Gatto di Biet

Gatto di Biet
gatto di biet felis bieti

Esemplare di Gatto di Biet

Dati generali
Etimologia Prende il nome da Félix Biet, colui che ha diretto le missioni francesi in Cina in merito a questa razza
Genitori Specie autoctona cinese
Presente in natura
Longevità Non si hanno abbastanza informazioni in merito
Impieghi È un gatto selvatico presente in natura e particolarmente raro, non viene impiegato come gatto da compagnia, viene cacciato per la pelliccia
Riproduzione
Fecondità Razza selvatica che si accoppia con esemplari della stessa in natura
Caratteristiche
Pelo Semilungo
Colori Colore variabile in base alla stagione, da marrone scuro al grigio chiaro
Peso da 4 kg a 5,5 kg
Informazioni
Prezzo Incalcolabile
Origine Cina

Il gatto di Biet, altresì chiamato Felis bieti, è una specie asiatica considerata simile al gatto selvatico. Esso è noto anche come gatto della mongolia, gatto di Monsignor Biet, gatto del Gobi o gatto del deserto della Cina.

Endemico della Cina, il gatto di Biet vive per lo più nella parte orientale dell’altopiano tibetano, in praterie e zone boscose tra i 2500 i 5000 m di altitudine.

Questo particolare felino è tra i meno conosciuti del pianeta ed è considerato specie rara e protetta poiché il numero di esemplari esistenti è stimato attorno ai 10.000 individui adulti.

Il gatto di Biet è stato classificato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) come vulnerabile, le principali minacce per questa rara specie sono costituite dal traffico illecito di pellicce e dalle campagne di avvelenamento dei nocivi che riducono considerevolmente la quantità delle prede di cui si nutre.

Questa razza, allo stato selvatico, è infatti un cacciatore notturno e si nutre principalmente di piccoli roditori di varie specie (tra le quali i tarri talpa, pika, arvicole, marmotte, gerbilli e criceti), uccelli come pernici, fagiani e allodole.

Questo felino dalla costituzione robusta è dotato di una spessa pelliccia il cui colore può variare tra il marrone e il grigio chiaro con macchie sfumate di colore più scuro. Solo le zampe anteriori, la faccia e la coda presentano delle striature nette. Le orecchie presentano un ciuffo di peli scuri all’estremità.

Scheda informativa del Gatto di Biet
Taglia Medio/Grande
Per bambini Non si hanno abbastanza informazioni in merito
Con altri gatti Non si hanno abbastanza informazioni in merito
Con cani Non si hanno abbastanza informazioni in merito
Anallergico Non si hanno abbastanza informazioni in merito
Tendenza al sovrappeso Non si hanno abbastanza informazioni in merito
Tendenza a fuggire Non si hanno abbastanza informazioni in merito

Origini storiche della razza

I primi esemplari di gatto di Biet inviati al Museo di storia naturale di Parigi furono due pelli trovate in un mercato di pellicce del Sichuan durante la spedizione in Tibet di Gabriel Bonvalot e del principe Enrico d’Orléans, nel 1889.

Il gatto di Biet venne descritto a partire da queste pelli con il nome Felis bieti da Alphonse Milne-Edwards nel 1892 sulla Revue générale des sciences pures et appliquées.

Originariamente, il gatto di Biet era classificato come una specie considerata strettamente imparentata con il gatto selvatico (Felis silvestris) e il gatto della giungla (Felis chaus) a causa della simile morfologia.

Ne furono proposte due sottospecie: Felis bietis chutuchta e Felis bietis vellerosa. Felis bietis chutuchta venne descritta da Birula nel 1917 come una nuova specie sulla base di un esemplare raccolto da Koslov.

L’olotipo è stato descritto come proveniente dalla Mongolia Interna, sebbene provenga dalla provincia di Ningxia. La presenza del gatto di Biet in entrambe queste province non è mai stata confermata e i ricercatori successivi considerano l’olotipo un esemplare di gatto ornato.

Felis bietis vellerosa venne descritto da Pocock nel 1943 a partire da una pelle del museo di storia naturale di Londra raccolta nella provincia di Shaanxi, successivamente identificata come appartenente a un gatto domestico.

Nel 2007, analisi genetiche dimostrarono che il gatto di Biet è più probabilmente una sottospecie del gatto selvatico, gli fu così conferito il nome Felis silvestris bieti.

