agilità di molti loro simili per via delle zampe corte, le useranno a più non posso per correre ed esplorare la casa.
Scheda informativa del Munchkin | |
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Taglia | Medio/Piccola |
Per bambini | Va trattato, dai bambini, con prudenza e rispetto, soprattutto data le compatte dimensioni |
Con altri gatti | Può andare d’accordo con i suoi simili se abituati nei giusti tempi |
Con cani | La convivenza, accolta da un periodo di socializzazione adeguato, è possibile, basta offrire un luogo dove il gatto possa sentirsi al sicuro e rifugiarsi se si sente minacciato |
Anallergico | No |
Tendenza al sovrappeso | Non potendo essere come gli altri gatti e necessario una giusta alimentazione per scongiurare un eccessivo aumento di peso |
Tendenza a fuggire | Date le sue caratteristiche fisiche un po’ limitative, non può essere un gatto particolarmente avventuriero, ma va comunque offerti degli stimoli all’aperto di tanto in tanto |
Il Munchkin è stato per molto tempo oggetto di dibattiti lunghi e molto accesi tra appassionati e anche tra associazioni feline, riguardo alla legittimità o meno di riconoscerlo come razza. Discussioni simili si erano già avute nel caso dello Sphynx e del Manx, che sono poi riuscite a ottenere consensi su larga scala.
La presenza di gatti con le zampe corte è stata documentata per la prima volta in Inghilterra negli anni ’30 del XX secolo, nonostante la mutazione genetica responsabile di questo tratto non fosse esattamente una novità.
Nel 1944 il dottor H.E. Williams-Jones menzionò in un suo rapporto 4 generazioni di gatti a zampe corte, inclusa una femmina nera di 8 anni che godeva di ottima salute. Nel rapporto si sosteneva inoltre che i cuccioli della gatta, i suoi genitori e i genitori di questi ultimi mostravano le sue stesse caratteristiche, e che l’unico tratto che li differenziava da un gatto normale era appunto la lunghezza delle zampe. Questa linea si estinse però nel corso della Seconda Guerra Mondiale, che mise a repentaglio la sopravvivenza di molte razze feline. Altre tracce di questa particolarità si riscontrarono a Stalingrado nel 1956, nel New England nel 1970 e in Louisiana negli anni ’80.
Nel 1983 un’insegnante americana, Sandra Hockenedel, trovò sotto un furgone due gatte che stavano cercando di sfuggire a un cane; entrambe erano incinte e dotate di zampe corte e tozze rispetto al normale. La Hockenedel le salvò e diede in adozione una delle due (Blueberry) tenendo per sé l’altra, che chiamò Blackberry e che diede alla luce una cucciolata di gattini con zampe sia normali che corte.
La Hockenedel regalò uno di questi micetti, Toulouse, alla sua amica Kay LaFrance che lo portò nella sua piantagione della Louisiana. Toulouse non venne sterilizzato: fu anzi lasciato libero di muoversi per la piantagione e si ritrovò da adulto a competere per l’accoppiamento con i numerosi felini “gambelunghe” già presenti nel luogo, ma da cui non ebbe nulla da invidiare nonostante il piccolo difetto fisico. La Hockenedel e la LaFrance, osservando il successo della linea genetica di Toulouse, pensarono potesse trattarsi dell’inizio di una nuova razza che chiamarono Munchkin dai “Mastichini” (Munchkins appunto) del classico film del 1939 Il Mago di Oz.
Le due donne contattarono poi la dottoressa Solveig Pflueger, presidente del Comitato Genetico della TICA, che condusse uno studio sull’ereditarietà del tratto delle zampe corte. La Pflueger scoprì che a far nascere i Munchkin con le ossa delle zampe meno lunghe rispetto alla norma era un gene autosomatico dominante, cioè un gene dominante che risiedeva in cromosomi non sessuali; la mutazione di cui tale gene era responsabile era spontanea all’interno del pool genetico felino.
Preoccupate all’idea che i Munchkin rischiassero di sviluppare anche disturbi al midollo spinale, disturbi degenerativi del disco spinale o displasia dell’anca (come succedeva nei cani Bassotti, Corgi e Basset Hound che pure hanno le zampe corte), le due allevatrici fecero eseguire delle analisi accurate alla spina dorsale di alcuni esemplari al dottor David Biller, primario di Radiologia all’Istituto di Medicina Veterinaria della Kansas State University.
