Caracal | |
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Esemplare di Caracal |
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Dati generali | |
Etimologia | Il nome deriva dalla parola turca karakulak che significa “orecchio nero”, si riferisce al particolare ciuffo di peli neri che ricopre, appunto, le orecchie |
Genitori | L‘origine di tale razza non è chiara ma sicuramente molto antica: compaiono sue raffigurazioni persino in affreschi, provenienti dall’Antico Egitto, rappresentanti scene di caccia |
Presente in natura | Sì |
Longevità | 15-20 anni |
Impieghi | Animale prevalentemente selvatico, viene allevato per la caccia in India e Iran ma anche come animale da compagnia. In Italia la sua detenzione è, invece, illegale. |
Riproduzione | |
Fecondità | In natura si accoppia con esemplari della stessa razza. Tuttavia sono state create delle varianti più “domestiche” incrociando questa razza con il gatto domestico, ottenendo una razza chiamata Caracat, e con il Serval, ottenendone un’altra soprannominata Caraval. |
Caratteristiche | |
Pelo | Corto |
Colori | Grigio, Rosso-bruno |
Peso | Tra 11 kg e 15 kg |
Informazioni | |
Prezzo | Circa 10.000€ |
Origine | Non definibile, si pensa esistessero già nell’Antico Egitto |
Il Caracal (nome completo Caracal Caracal) è un felide di media grandezza, uno dei più rari e particolari che il mondo felino conosca.
Si tratta di un meraviglioso gatto selvatico che abitualmente vive nelle regioni desertiche dell’Africa e dell’Asia e ha un aspetto che in parte ricorda quello della lince, ragion per cui viene chiamato anche “Lince del deserto”.
Analizzando bene la struttura e le caratteristiche del Caracal possiamo affermare che rappresenta il giusto compromesso tra un piccolo e un grande felino.
Scheda informativa del Gatto del Bengala | |
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Taglia | Medio/Grande |
Per bambini | Non si hanno informazioni in merito, però, trattandosi di una specie di origine selvatica e dal forte istinto predatorio, il rapporto con i bambini potrebbe rivelarsi pericoloso |
Con altri gatti | Non si hanno abbastanza informazioni in merito |
Con cani | Non si hanno abbastanza informazioni in merito |
Anallergico | No |
Tendenza al sovrappeso | Non si hanno abbastanza informazioni in merito |
Tendenza a fuggire | È una razza a tutti gli effetti selvatica, nei rari casi in cui viene addomesticata è presumibile che il suo forte istinto renda l’animale molto propenso alla fuga |
Non esiste una data certa da attribuire alla prima comparsa di questa particolare razza felina. Possiamo di certo dedurre che abbia fatto la sua comparsa già secoli or sono, ma la vera storia delle origini del Caracal resta avvolta nel mistero.
Il mistero, d’altronde, è una delle cifre caratteristiche di questo gatto che continua a vivere prevalentemente in habitat semidesertici e desertici in cui riesce a sopravvivere grazie a un istinto predatorio estremamente sviluppato e la capacità di restare a lungo senza ingerire acqua (assimila i fluidi dalle prede).
Le prime testimonianze sul Caracal vanno rintracciate nell’antichità: gli antichi Egizi lo hanno raffigurato in alcune scene di caccia negli affreschi di Beni-Hasan.
Le altre poche testimonianze certe sul Caracal affermano che in India e in Iran veniva addestrato per la caccia agli uccelli, o meglio per delle vere e proprie gare che si svolgevano all’interno delle arene.
Il Caracal scendeva in una pista piena di piccioni e gli spettatori scommettevano sulla capacità del gatto di acchiapparli. Con la sua incredibile capacità nel salto poteva abbatterne addirittura 10 in una volta sola.
Attualmente il Caracal vive in Asia e in alcune regioni dell’Africa (quelle boschive e semidesertiche). In Asia possiamo trovarlo nel deserto del Karakum in Turkmenistan, in Turkestan, Pakistan, Afghanistan, Iran, Iraq, India e alcuni esemplari sono stati con certezza avvistati in Rajasthan.