Rapporto con l’uomo

Il gatto di Biet è una delle razze di gatto più rare e meno conosciute del pianeta. Gli scienziati cinesi, infatti, conoscono a malapena questo esemplare, e anche i cacciatori stessi sono raramente in grado di identificare questa specie.

Soltanto i venditori di pelli sembrerebbero essere in grado di riconoscere le caratteristiche peculiari delle loro pellicce.

Anche la stessa letteratura cinese sembra essere piena di confusione riguardo questa specie, difatti in essa sono presenti molti errori nei quali il gatto di Biet viene confuso con il manul, il gatto ornato e la lince eurasiatica.

Nei musei sono presenti in totale soltanto una ventina di pelli e qualche cranio appartenenti a questa specie. Gli esemplari viventi detenuti nei giardini zoologici in Cina sono anch’essi estremamente rari.

Le poche informazioni riguardanti il gatto di Biet sono state raccolte dallo scienziato cinese Liao Yanfa e dalle squadre di ricercatori appartenenti allo zoo di Xining che catturarono, tra il 1973 e il 1985 34 esemplari.

La prima fotografia del gatto di Biet nel suo ambiente naturale fu scattata nel 2007 nel Sichuan, grazie ad alcune trappole fotografiche.

Prezzo

Il Gatto di Biet vive nella parte orientale dell’altopiano tibetano, in particolare nelle praterie e nelle boscaglie a circa 5000 metri d’altitudine, e non è un gatto d’allevamento. Perciò possiamo affermare che si tratti di un felino non soltanto raro e quasi introvabile, ma anche dal valore inestimabile.

Caratteristiche fisiche

Zampe

Il Gatto di Biet si sviluppa più in lunghezza che in altezza, perciò ha delle zampe corte rispetto alle proporzioni complessive del corpo.

Corpo

Il Gatto di Biet è molto più grande di un normale gatto domestico, dalla costituzione forte e robusta che gli conferisce da una parte un aspetto massiccio e dall’altra grande potenza e resistenza.

Peso e altezza

Il gatto di Biet in media misura 115,7 centimetri di lunghezza, per l’esattezza la lunghezza della testa e del corpo è di circa 70–85 centimetri mentre quella della coda è di 29–35 centimetri.

L’altezza al garrese in genere è compresa tra i 35 e i 45 centimetri mentre il peso medio è di 5,5 chilogrammi, anche se un esemplare di gatto di Biet allevato in cattività detiene il record assoluto di 9 chilogrammi di peso.

Testa

Il cranio del gatto di Biet si differenzia da quello degli altri felini per la presenza di una cresta mediale sugli ossi basisfenoide e presfenoide e per l’assenza del metaconide sul carnassiale inferiore m1. Le bolle timpaniche rappresentano il 25% della lunghezza totale del cranio e sono molto sviluppate.

Le orecchie color grigio-giallastro sono appuntite e presentano dei ciuffi di pelo scuro della misura di circa 2 cm alle estremità.

Coda

A differenza di altre razze di gatti selvatici, il gatto di Biet possiede una coda molto lunga, in genere tra i 29 e i 35 centimetri. Una coda “importante” non solo per via della lunghezza, ma anche perché ricoperta da un folto strato di pelo caratterizzato dalla presenza di cinque o sei anelli più scuri. La punta della coda in genere è di colore nero.

Pelo

Il gatto di Biet è caratterizzato da un mantello di media lunghezza, folto e molto spesso.

Colori

Il mantello del gatto di Biet è ciò che a tutti gli effetti lo rende un gatto unico nel suo genere. È di colore marrone scuro in estate e di colore grigio chiaro in inverno, puntellata di macchie irregolari che consentono a questo gatto di “mimetizzarsi” nel suo ambiente naturale. Il sottopelo, invece, è bicolore: grigio ardesia alla base e marroncino all’estremità.

La peculiarità di questa pelliccia risiede nella sua irregolarità. Le zampe anteriori presentano delle bande marroni, presenti anche nel resto del corpo in numero e misura imprecisate. La coda è ad anelli neri con la punta anch’essa di colore nero, mentre il ventre, il petto e la parte interna delle zampe sono color crema oppure grigio chiaro.

