Quanto vive un gatto, in media?
Che Miao possa restare al nostro fianco il più possibile è un desiderio prioritario, ma quanto vive un gatto? Le aspettative di vita razza per razza
È ovviamente impossibile determinare con precisione quanto possa vivere un determinato esemplare di gatto, un po’ come è impossibile determinare quanto possa vivere una specifica persona.
L’unico vero modo per rispondere alla domanda è fare una media tenendo conto della longevità della maggior parte degli esemplari di una determinata razza e sperare che il nostro Miao viva ancora più a lungo.
Quanto vive un gatto? La risposta non è univoca, ma l’aspettativa di vita più citata nei libri di testo specializzati è normalmente compresa tra i 10 e i 15 anni. Molto, al di là delle statistiche, dipende dallo specifico stato di salute e dallo stile di vita che conduce Micio.
Indice
Durata media della vita per il gatto
Quanto può vivere un gatto, le variabili
Durata della vita del gatto razza per razza
Le razze più longeve
Le razze meno longeve
Quanto vive un gatto in media, altri fattori determinanti
Le malattie
Le patologie metaboliche
Quante sono le vite di un gatto
Durata media della vita per il gatto
La maggior parte dei veterinari sostiene che l’età media di un gatto possa variare soprattutto a seconda dall’ambiente in cui vive, e afferma che un esemplare che passa la maggior parte del tempo libero in natura tende a sopravvivere circa 7 anni, mentre un gatto domestico solitamente vive circa 14 anni.
Quanto può vivere un gatto? Molto quindi dipende dai pericoli a cui è esposto il nostro amico a quattro zampe. Se vive per strada, o comunque può uscire in libertà, il rischio di incidenti è maggiore. Mentre se vive al sicuro delle mura domestiche è destinato a sopravvivere più a lungo (escludendo il fattore salute e quello genetico).
Negli anni sono esistite, ed esistono, alcune eccezioni riguardanti singoli esemplari capaci di vivere ben oltre 20 anni. Uno esempio su tutti è quello della gatta Texana Creme Puff, nata il 3 agosto 1967 e morta il 6 agosto 2005 alla veneranda età di 38 anni. Creme Puff è tutt’ora il gatto più longevo mai esistito al mondo.
Quanto può vivere un gatto, le variabili
Quanto vive un gatto? Questa è una domanda comune fra gli amanti dei felini, e lo è ancor di più fra i proprietari che vivono sempre più in simbiosi con coloro che fanno parte della famiglia a tutti gli effetti, anche se hanno quattro zampe.
Prima di tutto però è bene imparare a calcolare gli anni del gatto. Molti infatti credono che un anno felino equivalga a sette umani. In verità non è proprio così. Per esempio, il primo anno di vita corrisponde a circa 15 anni di noi bipedi; il secondo equivale ai nostri 24; poi ogni anno è uguale a quattro nostri. In sostanza, un felino di due anni è nel pieno della sua giovinezza, anzi è un gatto adulto.
Quanto può vivere un gatto trattato bene
Una distinzione certo non di poco conto bisogna farla fra gli esemplari randagi e che vivono all’aperto e quelli che hanno la fortuna di vivere coccolati e viziati, al caldo di una casa con tutti i comfort.
La durata media della vita per il gatto, infatti, è strettamente connessa all’ambiente in cui vive, dalla dieta che segue e dalle cure mediche che riceve. Per esempio, quindi, è fondamentale stabilire insieme al nutrizionista quale alimentazione è ideale per Miao.
Inoltre, non saltiamo mai le visite periodiche e i richiami dei vaccini dal veterinario di fiducia: colui che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza che possono incidere negativamente nella vita del felino.
Quanto può vivere un gatto con tumore, purtroppo, non è lo stesso lasso di tempo di uno in perfetta salute. La prevenzione e l’individuazione tempestiva di eventuali problemi di salute sono importantissime se vogliamo che Miao stia con noi il più a lungo possibile.
Le condizioni climatiche
L’aspettativa di vita di un gatto domestico è di circa 12 anni, in media, ma non è per nulla raro raggiunga 15 o 20 anni. Un gatto randagio, eccezioni a parte, sempre considerando i dati medi, non supera i sei o gli otto anni.
Non è solo una questione di incidenti, ma anche di condizioni climatiche avverse. Di inverno le basse temperature sono davvero il nemico numero uno e quelle alte dell’estate non sono da meno. A tal proposito, ecco come gestire il colpo di calore nel gattino.