Vive anche in parecchie regioni dell’Arabia Saudita e fino a non molto tempo fa non era raro avvistarlo in Libia, in Asia minore, Anatolia e nella regione dell’Izimir e del Fethiye (anche se l’ultimo esemplare catturato qui risale al 1957).
Scendendo più a sud, al di sotto del Sahara, il Caracal è molto diffuso in Somalia mentre è rarissimo trovarlo nella Repubblica Centrafricana. Alcuni esemplari vivono in Ciad, Tibesti e nel nord del Camerun.
Non è certo se viva in Gabon e in Senegal, ma al contrario è parecchio diffuso in Botswana e nel distretto di Gobabis, così come in Angola, medio Congo, Sudan, Mauritania e Aïr.
Se in passato furono distinte ben nove sottospecie di Caracal, attualmente in base alle ultime ricerche e alla collocazione geografica ne vengono riconosciute tre: il Caracal Caracal Caracal in Africa meridionale e orientale; il Caracal Caracal Nubicus in Africa settentrionale e occidentale; il Caracal Schmitzi Caracal in Asia (Medio Oriente e India).
Attualmente il Caracal viene addestrato in India per la caccia all’antilope cervicapra, una preda molto simile al nostro daino ma di dimensioni decisamente più ridotte.
Il Caracal è uno dei gatti più costosi che esistano e in media il prezzo di un cucciolo si aggira intorno ai 10.000 euro.
Possiamo definire il Caracal come l’anello di congiunzione tra piccoli e grandi felini, ma il suo essere di base un gatto selvatico lo rende un animale molto solitario e un feroce predatore.
Per via della sua indole è considerato uno degli animali più pericolosi al mondo. Per averne prova basta osservare il modo in cui si avventa sulle sue prede: si apposta cogliendole di sorpresa, puntando direttamente al collo, e le azzanna bloccandole in una violenta morsa senza preoccuparsi delle dimensioni. Piccole o grandi che siano, il Caracal non si tira mai indietro di fronte alle sue prede.
Tutto questo lo rende estremamente pericoloso per l’uomo e non è raro che le cronache registrino vittime tra gli esseri umani che inconsciamente (e stupidamente) abbiano tentato di avvicinarlo.
Il Caracal è un felino notturno e solitario che si unisce in gruppo con i suoi simili soltanto nella stagione degli amori. In genere passa le giornate rintanato in buche scavate da altri animali, ed esce dalla “tana” dopo il tramonto per andare a caccia. Si nutre principalmente di roditori, uccelli, lepri, antilopi, pecore, gazzelle e galline.
La struttura fisica del Caracal è progettata per renderlo praticamente perfetto: è muscoloso ma agile, riesce a raggiungere velocità elevatissime durante la corsa e può compiere salti incredibili che gli consentono di arrampicarsi anche sugli alberi più alti quando deve sfuggire a un altro predatore (tassi del miele, leoni, licaoni, iene maculate, iene brune, ghepardi e il suo peggior nemico, il leopardo).
Le zampe del Caracal sono potenti e robuste, in armonia con il resto del corpo. Le zampe posteriori sono sempre più lunghe rispetto a quelle anteriori, ma in generale questo felino ha un assetto basso.
Il Caracal è considerato un felide di taglia media ed è il più grande tra i piccoli felini che vivono nel continente africano, nonché il più robusto e il più potente in assoluto.
I maschi di Caracal sono tendenzialmente più grandi delle femmine. In media questi felini hanno un peso compreso tra gli 11 e i 14 chilogrammi e un’altezza di 50 centimetri.
Secondo le statistiche più attendibili le femmine pesano intorno agli 11 chilogrammi e sono alte in media 109 centimetri, mentre i maschi pesano intorno ai 15 chilogrammi e sono alti 117 centimetri.
