Burmese | |
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Esemplare di Burmese |
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Dati generali | |
Etimologia | Il nome deriva dalla zona da cui proviene, appunto la Birmania |
Genitori | Si crede che possa essere diretto discendente dei gatti sacri della Birmania |
Presente in natura | No |
Longevità | 15-18 anni |
Impieghi | Animale da compagnia |
Riproduzione | |
Fecondità | Sono consigliati incroci con Bombay, Tonkinese ed esemplari della stessa razza |
Caratteristiche | |
Pelo | Corto, semilungo |
Colori | Sable, champagne, blu, platinum. |
Peso | da 3 kg a 5 kg |
Informazioni | |
Prezzo | Circa 1000€ |
Origine | Thailandia |
Il Burmese è una razza di gatto originaria del Myanmar (Birmania) e Thailandia, dalla corporatura compatta ma pesante e viene spesso descritto come un mattone avvolto nella seta. La sua corporatura pesante però non gli impedisce di essere un felino piuttosto attivo ed acrobatico.
Il gatto Burmese è un felino estroverso e divertente che ama le persone. Quando non è impegnato a mostrare le sue doti acrobatiche raggiungendo i punti più alti della casa, si accuccia sulle gambe dei suoi umani o porta avanti grandi conversazioni con una voce spesso descritta come rauca e delicata, come un brontolio.
Il Burmese è un compagno di gioco disponibile con i bambini, disposto anche ad essere sottomesso, travestito ed essere portato a spasso in un passeggino per bambole.
Questa razza ama le attenzioni e quando siete a casa vi seguirà dappertutto, di conseguenza non ama essere lasciata da sola per lunghi periodi di tempo.
Scheda informativa del Burmese | |
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Taglia | Media |
Per bambini | Ottimo e paziente compagno di giochi |
Con altri gatti | Di solito preferisce essere l’unico gatto in casa, ma può abituarsi col tempo alla presenza di un suo simile |
Con cani | Convivenza generalmente complicata |
Anallergico | No |
Tendenza al sovrappeso | Dal corpo già massiccio di base, ha bisogno di allenamento frequente e un controllo dell’appetito per evitare che ingrassi troppo |
Tendenza a fuggire | Ama la vita casalinga, ma ha comunque bisogno di poter stare all’aria aperta regolarmente, quindi è bene lasciarlo uscire di tanto in tanto per diminuire l’impulso di fuga |
Il Burmese è originario del Myanmar (Birmania) e della Thailandia e quello che conosciamo e amiamo al giorno d’oggi può essere riconducibile ad un singolo esemplare femmina di gatto domestico chiamata Wong Mau.
Nel 1930, Wong Mau fu trasportata negli stati Uniti da Rangoon, Burma (ora Yangon, Myanmar), dal Dr. Joseph Thompson di San Francisco. Come narra la storia, un marinaio anonimo donò il felino al Dr Thompson il quale lo portò a casa attraverso la baia. Wong Mau era un gatto piccolo, di ossatura sottile, con un corpo compatto, una testa rotonda ed un muso corto, occhi rotondi ben distanziati, ed un pelo corto di colore marrone noce con parti marrone più scuro sul viso, sulle orecchie, sulle zampe e sulla coda.
Il Dr. Thompson era molto preso da Wong Mau poiché gli ricordava dei gatti visti in Tibet, esso infatti aveva prestato servizio nella Marina degli Stati Uniti come medico per alcuni anni ed aveva sviluppato un grande interesse per Sud est Asiatico. Passò del tempo in un monastero in Tibet e restò incantato dai gatti a pelo corto marroni dell’area.
Questi gatti, chiamati “gatti di rame” nelle loro terre natie a causa del loro ricco colore marrone, sono esistiti nel sud est Asiatico per secoli. Essi erano raffigurati e descritti nell’antico manoscritto “The Cat-Book Poems”, manoscritto contenente versi e dipinti scritto nella città di Ayutthaya, Siam, tra il 1350 d.c. quando la città fu fondata ed il 1767 d.c. quando la città venne distrutta dagli invasori.
Secondo le leggende, il Burmese è discendente di una razza una volta venerata nei templi Burmesi come incarnazione degli dei. The Cat-Book Poems mostra anche foto di Siamesi, e di gatti che possono essere considerati Korat, indicando che questi esistevano già come razze definite e separate da secoli.