I felini che vivono per la strada, spesso e volentieri, sono costretti a dormire sotto la pioggia e la neve. Anche se trovano un riparo non hanno quasi mai una coperta che li protegga (come le coperte invernali per gatti, che invece si trovano in tutte le case a misura di quadrupede).
Inoltre, altrettanto frequentemente, Miao non fa dei pasti completi, che soddisfino il suo fabbisogno naturale, e non sempre beve sufficientemente. In tal senso, ecco come capire se il gatto è disidratato e quali sono i modi per soccorrerlo.
La fortuna di una casa
In sostanza, un gatto domestico mangia più di una volta al giorno, ha sempre una ciotola con dell’acqua fresca e pulita a disposizione e non è soggetto agli incidenti che possono colpire un randagio.
Nel caso di malattie, tempestivamente il veterinario lo visita e stabilisce per lui – in base alla diagnosi – la cura migliore per farlo guarire completamente e presto. Anche la serie di vaccini a cui è sottoposto gli allunga la vita. Basti pensare a quanto può vivere un gatto con la fiv che non ha ricevuto la vaccinazione apposita.
Durata della vita del gatto razza per razza
Chi non ha esperienza in merito non può saperlo: gli amici a quattro zampe diventano dei veri e propri membri della famiglia, ai quali si vuole donare tutto l’amore possibile e riceverne altrettanto (se non di più). Infatti, quando Miao viene a mancare, si affronta un vero e proprio lutto. Se vogliamo rimandare questo momento il più possibile è importante sapere quanto vive un gatto anche in base alla razza a cui appartiene.
Non è soltanto la qualità della vita a stabilire la longevità della nostra piccola palla di pelo. C’è una componente che è strettamente legata alla genetica. I Siamesi, per esempio, non hanno la stessa aspettativa di vita di Abissino.
Cerchiamo di capire, quindi, quali sono gli esemplari che vivono di più e quelli che hanno una sorte più sfortunata. Tenendo sempre a mente che si tratta di dati statistici e che ogni storia è a sé.
Le razze più longeve
Quasi tutti, ormai, sanno che i felini – rispetto ai cani per esempio – salvo imprevisti hanno un’aspettativa di vita di tutto rispetto. Tuttavia esistono degli esemplari che sono più fortunati di altri, almeno per quanto riguarda la razza di appartenenza. Fra i gatti che vivono di più troviamo:
- Burmese;
- Siamese;
- Persiano;
- Ragdoll;
- Savannah;
- Mau Egiziano;
- Bombay;
- Nebelung;
- Manx;
- Sphynx.
Analizziamo uno per uno e scopriamo quali sono le caratteristiche che li rendono così forti e resistenti. Ecco tutti i dettagli che vale la pena conoscere.
Il Burmese
Il Burmese è un gatto molto socievole, empatico, curioso e giocherellone. Inoltre ama il contatto col proprio padrone. Il Burmese può avere un’aspettativa di vita compresa tra i 18 e i 20 anni di vita perché è molto agile e forte.
Il Siamese
Il gatto Siamese ha un carattere molto particolare: è infatti molto vivace, chiassoso, affettuoso e bisognoso di attenzioni, odia essere lasciato da solo ed essere manipolato da estranei.
La sua aspettativa di vita è solitamente compresa tra i 16 e i 20 anni, ma in alcuni casi può anche essere maggiore. Questo a patto che la sua alimentazione venga adeguatamente curata.
Il Persiano
Il gatto Persiano è un gatto dal carattere estremamente rilassato, è gentile e delicato, ama poltrire e va d’accordo con tutti purché sia trattato con dolcezza.
L’aspettativa di vita di un gatto Persiano è normalmente compresa tra i 15 e i 20 anni. Da tenere sotto controllo è una eventuale predisposizione al rene policistico, per il resto in genere è forte e sano.
Il Ragdoll
Il Ragdoll è un gatto estremamente socievole, rilassato, imperturbabile, ama particolarmente le coccole ed essere tenuto in braccio. Il suo nome deriva proprio dalla sua capacità di abbandonarsi completamente tra le braccia del padrone come se fosse una bambola di pezza (in inglese, appunto, Ragdoll).
La sua aspettativa di vita è molto lunga, difatti è normalmente compresa tra i 15 e i 25 anni. Da tenere sott’occhio sono le infezioni da peritonite, la cardiomiopatia ipertrofica e i calcoli vescicali. Se il veterinario individua eventuali patologie per tempo, Miao è destinato a vivere per molto tempo.