La testa è una delle parti del corpo peculiari del Caracal: è piccola ma sormontata da due orecchie ampie e lunghe, dalla forma a punta e alla cui sommità cresce un ciuffo di pelo nero.
Il dorso delle orecchie, invece, in genere è completamente nero ma puntellato di peli di colore più chiaro (di solito bianco).
Il cranio del Caracal, inoltre, è arrotondato e privo del secondo premolare superiore, unico dettaglio che lo distingue dal Serval, un altro felino selvatico africano quasi del tutto identico.
Il muso del Caracal ricorda molto quello della lince, non solo nella forma del naso ma anche in quella degli occhi, caratterizzati da pupille circolari.
Inoltre è elegantemente arricchito da strisce di pelo nero a attorno a occhi, naso e bocca e da una macchia di pelo bianco sotto il mento.
Rispetto alla lince, sua vicinissima parente, il Caracal ha una coda molto lunga che può raggiungere i 25 centimetri di lunghezza, tuttavia corta in rapporto alla lunghezza del corpo.
Quando si osserva un Caracal non si può non restare affascinati dalla bellezza e dalla particolarità del suo manto, che si presenta corto, liscio e morbido al tatto.
Come quasi tutti i felidi, il Caracal è dicromatico ed esiste in due diverse varianti di colore, grigio o rosso-bruno. Queste a loro volta possono presentarsi in diverse tonalità più o meno chiare come giallo-marrone, pallido-rossastro, rosso mattone o sabbia.
In generale il Caracal è più scuro sul dorso che sui fianchi e la parte inferiore del corpo è di un colore che si avvicina molto al bianco, spesso puntellata di deboli macchie rossastre o più scure.
Non sono molte le informazioni sulle attività riproduttive di questo felino africano. Sappiamo che in genere la femmina partorisce due o tre piccoli che poi alleva nelle tane di altri animali. Altre volte prepara una sorta di nido nelle cavità tra le rocce ricoprendolo di piume ricavate dalle prede.
La gestazione di una femmina di Caracal dura in media 70 giorni e i piccoli nascono ciechi ma interamente ricoperti di pelo. Bastano pochissime settimane e i cuccioli sono già autosufficienti, anche se rimangono al fianco della madre fino al compimento del primo anno di età.
I giovani Caracal raggiungono la maturità sessuale intorno ai due anni.
Il Caracal è una razza felina dotata di una sana e robusta costituzione e non è difficile credere al fatto che riesca a vivere in media dai 15 ai 20 anni.
Il Caracal attacca e divora qualsiasi tipo di preda, predilige quelle più piccole ma non si tira indietro di fronte a quelle più grandi. Si nutre principalmente di piccole antilopi piccole e, se si trova a pochi passi da un ovile, le galline del circondario non hanno scampo.
Le prede variano anche in base alla posizione geografica in cui vive. Fra queste possiamo citare i dendroiraci, gli oribi, i dik-dik, oltre alle già citate gazzelle e galline, ma anche lepri, dipi e scincidi.
Secondo alcuni studiosi della razza felina i Caracal che vivono in ambiente semidesertico a volte cacciano e divorano anche i serpenti e gli altri rettili presenti nell’habitat.
Il Caracal, però, primeggia su tutti gli altri felini nella cattura degli uccelli, per i quali ha un fiuto imbattibile. Non solo riesce a scovarli praticamente ovunque, ma riesce ad avvicinarli strisciando lentamente sul suolo e senza farsi sentire.
In molti casi salta talmente in alto e con una precisione tale da riuscire ad acchiapparli mentre volano a tre metri dal suolo.
Nonostante sia apparentemente un animale molto vorace, in realtà il Caracal quando mangia è quasi schizzinoso. Una volta uccisa la preda, prima di consumare il pasto scarta gli organi interni, toglie in parte la pelliccia (in particolare quella delle prede più grandi) ed evita di ingerire peli separando con cura la carne dalla pelle.