Non furono rinvenute tracce dei tanto temuti disturbi, ma la razza in sé era così recente e le linee genetiche da analizzare così poche che il risultato dello studio non fu considerato definitivo. Allo stesso tempo furono esaminati i Munchkin più anziani che le due allevatrici avevano ancora in loro possesso, per individuare eventuali disturbi degenerativi a ossa o articolazioni: anche in questo caso il risultato fu negativo ma alcuni detrattori sostenevano che non si trattasse di una prova sufficiente, poiché gli esemplari esaminati avevano al massimo 13 anni di età.
Hockenedel e LaFrance procedettero comunque con la stesura dello standard di razza e avviarono un programma di allevamento. In poco tempo altri colleghi si unirono ai loro sforzi e nel 1991 il Munchkin venne presentato al pubblico nel corso di una mostra felina della TICA trasmessa anche in televisione, provocando pareri discordanti. La stessa TICA rifiutò di riconoscere ufficialmente la razza, ancora pressoché sconosciuta.
Un nuovo tentativo venne fatto nel 1994 e questa volta la TICA accettò di ammettere i Munchkin ad un programma di sviluppo di nuove razze, all’interno del quale un comitato di genetisti avrebbe ricostruito il pedigree degli esemplari presentati e ne avrebbe monitorato le statistiche in corso di sviluppo, compresi gli incroci effettuati successivamente. Tale programma confermò che il gene da cui dipendevano le zampe corte era dominante, e che quindi ogni gatto che ne era provvisto avrebbe trasmesso questo tratto alla sua prole.
Nel 1995 il Munchkin venne ammesso come nuova razza dalla TICA, ma uno dei suoi membri di più lunga data rassegnò le dimissioni in segno di protesta affermando che la razza in questione era un insulto ai principi di ogni allevatore; altri gli diedero ragione, preoccupati che le zampe corte potessero nel tempo sviluppare disturbi ad anche, schiena e zampe di questi animali nonostante non vi fosse un supporto scientifico a una tesi del genere.
Paradossalmente fu proprio questa controversia, riportata da numerosi giornali, ad alimentare la popolarità del Munchkin presso allevatori e appassionati.
Nel 2003 la TICA lo ammise ufficialmente alle competizioni feline, seguita da AACE e UFO, ma ancora oggi alcune importanti associazioni come la ACFA, CFF, CFA, GCCF e FIFe si rifiutano categoricamente di fare altrettanto, scoraggiandone anzi l’importazione e il riconoscimento.
Per mantenere il Munchkin in buona salute ed estenderne il pool genetico ancora relativamente ristretto, la TICA ammette solo incroci con gatti comuni dalle zampe di dimensioni normali, e li vieta con esemplari di razza.
Il prezzo di questo gatto si aggira tra i 500 e i 1000 euro, più i costi di trasporto in caso di acquisto dall’estero.
Il Munchkin è un gatto socievole che ama correre e giocare, soprattutto in compagnia di bambini o altri animali.
È anche estremamente curioso e capiterà spesso di vederlo ritto sulle zampe posteriori come un coniglietto, intento a osservare attentamente qualcosa che ha attirato la sua attenzione.
Sa arrampicarsi bene quanto gli altri gatti, e nonostante non sia un saltatore provetto è comunque agile e scattante; la sua elevata intelligenza lo aiuterà a trovare percorsi alternativi e per lui più pratici, tramite i quali poter esplorare la casa da cima a fondo.
Le zampe sono corte e ben distanziate se il gatto è visto di fronte o da dietro. Zampe anteriori e posteriori sono uguali a due a due, con le prime più corte delle seconde.
I piedi sono arrotondati e compatti in proporzione col resto del corpo; tutti e 4 i piedi sono rivolti in avanti, non verso l’interno o l’esterno.
In base alla lunghezza delle zampe vengono considerate 3 diverse varianti di Munchkin: Standard, Super Short (con zampe lunghe tra i 5 e i 7,5 cm) e Rug Hugger (con zampe più corte di 5 cm).
