Balinese | |
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Esemplare di Balinese |
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Dati generali | |
Etimologia | Il nome ha origine alla similitudine fatta con le “ballerine balinesi”, nome coniato da una delle responsabili dello sviluppo della razza, Helen Smith, che vedeva una somiglianza con le stesse |
Genitori | Si pensa che nella sua creazione siano stati utilizzati per gli incroci anche Siamese e Persiano |
Presente in natura | No |
Longevità | 15-20 anni |
Impieghi | Animale da compagnia |
Riproduzione | |
Fecondità | Gli accoppiamenti permessi sono con gatti della stessa razza oltre che con Siamese, Mandarino, Gatto Orientale |
Caratteristiche | |
Pelo | Medio |
Colori | Seal point, Blue point, Chocolate point, Lilac point |
Peso | tra 2,2 e 4,5 kg per i maschi, tra 1,8 e 3,5 kg le femmine |
Informazioni | |
Prezzo | Da 700€ ad oltre 1000€ |
Origine | Strettamente legata al Siamese, vengono menzionati per la prima volta, sulla rivista Penny Illustrated, nel 1871 |
Il Balinese è una razza di gatti di taglia media che rientra nella stessa categoria di felini domestici di origini orientali a cui appartiene anche il Siamese, con il quale ha molti punti in comune principalmente per quanto riguarda le colorazioni del mantello; è però negli Stati Uniti che ha trascorso la parte più recente della sua storia ed è stato sviluppato come razza a sé stante.
Il suo nome non indica infatti la sua provenienza geografica ma ne vuole evidenziare l’eleganza e la grazia dei movimenti, considerate simili a quelle delle affascinanti danzatrici dei templi di Bali.
Il Balinese è caratterizzato anche da una corporatura snella ma muscolosa e da una pelliccia sottile e setosa, non molto folta se non sulla coda, che presenta motivi colourpoint di vario tipo.
Caratterialmente è molto affettuoso con i suoi umani preferiti ma piuttosto guardingo nei confronti degli estranei, anche se la sua grande curiosità lo porterà comunque a superare ogni diffidenza nella maggior parte dei casi. Socievole e vivace, ha frequente bisogno di coccole ma anche di spazi adeguati in cui potersi muovere nella massima libertà.
Scheda informativa del Balinese | |
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Taglia | Media |
Per bambini | Può essere un vivace e curioso compagno di giochi se gli sarà riservato il giusto rispetto |
Con altri gatti | Non preferisce la compagnia dei suoi simili, ma basterà un po’ di tempo per abituarlo alla sua presenza |
Con cani | Curioso e propenso al rapporto con i cani, è importante un lavoro di socializzazione precedente |
Anallergico | No |
Tendenza al sovrappeso | L’aumento di peso può essere facilmente contrastato con un’alimentazione regolare e facendo sfogare l’animale con frequente attività fisica |
Tendenza a fuggire | Sottile, agile e avventuriero: l’attitudine ad evadere è spiccata, meglio far attenzione a porte e finestre quando si adotta uno di loro |
La storia più antica del Balinese è al momento sconosciuta ma sappiamo che è strettamente legata a quella del Siamese. Alcuni considerano come prova sufficiente della sua esistenza prima del XX secolo una copia della rivista Penny Illustrated del 1871 in cui erano menzionati dei Siamesi a pelo lungo.
Nei primi decenni del 1900 venne documentata la nascita di gattini a pelo lungo nelle cucciolate di alcuni Siamesi, che fino ad allora erano sempre stati considerati esclusivamente a pelo corto. Alcuni sostengono che il gene recessivo da cui dipende il pelo lungo sia stato introdotto nel pool genetico del Siamese dopo la Prima Guerra Mondiale.
Poiché durante la guerra il Siamese rischiava di scomparire del tutto, vennero utilizzate altre razze anche prive di pedigree per aumentarne il numero di esemplari. Si pensa che una delle razze impiegate in questo processo sia stata quella del Turco d’Angora, gatto dal pelo semi-lungo molto simile a quello del Balinese.
Altri invece sono convinti che il gene recessivo del pelo lungo rappresenti semplicemente una mutazione naturale che si verifica spontaneamente e in modo sporadico. Entrambe le ipotesi sono state discusse a lungo ed entrambe hanno esponenti di spicco all’interno delle più prestigiose associazioni feline, ma non è stato ancora possibile stabilire con certezza quale delle due sia veritiera. A prescindere dal modo in cui tale gene fosse stato acquisito, però, i cuccioli nati col pelo lungo non vennero inizialmente considerati più di tanto.
Negli anni ’40 alcuni appassionati cominciarono a pensare che questi gatti potessero rappresentare una nuova entrata all’elenco delle razze feline già esistenti e riconosciute, ma fu solo nel decennio successivo che questa volontà si concretizzò in un vero e proprio programma di allevamento. Due allevatrici americane, Marion Dorsey in California e Helen Smith a New York, rimasero affascinate dalla bellezza di alcuni gattini a pelo lungo presenti nelle cucciolate delle loro Siamesi Rai-Mar e MerryMews e decisero di sviluppare altri esemplari simili. Fu in particolare la Smith a coniare il nome di Balinese, che secondo lei evidenziava la somiglianza tra le linee morbide e i movimenti aggraziati di questo micio e quelli delle danzatrici di Bali. A quell’epoca, tra l’altro, i Balinesi presentavano spesso un’ossatura più pesante e una pelliccia più fitta rispetto al Siamese.