Se è troppo affamato, però, non esita a inghiottire anche le penne degli uccelli (i più piccoli) e perfino le carni in decomposizione.
Ipotizziamo di possedere un Caracal (anche se in Italia è illegale e punibile dalla legge): dal momento che si tratta di un gatto a pelo corto, non richiederebbe di certo una particolare manutenzione.
Basterebbe spazzolarlo una o due volte alla settimana per mantenere il pelo lucido e pulito ed evitare l’accumulo di quello residuo.
In Italia è illegale possedere un Caracal per la stessa legge che vieta di importare animali esotici e selvatici potenzialmente pericolosi per l’incolumità dell’uomo.
Parliamo della Legge 150 del 7 febbraio 1992 che è stata introdotta nel nostro Ordinamento Giuridico al fine di applicare anche in Italia la CITES, ovvero la Convenzione internazionale sul commercio delle specie minacciate di estinzione (dall’inglese Convention on International Trade of Endangered Species) firmata a Washington nel 1973.
Oltre alla disciplina penale relativa all’applicazione della CITES, la legge comprende le norme per la commercializzazione e la detenzione di esemplari vivi di mammiferi e rettili che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica, sia quelli selvatici che quelli riprodotti in cattività.
La violazione dei divieti è sanzionata penalmente con l’arresto fino a sei mesi o l’ammenda da 15.000 a 300.000 euro e in caso di reato gli animali detenuti illegalmente vengono subito confiscati.
Tuttavia esistono delle eccezioni, e attualmente sono ammessi gli incroci tra gatti domestici e felini selvatici soltanto dalla quarta generazione in poi.
È a tal proposito che è stato creato il Caracat, un incrocio tra Caracal e gatto domestico molto simile nell’aspetto al gatto selvatico africano ma di dimensioni un po’ più piccole. Il Caracat è un animale molto raro e soprattutto molto costoso, tanto che un cucciolo costa intorno ai 10.000 euro.
Esiste anche un altro ibrido nato per soddisfare il mercato di animali esotici chiamato Caraval, un incrocio tra un Caracal maschio e una Serval femmina (un altro felino selvatico originario dell’Africa), diffuso negli Stati Uniti ma assolutamente vietato in Italia.
Attualmente convivono due diverse teorie tra gli studiosi sull’addestrabilità dei cuccioli di Caracal, animale dall’indole selvaggia e ribelle.
Alcuni naturalisti sono fermamente convinti che sia molto difficile, anzi impossibile, addomesticare i piccoli, mentre altri affermano che questi felidi diventano molto docili se educati sin dalla più tenera età e con i giusti metodi.
È il motivo per cui in India e in Iran in passato il Caracal veniva allevato per la caccia, oltre che tenuto in casa come animale da compagnia.
In Africa, invece, è sempre stato considerato un predatore nocivo perché, essendo attirato dagli uccelli, ha la tendenza ad attaccare i pollai. Per questo sono loro a dargli la caccia per preservare le proprie (e spesso scarse) fonti di sostentamento.
La peculiarità di questo gatto è da ricercare, senza dubbio, nelle orecchie dall’aspetto inconfondibile: sono grandi e molto lunghe con le estremità a punta e ricoperte da un ciuffo di peli neri.
Ed è proprio a questa caratteristica che deve il suo nome. Caracal, infatti, deriva dalla parola turca karakulak che significa “orecchio nero”.
Anche gli altri nomi con cui è conosciuto il Caracal hanno un significato pressoché identico: in India e in Pakistan viene chiamato con il termine persiano syahgosh (o shyahgosh) che significa “dalle orecchie nere”.
In afrikaans, invece, viene chiamato rooikat, letteralmente “gatto rosso”, in riferimento al colore del suo pelo che si presenta morbido e lucente e di un rosso acceso tendente all’arancione, con delle striature nere sul muso e sugli occhi.
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