Il Munchkin è di piccola taglia e dotato di una muscolatura ben sviluppata. La schiena è leggermente incurvata verso l’alto dalle spalle alla base della coda, che non è troppo spessa e termina con una estremità arrotondata.
Con un’altezza media che va dai 15 ai 22 cm per una lunghezza massima di 23 cm, il Munchkin è uno dei gatti più piccoli al mondo. Di conseguenza anche il peso sarà notevolmente ridotto, aggirandosi sui 2-3 kg per le femmine e sui 3-4 kg per i maschi.
La testa è di dimensioni medie e dai contorni arrotondati, proporzionata al resto del corpo.
Gli zigomi sono alti e il mento pronunciato ma non troppo, allineato con il naso.
Il muso non è troppo sporgente ed è proporzionato alla testa. Il naso è di media lunghezza, la fronte è piatta.
Gli occhi sono a mandorla, leggermente inclinati rispetto alla base delle orecchie e piuttosto distanziati tra loro, cosa che conferisce all’animale un’espressione guardinga. Non vi è correlazione tra colore degli occhi e del pelo.
Le orecchie sono situate in posizione equidistante dai lati e dalla sommità della testa, e risultano proporzionate rispetto alle sue dimensioni; sono più larghe alla base e terminano con punte leggermente arrotondate.
La coda è affusolata e termina con una punta arrotondata; non troppo spessa, assume una posizione eretta quando l’animale è in movimento.
Può essere semi-lungo o corto, generalmente morbido e setoso; in entrambi i tipi è presente un sottopelo.
Sono ammessi tutti i colori e i pattern, incluso il colorpoint tipico del Siamese.
Nonostante sia stato per il momento escluso il rischio di malformazioni congenite alla colonna vertebrale, l’accoppiamento di questi animali è comunque ben controllato proprio per le sue particolarità genetiche.
I cuccioli di Munchkin impiegano dai 9 ai 12 mesi per raggiungere l’età adulta, durante la quale sarà ancor più evidente la differenza di dimensioni rispetto alla maggior parte dei gatti, riguardante principalmente la lunghezza delle zampe.
I Munchkin godono generalmente di buona salute e in base alle statistiche ad oggi stilate sembra che il loro difetto fisico non implichi dei disturbi alla spina dorsale, contrariamente a quanto sostiene la maggior parte di chi si oppone alla diffusione di questa razza. Va detto però che, poiché essa è stata sviluppata relativamente di recente, molti più studi devono ancora essere condotti in questo specifico ambito prima che si possa giungere a una conclusione o a un’altra con il fermo supporto della scienza.
I gatti di questa razza non hanno bisogno di indicazioni specifiche per quanto riguarda l’alimentazione, basterà far seguire loro una dieta equilibrata ad alto contenuto di proteine animali. Se non siete sicuri di come sia meglio procedere a riguardo, consultate il vostro veterinario di fiducia.
Per la varietà di Munchkin a pelo semi-lungo si raccomandano due spazzolate alla settimana; per quella a pelo corto, invece, ne basterà solo una alla settimana. Attenzione particolare richiede il periodo della muta stagionale, che in questa razza comporta la perdita di molto pelo.
Al momento non esistono in Italia degli allevamenti di gatti Munchkin con affisso Anfi. Nel caso in cui voleste comunque procedere con l’acquisto del vostro gattino presso un allevamento non affiliato di vostra conoscenza, vi consigliamo di esercitare la massima prudenza e di effettuare i dovuti controlli autonomamente; ciò vale per il Munchkin come per qualunque altra razza.
Questa piccola meravigliosa razza si rivela adatta a diversi contesti e diversi tipi di famiglie: il Munchkin è infatti perfetto per gli anziani e per le persone che in generale tengono alla propria tranquillità, perché anche lui ama i momenti di relax e coccole.
È però un ottimo animale da compagnia anche nelle famiglie più numerose, con altri animali e bambini, con cui adorerà giocare e trascorrere il proprio tempo a patto che essi sappiano rispettare i suoi bisogni e soprattutto, date le sue dimensioni ridotte, sappiano interagire con lui con la dovuta cautela.
Caratterialmente non mostra tendenza ad avventurarsi all’esterno o allontanarsi da casa, anche se comunque le sue zampine corte gli renderebbero difficile un’impresa simile.
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