Entro il 1970 tutte le principali associazioni del Nord America allora esistenti avevano aggiunto il Balinese ai loro registri; erano ammesse solo quattro combinazioni: seal, blue, chocolate e lilac. Nel 1979 anche la TICA ammise il Balinese alle competizioni feline. In seguito al suo riconoscimento e apprezzamento cominciò a venir promossa anche una variante cromatica di questa razza, il Giavanese, creata incrociando il Balinese con il Colorpoint Shorthair. Il Giavanese presentava il pelo semilungo del primo con la miriade di combinazioni di colori disponibili nel secondo e venne chiamato in questo modo dall’isola di Giava, situata in Indonesia a ovest di Bali. Anche questo gatto, insomma, non aveva propriamente origini orientali ma si pensava che suonasse sufficientemente romantico ed affascinante oltre a suggerire una vicinanza con il Balinese.
Nel 2008 il Giavanese diventò ufficialmente una variante cromatica del Balinese e nel 2010 venne adottato un unico standard di razza che combinava entrambi. Oltre al sealpoint, al chocolate point, al blue point e al lilac point, il Balinese poteva ora presentarsi in 22 nuove colorazioni.
Il prezzo per un gatto Balinese è come minimo di 700 euro, ma può aumentare fino a superare i 1000. In America può costare in media dai 1100 ai 1500 dollari.
Poiché il Balinese e il Siamese sono strettamente imparentati condividono molti lati caratteriali: curiosità, socievolezza, intelligenza e ottime capacità comunicative che spesso si traducono in un uso frequente della loro spiccata vocalità, con cui possono anche rispondere ad un richiamo o esprimere un bisogno. I Balinesi sono anche molto affettuosi con i loro umani e si trovano spesso in sintonia con le loro emozioni, al punto da provare a consolarli se li vedono un po’ giù. La vicinanza fisica con i familiari li fa sentire bene e questo non si esprime solo nella frequente ricerca di coccole ma anche nella loro tendenza a condividerne gli spazi, compreso il letto.
Sono considerati tra i gatti più intelligenti al mondo se non i più intelligenti in assoluto. Energici e attivi, amano essere coinvolti in attività all’aperto e giocheranno con voi al riporto per ore e ore senza stancarsi. Potrete insegnare loro svariati trucchi come saltare nei cerchi, reggersi sulle zampe posteriori e chiedere un piccolo snack: si tratta di cose che impareranno di buon grado perché sono dei gran giocherelloni, ma soprattutto perché hanno bisogno che la loro mente sia stimolata il più possibile. Se vengono lasciati troppo a lungo da soli senza qualcosa di interessante da fare o se si sentono trascurati da voi, non è escluso che sfoghino la loro gelosia e curiosità rovistando tra le vostre cose e combinando qualche “guaio” in giro per casa; alcuni di questi animali sono stati persino sorpresi a curiosare dentro al frigo!
Le zampe sono lunghe e snelle, ben proporzionate al resto del corpo; quelle posteriori sono più alte di quelle anteriori. I piedi sono ovali e relativamente minuti, con 5 dita nelle zampe anteriori e 4 in quelle posteriori.
Il Balinese presenta una corporatura snella e longilinea di forma pressoché tubulare dalle spalle al bacino, zone che risultano più o meno della stessa larghezza. A conferirgli un aspetto elegante e aggraziato contribuiscono anche l’ossatura fine e la muscolatura ben proporzionata.
Di taglia media, è alto tra i 15 e i 17 cm e lungo circa 30. Il peso degli esemplari adulti è 1,8-3,5 kg nelle femmine e 2,2-4,5 nei maschi.
La testa è oblunga e a forma di cuneo, di media grandezza in proporzione al corpo. Il cuneo parte dal naso e si allarga diritto fino alle punte delle orecchie formando un triangolo, non interrotto dai cuscinetti delle vibrisse. Il muso è pronunciato, il naso lungo e dritto in diretta prosecuzione della fronte. Le orecchie sono grandi, appuntite, larghe alla base e allineate coi contorni della testa triangolare. Gli occhi sono a mandorla e di media grandezza, non troppo infossati né troppo sporgenti, inclinati verso il naso in armonia col resto dei lineamenti; la loro distanza misura quanto la larghezza di un occhio; il colore è solitamente un blu molto vivido.
La coda è lunga e affusolata in punta: è dotata di una pelliccia più fitta che si sparge sulla superficie come una sorta di piumaggio.
Il pelo è di media lunghezza e più lungo sulla coda, piuttosto aderente al corpo; sottile, setoso e privo di sottopelo, può sembrare alla vista più corto e rado di quanto non sia realmente.
