Quanto dura l’anestesia per un gatto?
Quanto dura l'anestesia per un gatto e cosa dobbiamo sapere sul risveglio e il recupero post-operatorio? Ecco qualche informazione utile
Ci sono diversi motivi per cui un gatto potrebbe aver bisogno di essere sedato o anestetizzato, dall’aggressività durante i controlli veterinari (spesso un po’ turbolenti) fino ai veri e propri interventi chirurgici, per i quali è essenziale che sia “dormiente”.
È importante sapere che l’anestesia è sicura per i nostri adorabili felini domestici, che prima di effettuarla il veterinario fa esami e controlli specifici e che i farmaci usati in rarissimi casi hanno effetti negativi sugli animali. Il tasso di mortalità è bassissimo, per dirla in modo chiaro.
Ma quanto dura l’anestesia per un gatto e cosa dobbiamo fare dopo l’intervento, una volta che esce dalla clinica e ritorna a casa insieme a noi? Ecco per voi qualche indicazione utile per tutti i gattari, dai tipi di anestesia fino al recupero di Micio.
Tipi
Prima di soffermarci sulla durata dell’anestesia, facciamo chiarezza sui vari tipi di sedazione che si possono fare al micio. C’è un errore comune che un po’ tutti noi commettiamo, da persone poco esperte quali siamo, e consiste nel confondere l’anestesia con la sedazione.
Si tratta di due termini simili ma che si riferiscono a due procedimenti un po’ diversi, che si effettuano tra l’altro con farmaci differenti. Andando per ordine, possiamo distinguere tre gradi di sedazione del gatto: l’anestesia locale, la sedazione e l’anestesia generale.
L’anestesia locale implica che il gatto resti cosciente dopo la somministrazione del farmaco, mentre si addormenta soltanto la parte del corpo interessata. La sedazione è un piccolo passo in avanti rispetto all’anestesia locale e prevede che il micio perda la sensibilità in tutto il corpo, restando comunque cosciente. Infine abbiamo l’anestesia generale che, proprio come quella umana, fa sì che il micio diventi completamente incosciente e insensibile in tutto il corpo.
Somministrazione
Per fare l’anestesia al gatto, il veterinario deve procedere con la somministrazione continua di un agente anestetico e può farlo in tre diversi modi. Il primo è l’inalazione, che prevede un mix di farmaci tra cui anche analgesici e antinfiammatori non steroidei, per ridurre il dolore e l’infiammazione nella fase post-operatoria.
Il secondo è la somministrazione per via endovenosa, quindi con l’iniezione del farmaco direttamente in vena mentre il terzo è l’iniezione intramuscolare, generalmente indicata per interventi chirurgici di breve durata e che si può ripetere (in quantità ridotte) qualora al veterinario occorresse più tempo.
Esami necessari
Il tipo di anestesia che si fa al gatto dipende in primo luogo dal tipo di intervento chirurgico che deve affrontare. Se l’intervento è invasivo probabilmente è necessaria l’anestesia generale. Ma questa è una decisione che spetta solo ed esclusivamente al veterinario, che prima dell’intervento deve effettuare un esame pre-anestesia per comprendere il quadro clinico del gatto e la sua salute generale.
A tal proposito torna utile la raccolta del materiale informativo sul micio, quindi malattie preesistenti ed eventuali farmaci che assume. Poi il veterinario deve passare all’esame dei parametri vitali, con il controllo delle mucose e delle condizioni fisiche del gatto. E ancora analisi del sangue e profilo biochimico, analisi delle urine, elettrocardiogramma per valutare lo stato di salute del cuore e in alcuni casi specifici anche radiografie e ultrasuoni.
Durata
Abbiamo visto a cosa serve e come si fa, ma quanto dura l’anestesia per un gatto? In linea generale possiamo affermare che non dura più di 24 ore consecutive, comprendendo in questo arco di tempo sia la somministrazione del farmaco che l’intervento chirurgico e poi lo smaltimento dell’anestesia stessa. Significa in parole povere che Micio generalmente torna in forma e come prima (o quasi) dopo un giorno.
Il tempo di recupero per un gatto che esce da un intervento chirurgico, però, dipende da molti fattori. In primo luogo c’è differenza tra il riprendere coscienza e il recupero totale. Quando l’anestetico svanisce non significa che il gatto stia di nuovo bene e alcune procedure richiedono riposo e cure specifiche anche in casa.
Il tempo necessario a un gatto per riprendere conoscenza dopo aver ricevuto l’anestetico dipende anche dai farmaci che gli sono stati somministrati, considerando che possono essere utilizzate diverse combinazioni di sedativi, tranquillanti e antidolorifici (analgesici).
Risveglio
Dopo l’intervento chirurgico il micio deve restare sotto osservazione da parte del veterinario. La fase di risveglio non è immediata e per riprendersi Micio ha bisogno di tempo (cioè quanto dura l’anestesia per il gatto), affinché tornino le funzioni sensitive e motorie. Che comunque non tornano del tutto prima delle canoniche 24 ore. Proprio per questo motivo di solito, anche quando portiamo il gatto a casa, continua a essere barcollante e un po’ stordito per qualche ora.
La fase di risveglio dall’anestesia è delicata e dobbiamo trattare Micio con molta attenzione. Il veterinario ci darà tutte le raccomandazioni e i consigli del caso, noi dal canto nostro possiamo assicurarvi che la priorità dovrà essere la serenità del gatto. Non dobbiamo strapazzarlo né sottoporlo a sforzi e stress, preferibilmente tenendolo in una stanza chiusa e sicura.
È assolutamente normale che, dopo il risveglio, Micio appaia disorientato e che miagoli apparentemente senza motivo. Così come è normale che non voglia subito mangiare la sua pappa o bere l’acqua dalla sua ciotola, o che faccia molta pipì per eliminare il liquido in eccesso che gli è stato somministrato dal medico.
Recupero
Sia prima che dopo l’intervento chirurgico dobbiamo seguire delle precauzioni ben precise. Ma non temete, il veterinario vi darà tutte le indicazioni necessarie per assicurarci che vada tutto bene e che Micio sia al sicuro e fuori pericolo. Non importa quanto dura esattamente l’anestesia per il gatto, l’importante è fare (e non fare) delle cose specifiche nel post-operatorio.
Dopo l’intervento il gatto ad esempio non dovrebbe mangiare la pappa, perché il farmaco che gli è stato somministrato rallenta il transito intestinale. Rischiamo che vomiti tutto quel che ha ingerito e questo non è assolutamente positivo per la sua salute, specialmente se poi il vomito diventa cronico. Se il giorno dopo Micio continua a rifiutare la sua pappa, meglio contattare il veterinario per capire se ci sia qualche problema.
Un discorso molto simile vale per l’acqua, che probabilmente nelle prime ore dopo l’intervento chirurgico il gatto si rifiuterà di bere. Considerate che un’operazione è sconvolgente per il corpicino di Micio e che, con tutti quei farmaci, è probabile che abbia la nausea. Non forziamolo e aspettiamo che sia lui stesso ad avvicinarsi spontaneamente alla ciotola.