Il Savannah
Il Savannah è un gatto nato dall’incrocio tra un Serval Africano e un Siamese. È tutt’oggi abbastanza raro da trovare e conserva un carattere piuttosto selvaggio. È un esemplare attivo e atletico, curioso ed estremamente intelligente, capace di aprire porte ed armadi per prendere ciò che vuole.
Ama l’acqua e stare in alto sui mobili o sugli alberi. La sua aspettativa di vita è normalmente compresa tra i 17 e i 20 anni nonostante possano essere soggetti ad alcuni problemi di salute. Non è raro abbiano problemi di fertilità.
Il Mau Egiziano
Il Mau Egiziano è un gatto affettuosissimo, dotato di forte attaccamento al padrone, riservato, ama la tranquillità ed essere indipendente. Si tratta inoltre un grande cacciatore. La sua aspettativa di vita è compresa tra i 15 e i 20 anni. Attenzione a eventuali intolleranze alimentari.
Il Bombay
Il Bombay è un gatto dal pelo completamente nero. È socievole ed affettuoso, paziente, attivo e buon cacciatore. La sua aspettativa di vita è compresa tra i 15 e i 20 anni, se ce ne prendiamo cura con una corretta alimentazione.
Questa razza può essere soggetta a problemi cardiaci come la miocardiopatia ipertrofica; la peritonite biliare nel gatto, la gengivite e la stomatite. Inoltre può essere affetto dalla sindrome BHD e dal carcinoma delle mucose della bocca.
Il Nebelung
Il Nebelung è un gatto dal carattere introverso, tranquillo, affettuoso e intelligente, si affeziona ai pochi componenti della sua famiglia ma è diffidente verso gli estranei. La sua aspettativa di vita è compresa tra i 15 e i 18 anni.
Visto che siamo di fronte a una razza relativamente recente, non si conoscono le eventuali patologie ereditarie a cui potrebbe essere soggetta. In ogni caso, gli esperti hanno scoperto che può soffrire più frequentemente di patologie legate alla bocca, di calcoli alla vescica e di infezioni come la clamidia, la tigna del gatto, la giardiasi e la bordetella. Ecco perché sono così importanti i richiami dei vaccini e i controlli periodici dal veterinario di fiducia.
Il Manx
Il gatto Manx (o gatto dell’isola di Man) esibisce tra le sue caratteristiche principali una coda molto corta, o del tutto assente. Il Manx è un gatto affettuoso e devoto alla famiglia, intelligente ed equilibrato, ama le attenzioni del suo padrone nei confronti del quale è geloso e protettivo, è spesso diffidente con gli estranei.
La sua aspettativa di vita supera spesso i 15 anni. Uno dei suoi punti deboli è legato alla riproduzione, spesso sono soggetti ad aborti spontanei. Fra le patologie più frequenti, la distrofia corneale, la siringomielia e alcune alterazioni del prolasso rettale.
Sphynx
Il gatto Sphynx è caratterizzato dalla totale assenza di pelo. Questa sua caratteristica lo rende freddoloso d’inverno e soggetto a danni alla pelle se esposto ai raggi solari per lungo tempo durante l’estate. Lo Sphynx è un gatto allegro e vivace, giocherellone, atletico, intelligente ed affettuoso in maniera invadente.
La loro aspettativa di vita è normalmente compresa tra i 15 e i 20 anni, ma va tenuto protetto e al caldo proprio per le caratteristiche fisiche che lo rendono particolarmente sensibile ai cambi di temperatura.
Le razze meno longeve
Quanto vive un gatto in media lo sappiamo, ma – dopo aver visto le razze che hanno una notevole aspettativa di vita – adesso tocca alle meno fortunate. Anche in questo caso, si tratta di dati di massima rispetto a eventuali predisposizioni e ogni amico a quattro zampe può rappresentare un’eccezione (nel bene e nel male). Fra le razze che vivono di meno ci sono:
- American Wirehair;
- Burmilla;
- Abissino;
- Devon Rex;
- California Spangled.
Vediamone le caratteristiche principali e cerchiamo di capire quali sono le ragioni che – di norma – non permettono loro di vivere a lungo come altri loro simili più fortunati.
L’American Wirehair
Come è facilmente intuibile dal nome, questa razza proviene dagli Stati Uniti e precisamente da New York. È molto simile al cugino Shorthair ed è soggetto al sovrappeso. Infatti, se non segue una dieta ipocalorica stabilita dal nutrizionista, è facile che ingrassi. Inoltre non dimentichiamo che ha bisogno di fare una corretta attività fisica e incanalare correttamente le proprie energie.