Il Dr. Thompson era così preso dalla bellezza e dal carattere di Wong Mau che volle creare un programma di allevamento per isolare le caratteristiche distintive di Wong Mau in modo da poter riprodurre il suo tipo e colore. Esso ingaggiò l’aiuto di diverse persone, incluso quello di un noto genetista, Dr. Clyde E. Keeler dell’università di Harvard.
A questo punto Wong Mau venne incrociata con un Siamese sealpoint chiamato Tai Mau, la cucciolata risultante mostrò tre diversi colori e schemi: beige, sable brown e pointed.
Nel processo il Dr. Thompson scoprì che Wong Mau stessa era in realtà un Siamese ibrido, mezzo Siamese e mezzo Burmese (che al giorno d’oggi potremmo chiamare Tonkinese). Questo accadde poiché lo schema pointed è di per se un tratto recessivo, e quindi per manifestarsi un gatto deve ereditare una copia dello stesso gene da entrambi i genitori, per questo motivo Wong Mau deve aver posseduto il gene dello schema pointed.
Più avanti venne scoperto che il gene del Burmese portatore del colore sable è un membro della serie albina di alleli genici. Il gene Burmese fa si che il nero solido appaia sable brown scuro riducendo la quantità di pigmenti nei peli.
Nel 1936, la CFA (Cat Fanciers’ Association) accettò la razza Burmese per la registrazione e i gatti Burmesi ebbero un immediato successo non appena vennero introdotti in Nord America nei tardi anni ’30 e primi anni ’40.
I risultati del programma di allevamento originale vennero pubblicati dal Journal of Heredity nell’aprile del 1943 e furono scritti dal Dr. Thompson, Virginia Cobb, Billie Gerst e dal Dr. Clyde E. Keeler. Sfortunatamente il Dr. Thompson morì di infarto durante la fase di pubblicazione del giornale. L’articolo attirò ancora più attenzione ed ammiratori verso la razza.
Il look attuale del Burmese è cambiato col tempo raggiungendo la diversità e l’aspetto attuale nel corso degli anni. Quasi 30 anni fa due distinte tipologie di testa emersero: il Burmese Contemporaneo ed il Burmese Europeo.
Il prezzo di un esemplare di gatto Burmese, data la sua particolarità, si aggira attorno ai 1000€.
In molti sostengono che il Burmese sia un gatto dal carattere divertente, giocherellone e super intelligente, il gatto interattivo perfetto per ogni casa o persona che abbia bisogno di amore e allegria.
Devoto e amorevole, il Burmese è spesso leale e orientato verso le persone e vi donerà il suo amore incondizionato anche quando non siete proprio amorevoli al massimo.
Il Burmese sembra che non cresca mai, è divertente all’età di 16 settimane come lo è a 16 anni. Il Burmese, con un carico di buon umore e giocosità, ama intrattenere la sua famiglia eseguendo balzi in cima ai mobili più alti, fermandosi soltanto per assicurarsi che il suo pubblico lo stia osservando.
Se le sue acrobazie passano inosservate, potete star sicuri che tornerà indietro fissandovi ed esigendo la vostra attenzione. Il Burmese è una razza molto determinata, capace di averla vinta in ogni situazione.
Potrebbero esserci alcune differenze caratteriali tra esemplari adulti maschi e femmine di Burmese: le femmine sono intelligenti, molto curiose, attive e coinvolte emotivamente in maniera profonda nei confronti dei loro compagni umani; i maschi sono anch’essi completamente devoti ai loro umani ma presentano un temperamento più moderato.
Il Burmese possiede un tono di voce unico, un po’ rauco, come se stesse perdendo la voce a causa del troppo parlare. Il Burmese non è così vocale tanto quanto il suo cugino Siamese, a meno che non abbia qualcosa di importante da esprimere, in quel caso il suo messaggio sarà reiterato fino a quando non otterrà precisamente ciò che vuole.
Eccoci dunque con le caratteristiche fisiche del gatto Burmese:
Le zampe sono ben proporzionate al corpo, la punta delle è zampe rotonda.
Il corpo del Burmese è di media grandezza, muscoloso in sviluppo, presenta un’apparenza compatta. Petto ampio e arrotondato, dorso livellato dalle spalle alla coda. I maschi possono essere di dimensioni più grandi.
Per quanto riguarda il peso, questo per i maschi e le femmine oscilla tra i 3 e i 5 kg, anche se le femmine mediamente pesano intorno ai 4 kg.