Il pattern point è una forma di albinismo parziale che risulta da una mutazione della tirosinasi, un enzima responsabile della produzione di melanina. L’enzima mutato è sensibile al calore: non si attiva ad una normale temperatura corporea se non nelle aree più fredde della pelle. Ciò risulta in una colorazione più scura di queste aree che comprendono le estremità del corpo: orecchie, punte delle zampe, coda e soprattutto il muso del gatto. Esso presenta infatti la cosiddetta “maschera”, con un pelo più scuro rispetto al resto del corpo; nel Balinese la maschera copre l’intero volto inclusi i cuscinetti delle vibrisse ed è connessa alle orecchie da delle strisce scure meno marcate.
La CFA riconosce solo seal point, blue point, chocolate point e lilac point. Altre varianti, comprese nella sotto-categoria del Giavanese (non riconosciuta in Europa), includono ad esempio il crema, rosso, fumo e argento sempre con motivi point.
La gestazione di una gatta Balinese dura in media 60 giorni e il risultato è una cucciolata di 3-4 gattini circa. Essi nascono con un pelo chiaro e completamente uniforme, sviluppando il colorpoint nel corso della crescita; negli adulti le punte si scuriscono progressivamente.
Si tratta di un gatto piuttosto precoce che raggiunge la maturità sessuale prima di qualunque altra razza a pelo lungo, intorno ai 5 mesi di vita, con le femmine che hanno il loro primo calore intorno ai 6 mesi.
I problemi di salute a cui è esposto il Balinese sono spesso gli stessi dei Siamesi, e che minacciano la salute di molte razze dal pool genetico ristretto. Soprattutto in giovane età è possibile che sviluppino infezioni respiratorie: l’asma felino o disturbo bronchiale cronico è particolarmente frequente nelle razze imparentate col Siamese e causa un’infiammazione delle vie respiratorie e un ispessimento delle pareti dei bronchi; questo, insieme a una eccessiva secrezione di muco, può portare a una ostruzione delle vie aeree con conseguenti difficoltà respiratorie. Se non trattato con farmaci appositi, da somministrare per il resto della vita dell’animale, questo disturbo può mettere a repentaglio la sua vita.
Altre malattie in comune con il Siamese riguardano il sistema nervoso centrale e includono l’idrocefalo, un’anomalia congenita che consiste in un accumulo eccessivo di liquido nel sistema ventricolare che aumenta la pressione intracranica, provocando danni al cervello. È frequente anche il rischio di deficit di mielina, sostanza che riveste i neuroni isolandoli elettricamente; i sintomi possono però passare col tempo e permettere all’animale colpito di condurre una vita normale.
I Balinesi presentano un rischio di cardiomiopatia ipertrofica superiore a molte altre razze; si tratta di un ispessimento del muscolo cardiaco che ne riduce progressivamente la funzionalità mettendo a rischio la sopravvivenza dell’animale. Da non sottovalutare è poi l’amiloidosi, malattia ereditaria irreversibile che può colpire vari organi ma principalmente fegato e reni, causandone il malfunzionamento.
Sono frequenti in questo gatto anche i disturbi alla vista, che riguardano principalmente la retina e risultano in strabismo, con conseguente difficoltà nella percezione della profondità, o anche nella cecità, nel caso dell’atrofia progressiva della retina.
L’aspetto snello e armonioso del Balinese è mantenuto in gran parte dalla frequente attività fisica che la sua indole energica lo porta naturalmente a svolgere, ma anche la fame non gli manca mai. Trattandosi di un gatto non molto grande e dall’ossatura fine è bene quindi fargli seguire una dieta equilibrata, possibilmente gestita con l’aiuto del veterinario, per evitare che ingrassi troppo.
L’assenza di sottopelo in questo gatto riduce la perdita di pelo nei periodi di muta stagionale e minimizza il rischio che si formino dei nodi, ma aumenta la sua sensibilità agli sbalzi di temperatura. È comunque necessario spazzolarlo e pettinarlo una volta alla settimana. I bagnetti non gli dispiaceranno, poiché è un grande amante dell’acqua.
Non esistono allevamenti di Balinesi con affisso Anfi. Come nel caso di qualsiasi altra razza, raccomandiamo di effettuare accurati controlli presso l’allevamento di riferimento prima di procedere con l’acquisto.
Se il Balinese risulta probabilmente troppo vivace per delle persone anziane, che magari farebbero fatica a dargli tutte le attenzioni che pretende, rappresenta il perfetto animale domestico per le famiglie con bambini, con i quali andrà perfettamente d’accordo e condividerà la grande energia e l’amore per i giochi.
Nel caso di altri animali, soprattutto altri gatti, le cose potrebbero rivelarsi più complicate per via della sua tendenza a volere tutta l’attenzione della famiglia su di sé; con il tempo e con la giusta socializzazione la convivenza è comunque possibile, soprattutto se gli altri pet sono disposti a riconoscere la sua autorità.
Pur sapendosi adattare a qualunque genere di ambiente questo micio predilige sicuramente gli spazi ampi in cui è libero di muoversi, correre ed esplorare. A questo proposito, spinto dalla sua grande curiosità potrebbe essere tentato di allontanarsi da casa: tenete quindi d’occhio porte e finestre di casa.
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