Oltretutto l’American Wirehair è caratterizzato da una pelle molto sensibile. È meglio che non venga esposta direttamente ai raggi solari. Ha un’indole tranquilla, è gentile e ama condividere con il proprio compagno di avventure bipede delle divertenti sessioni di gioco. In genere, la durata media della vita di questo gatto va dai sette ai 12 anni.
Il Burmilla
Il Burmilla è un felino che nasce dall’incrocio fra un gatto Persiano e un Birmano. Le sue origini sono britanniche ed è caratterizzato da una corporatura snella e da un mantello morbido e setoso. A renderlo speciale è la sua indipendenza, che però si coniuga perfettamente con la voglia di giocare e di assecondare la propria curiosità. Ama quindi stare in compagnia di colui che considera il suo papà umano.
Anche in questo caso il punto di debolezza è l’obesità. Se non vive in una casa a misura di quadrupede, ricca di stimoli e che lo spinga a muoversi, è facile che prenda qualche chilo di troppo che, poi, può provocare alcune malattie correlate anche di una certa entità. La sua aspettattiva di vita media è di 7/12 anni.
L’Abissino
Fra gli amici a quattro zampe domestici è fra le razze più famose. È caratterizzato da una grande energia. È curioso e molto attivo, fosse per lui passerebbe le giornate a esplorare. Insomma, incarna una delle caratteristiche più conosciute dei felini.
Quanto vive un gatto? In questo caso – ed è sempre il dato relativo all’aspettativa di vita media – può sopravvivere dai sei ai sette anni. Purtroppo non è tanto, se consideriamo il dato medio di tutti i felini e il fatto che la sua perdita per il proprietario è un vero e proprio lutto.
Dato quello che abbiamo appena detto, è importante evitare che si dia alla fuga. Infatti, come già accennato, i pericoli fuori casa sono tanti e possono mettere a rischio la sua vita. Balconi, terrazze e giardini quindi devono essere messi in sicurezza.
Di norma l’aspettativa di vita media dell’Abissino va dai 9 ai 14 anni, ma è soggetto ad alcune malattie genetiche che la fanno scendere, e non di poco: si parla di sei o sette anni.
Il Devon Rex
Il Devon Rex è una razza di gatti molto conosciuta per via delle sue peculiarità fisiche: infatti, possiede un corpo agile e particolarmente muscoloso, le orecchie sono grandi e larghe. Inoltre il suo è un carattere particolarmente dolce e affettuoso. Infatti, ama moltissimo ricevere le coccole da colui che considera il suo papà bipede.
In genere, in media, vive dai 9 ai 14 anni. È soggetto ad alcune patologie come la cardiomiopatia ipertrofica, la miopatia congenita, la lussazione della rotula e può soffrire di problemi alla pelle.
Il California Spangled
Il California Spangled è una razza di gatti molto particolare. A renderla speciale è la presenta un manto maculato. La sua corporatura è snella ma – allo stesso tempo – muscolosa. A prima vista può dare l’impressione di essere selvaggio, ma sorprendentemente possiede un carattere molto docile.
È gentile e amabile con chi considera parte integrante della famiglia, bambini compresi. La sua aspettativa di vita si aggira intorno ai 10/12 anni. In media più bassa rispetto ad altri esemplari perché tende a ingrassare ed è soggetto a tutte le patologie correlate del caso.
Quanto vive un gatto in media, altri fattori determinanti
Quanto vive un gatto in media? Ormai un’idea ce la siamo fatti, ma ci sono altri aspetti che è bene considerare se l’obiettivo è che il nostro amico a quattro zampe ci lasci il più tardi possibile.
Per esempio, va ricordato che la vita media di un gatto castrato è di norma più lunga rispetto a quella di un esemplare intero. Perché? In genere quelli sterilizzati, indipendentemente dal fatto che ne abbiano l’opportunità o meno, tendono ad andare meno in giro a esplorare.
La sterilizzazione
Ricollegandosi al discorso che differenzia gatti che vivono in casa e gatti liberi, corrono rischi minori di avere incidenti, di ferirsi e di morire prematuramente. La loro vita, genetica e destino a parte, non viene intaccata da fattori esterni che invece rappresentano dei rischi giornalieri per gli esemplari randagi o che vivono in semilibertà.
Se il gatto è stato sterilizzato tendenzialmente va meno in giro, quindi va meno incontro a pericoli e malattie che possono accorciare la durata della sua vita. Oltretutto è più rara anche l’insorgenza di malattie infettive.