La testa è piacevolmente rotonda senza punti piatti sia vista di profilo che di fronte. Il viso è pieno, ampiezza considerevole tra gli occhi che si fonde gentilmente in un muso ampio e ben sviluppato che mantiene i contorni rotondi della testa. Il mento è fermo e rotondo, la testa poggia su un collo ben sviluppato. Le orecchie sono di media dimensione, ben distanziate, ampie alla base e dalla punta rotonda, la loro leggera inclinazione in avanti contribuisce a farle apparire in allerta. Gli occhi sono grandi, molto distanziati e dall’apertura rotonda.
La coda è dritta e di media lunghezza.
Il pelo del Burmese è corto, fine, lucido, dalla consistenza satinata, corto, si distende molto vicino al corpo.
Il gatto Burmese può presentarsi nei seguenti colori: Sable, champagne, blu e platinum.
I cuccioli quando nascono tendono ad essere sempre di colore chiaro, solo con il passare del tempo acquisiscono il colore originale. Durante le prime settimane di vita risulta quindi particolarmente difficile capire la varietà di colore.
In ogni caso come per tutti i cuccioli, risulta necessario fare vivere i cuccioli all’interno di un ambiente caldo e privo di umidità, i cuccioli infatti possono raffreddarsi molto velocemente e a questa età un raffreddore potrebbe compromettere anche la vita. È consigliabile inoltre non intromettersi tra la madre e i cuccioli, fino allo svezzamento infatti la cura dei cuccioli dipende esclusivamente dalla madre. È perfino sconsigliabile toccare i cuccioli a mani nude perché nascendo privi di pelo. risultano particolarmente delicati.
Il Burmese gode genericamente di buona salute ma esistono alcune condizioni mediche alle quali può essere soggetto: alcuni esemplari di Burmese possono presentare delle deformità al cranio, glaucoma o Iperestesia felina che può risultare in un aumento della sensibilità al tatto o stimoli dolorosi.
Alcuni soggetti possono anche essere inclini allo sviluppo di calcoli di ossilato di calcio nel tratto urinario.
L’Iperestesia felina è una rara patologia del gatto che si manifesta sotto forma di “fitte” di ipersensibilità sulla schiena del gatto. Il gatto è calmo ed improvvisamente salta, si guarda e si morde la schiena come se qualcosa lo stesse attaccando. In alcuni casi è possibile vedere la pelle muoversi.
Come tutti i gatti, anche il Burmese è carnivoro e per tale motivo, necessita di mangiare carne o pesce. È preferibile inoltre ridurre al minimo il consumo di carboidrati perché anche se il Burmese tende a stare in continuo movimento, è predisposto all’obesità; questa condizione infatti può compromettere anche irrimediabilmente la salute del gatto.
Il pelo del Burmese non richiede particolari sforzi, non perdono infatti eccessivamente pelo neanche nelle stagioni di muta. La spazzolatura può essere fatta ogni due settimane, ma risulta necessario l’ausilio di alcuni prodotto specifici, per evitare che la pelle del gatto possa irritarsi eccessivamente. Risulta tuttavia indispensabile riuscire a mantenere una corretta igiene dentale per evitare problemi legati all’apparato orale come parodontiti.
Secondo il sito Anfi, in Italia è presente un solo allevamento che si occupa di allevare questa razza; questo si trova in Toscana, precisamente a Rufina, presso l’allevamento “Mille fiabe” gestito dall’allevatrice Eleonora Pucci.
Il Burmese è considerato a tutti gli effetti un gatto osservatore ed è solito vederlo spesso davanti ad una finestra che osserva tutto ciò che accade fuori. Sono gatti che amano quotidianamente giocare, stare al centro dell’attenzione e amano moltissimo le coccole, soprattutto sulla pancia.
Per quanto riguarda la convivenza con altri gatti, il Burmese può andare molto d’accordo con altri gatti appartenenti alla stessa razza, mentre potrebbe trovare serie difficoltà con gatti appartenenti a razze diverse. Essendo inoltre degli incredibili saltatori, necessitano di avere a propria disposizione un trespolo, che gli permette di saltare e giocare in totale sicurezza.
Nel 1947 durante un’esposizione felina vennero esposti dei gatti ibridi del Burmese; questo atto venne fatto perché il Burmese divenne un gatto parecchio popolare e alcune persone cercarono di aggirare le regole esponendo gatti che non erano di razza pura.
Questo tuttavia inficiò sul riconoscimento ufficiale della razza e la Cat Fancier’s Association respinse quindi la richiesta di riconoscimento, che però avvenne a tutti gli effetti nel 1953. In questo anno la Società di gatti Burmesi d’America ha riconosciuto la razza; inoltre si è impegnata affinché non si presentasse mai più un errore simile a quello commesso anni prima.
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