Cuccioli

Se è raro avvistare di persona un gatto di Biet adulto, figuriamoci i cuccioli. Soltanto di recente è stato pubblicato online un video che mostra un nucleo familiare di gatti di Biet e sono davvero poche le informazioni che possiamo trarne. Il video mostra una femmina con i suoi due cuccioli intenti a camminare tra l’erba alta dell’altipiano tibetano.

Come qualsiasi cucciolo, anche questi piccolini giocano e corrono felici e all’apparenza si comportano come qualsiasi altro piccolo felino domestico. Naturalmente si notano le dimensioni molto più grandi rispetto ai comuni gattini a cui siamo abituati, che ne anticipano del resto l’aspetto che avranno una volta adulti.

Salute

Non è stato possibile finora compiere degli studi approfonditi sul gatto di Biet, neanche su ciò che concerne il suo stato di salute, l’aspettativa di vita oppure le eventuali patologie congenite di cui potrebbe soffrire.

Indicazioni sull’alimentazione

Il gatto di Biet vive nella natura selvaggia e di certo non sarebbe un gatto “da croccantini” o scatolette di tonno. Da sempre questo meraviglioso felino vive di caccia, come d’altronde fanno tutti i felini che vivono in natura e al di fuori del contesto domestico, nutrendosi di piccole prede tra roditori e volatili.

Toelettatura

Ipotizzando di avere con noi un esemplare di gatto di Biet – anche se molto improbabile – la sua toelettatura non richiederebbe una particolare manutenzione. Possiamo dedurlo dal fatto che si tratti di un gatto con una pelliccia di media lunghezza, più lunga soltanto nelle orecchie e nella coda, e in più dal pelo molto spesso che richiederebbe al massimo una spazzolatura settimanale.

Anche per quanto riguarda il bagno possiamo avanzare un’ipotesi, che poi è in perfetta linea con il mondo felino che conosciamo più da vicino: il gatto di Biet non sarebbe molto propenso al bagno e con un felino di tali dimensioni e forza potrebbe essere non solo un’impresa difficile, ma anche pericolosa.

Allevamenti

Il gatto di Biet non è un felino da allevamento, vive ancora oggi allo stato selvaggio negli altipiani del Tibet. Perciò non deve sorprendere il fatto che in Italia non vi siano allevamenti riconosciuti che si occupino proprio di questa razza. Del resto sono introvabili in qualsiasi altra parte del mondo.

Prendersi cura del Gatto di Biet

Il gatto di Biet è un animale selvatico che non vive abitualmente in ambiente domestico. Un’indomito felino che trascorre la sua vita a cacciare in mezzo alla natura.

Vive per lo più in ambienti semi-desertici tanto che nonostante il proliferare dei centri abitati ha continuato a rimanere totalmente estraneo alla vita urbana, nutrendosi principalmente di roditori come d’altronde ha sempre fatto.

Non è facile ipotizzare come ci si possa prendere cura di un Gatto di Biet, perché si tratta di un felino talmente raro che non è neanche semplice avvistarne degli esemplari.

Quel che è certo è che privarlo della sua libertà sarebbe profondamente ingiusto, metterebbe un freno al suo primordiale istinto da cacciatore e sicuramente non lo renderebbe affatto un gatto felice, pur con tutto l’affetto del mondo.

Il gatto di Biet, insomma, non è un animale da compagnia né un compagno di giochi. È un signor felino che ha tutto il diritto di continuare a vivere la sua esistenza libera e indipendente.

Curiosità

Il gatto di Biet spesso viene confuso con altre razze feline come il gatto ornato o gatto selvatico asiatico (Felis silvestris ornata), il manul o gatto di Pallas o ancora gatto delle steppe (Otocolobus manul) e la lince eurasiatica o lince europea (Lynx lynx Linnaeus).

Sebbene siano felini simili, queste tre razze si differenziano dal gatto di Biet per via di alcune caratteristiche peculiari: il gatto ornato non ha i ciuffi di pelo nelle orecchie, ha un mantello più corto e ricoperto da macchie o strisce; anche il gatto manul non ha i ciuffi di pelo nelle orecchie, è di dimensioni più piccole e di colore grigio, con la coda più corta; la lince eurasiatica, infine, è molto più grande del gatto di Biet e, come il manul, ha la coda più corta.