Una precisazione è d’obbligo però: la sterilizzazione del gatto è un intervento a tutti gli effetti. I rischi e i benefici, quindi, vanno discussi con il veterinario di fiducia. L’ultima parola spetta al proprietario, ma è bene affidarsi ai consigli dello specialista e procedere solo se e quando i pericoli sono ridotti al minimo.
Le malattie
Per stabilire quanto vive un gatto in media, al di là delle patologie infettive, dobbiamo considerare le peculiarità e il decorso di tutte le malattie che può contrarre il nostro amico a quattro zampe nel corso della propria vita. Quanto può vivere un gatto con la leucemia felina? La sua aspettativa media è certamente inferiore rispetto a quella di un esemplare sano.
Il dato relativo a 20 anni e anche di più subisce un’inflessione significativa. Se vive in casa e viene protetto, vive comunque di più di un randagio, ma ha un sistema immunitario debilitato e quindi meno performante rispetto a un esemplare perfettamente in salute.
La FIV
La FIV nel gatto è una malattia dalla quale non si può guarire. Volendo fare un parallelismo si tratta dell’Aids che colpisce noi esseri umani. Le sue difese immunitarie sono al minimo e quindi Miao è molto più facile che si ammali. Anche un semplice raffreddore, in casi del genere, soprattutto se non curato tempestivamente, può risultare fatale.
Non è la malattia in sé a metterlo a rischio, ma le conseguenze di quelle che può contrarre a causa della FIV. Sempre secondo i dati statistici, un esemplare affetto da questa immunodeficienza può vivere in media 11 o 12 anni.
Successivamente, con il sopraggiungere della vecchiaia, è tutto più difficile. Qualsiasi dettaglio può mettere a rischio la vita del nostro amico a quattro zampe in là con gli anni, ed ecco che una cura puntuale e precisa, la prevenzione finiscono col fare la differenza. Ovviamente, però, ci sono dei fattori su cui non si può agire e che si devono solo accettare.
Per la FIV non c’è una cura, ma alcune medicine aiutano a tenere sotto controllo la situazione. A tal proposito, può tornare utile saperne di più sulla differenza tra FeLV e FIV e scoprire quanto può vivere un gatto con la leucemia felina.
Le patologie metaboliche
Quanto vive un gatto? Altri fattori da prendere in considerazione riguardano le malattie metaboliche. Anche loro accorciano la vita media del gatto perché provocano un malfunzionamento organico che spesso riguarda diverse parti del corpo.
Generalmente le malattie metaboliche compaiono dopo i 10 anni di età. Quindi l’aspettativa di vita media di 15 anni è difficile che venga intaccata. Nella sfortuna, quindi, possiamo sperare che Miao ci faccia compagnia a lungo.
Il gatto diabetico
Il diabete nel gatto, per esempio, può favorire la comparsa delle malattie infettive. La carenza di zuccheri e di energie manda in sovraccarico l’organismo che si trova debilitato nel dover affrontare qualsiasi difficoltà gli si presenti di fronte.
Se il gatto ha l’insufficienza renale, dobbiamo fare un discorso molto simile. Il corpo infatti non riesce a filtrare le sostanze tossiche e il sangue rimarrà sempre sporco, mettendo in difficoltà altri organi interni.
Quante sono le vite di un gatto
Che il nostro amico a quattro zampe abbia sette vite è tra i falsi miti sui gatti che è ora di sfatare. Ne ha solo solo una e noi abbiamo il compito di preservarla nel migliore dei modi. Il fatto che spesso sopravviva a esperienze che noi non riusciremmo a superare dipende da alcune caratteristiche fisiche che non lo rendono però certo immortale.
Si adatta molto all’ambiente circostante e resiste a condizioni climatiche avverse, il tepore casalingo e le cure di noi bipedi però non possono che fargli bene e allungargli la vita.
Inoltre, per natura, la nostra piccola palla di pelo è più autonoma del cane. Non vive in branco come Fido, ma in colonie. Può sopravvivere alla fame più a lungo e si dà da fare quando capisce di dover sopravvivere. Tuttavia ogni giornata storta, ogni difficoltà lo segnano e incidono sulla sua salute.
Prendiamoci cura di Miao
Quanto vive un gatto? In conclusione, quindi, più il nostro amico a quattro zampe conduce uno stile di vita sano e regolare, segue una dieta equilibrata e pensa alla propria salute psicofisica, più è facile che viva a lungo.
Ci sono degli aspetti incontrollabili, ma cerchiamo di fare tutto quello che è in nostro potere per far vivere a Miao un’esistenza serena e tranquilla. Cerchiamo di fare in modo che attraversi il Ponte dell’Arcobaleno da vecchio e nel sonno: senza sofferenze.
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