Pressione alta nel gatto, da cosa è causata?
La pressione alta nel gatto è una condizione da non sottovalutare ed è necessaria saperla identificare. Cerchiamo insieme di capire come intervenire
La pressione alta nel gatto colpirebbe circa il 5% degli esemplari adulti, secondo quanto emerso da alcune ricerche scientifiche. Tuttavia si tratta di una patologia ancora poco conosciuta e presa sottogamba.
Quello che deve essere sottolineato è che, quando si sviluppano malattie quali l’insufficienza renale cronica, può diventare davvero complessa da gestire. In questo caso è il 20% dei felini con più di nove anni a essere a rischio, e il 30% di quelli dai 15 anni in su.
Uno sguardo d’insieme
Per tenere sotto controllo la pressione alta nel gatto è auspicabile misurarla con regolarità, seguendo le indicazioni del veterinario di fiducia che conosce eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza. Questo è un ottimo modo per prevenire eventuali conseguenze anche di una certa entità.
Si tratta di una condizione che, se non viene presa in tempo, nei casi più gravi, può portare anche al decesso del nostro amico a quattro zampe. Esattamente come per gli esseri umani, l’ipertensione felina c’è quando i valori sono superiori alla norma; ma a differenza dei cani non ci sono dati diversi a seconda della razza.
Le cause principali
Di solito chi ne soffre è affetto da una malattia primaria caratterizzata anche da questo tipo di sintomo. Chi ha patologie renali acute o croniche oppure ha avuto diagnosticato l’ipertiroidismo può avere dei valori pressori un po’ sopra la media e deve stare molto attento, il nostro adorato Miao compreso.
Non è un caso che sia uno stato che colpisce oltre il 60% dei felini con insufficienza renale e circa il 90% di quelli con disfunzioni alla tiroide. È più raro, ma può accadere che a provocare la pressione alta nel gatto sia una produzione eccessiva di aldosterone (che altro non è che un ormone surrenale) o i tumori che colpiscono la ghiandola surrenale.
L’ipertensione può essere anche idiopatica, quindi senza una causa precisa. A provocarla possono essere situazioni di ansia e forte stress. Non è raro che a soffrirne sia un esemplare non particolarmente incline alle visite dal veterinario.
Le conseguenze dell’ipertensione
Questa patologia è da tenere sotto controllo soprattutto per gli effetti che (in special modo a lungo termine) può avere sull’organismo del nostro amico a quattro zampe. A essere offesi possono essere il cuore, il cervello, gli occhi e i reni.
L’aspetto allarmante è che la maggior parte di chi adotta o ha adottato un felino non ha idea di che cosa sia la pressione alta. Inoltre, non tutti sanno che i soggetti che ne soffrono possono sviluppare emorragie con possibile ictus o distacco della retina. I danni cardiaci e renali portano una significativa debilitazione.
Insomma, condizioni che non solo vanno prevenute, ma anche sapute riconoscere per riuscire a intervenire tempestivamente. Va considerato anche che i soggetti maggiormente a rischio sono i felini anziani che, per cause di forza maggiore, insieme ai cuccioli, sono anche i più deboli e quelli con meno risorse per combattere malattie di una certa gravità.
I sintomi più frequenti
Quando si tratta di pressione alta nel gatto, individuare i segnali è tutt’altro che semplice e tutto dipende se si tratta di una patologia secondaria o primaria. Dobbiamo fare attenzione a:
- Mutamenti nel comportamento, nelle abitudini alimentari e nell’uso della lettiera;
- Dimagrimento;
- Iperattività;
- Atassia;
- Malattie del sistema nervoso degenerative;
- Inappetenza;
- Sensibilità alla luce;
- Battito delle ciglia frequente;
- Difficoltà nella deambulazione;
- Fatica e debolezza;
- Cecità momentanea o definitiva;
- Disfunzione renale.
Se notiamo uno o più di questi sintomi e non siamo ancora al corrente dell’ipertensione felina, contattiamo il nostro veterinario di fiducia che – con una anamnesi il più possibile dettagliata – sarà in grado di formulare la diagnosi corretta e a prescrivere la terapia più adeguata alla risoluzione del problema.
La diagnosi
Lo specialista potrà procedere alla misurazione attraverso un bracciale fatto apposta per coda o zampa. Non provocherà alcun dolore e potrà appurare con precisione la pressione alta del gatto (se quest’ultimo dimostrerà di essere obbediente, collaborativo e tranquillo). Il tutto durerà pochi minuti, non di più.
Se, al contrario, il nostro adorato Miao dovesse dimostrare agitazione la diagnosi sarà quella di ipertensione da camice bianco, una tipologia più diffusa di quanto si pensi. Per aiutare il peloso non resta che carezzarlo e fare in modo che si calmi, il resto verrà da sé.
Cure e trattamenti
Prima di tutto, se si tratta di una forma secondaria, va risolto il problema alla fonte e trattare la patologia che ne è la causa. La terapia, ovviamente, cambia a seconda del tipo di disturbo.
Se la diagnosi arriva prima che un qualche organo sia stata compromesso e i valori non sono troppo alti, il veterinario potrebbe consigliarci solo un controllo periodico per scovare – qualora ce ne fosse bisogno – un peggioramento in tempi celeri. Più siamo tempestivi, in questi casi, più possibilità avrà il nostro amato quadrupede di vivere a lungo.
Il trattamento specifico viene prescritto per l’ipertiroidismo, i problemi cardiaci e quelli renali. Per la pressione alta del gatto primaria non ci sono farmaci ad hoc, a volte succede che lo specialista opti per medicinali umani. Mi raccomando, non ricorriamo mai al fai da te, ma atteniamoci alle indicazioni di chi ha studiato. Il rischio è di peggiorare la situazione.
Misurazione regolare
Come precedentemente accennato, non si tratta di una pratica invasiva o dolorosa; è invece necessaria. Malgrado tutto, però, richiede molta pazienza e controlli ripetuti (anche cinque o sette volte), soprattutto se Miao è particolarmente emotivo.
Spesso e volentieri la pressione sanguigna felina viene misurata con un doppler sotto la zampa posteriore o anteriore, oppure attorno alla coda. In altri casi, si possono usare gli oscillometri.
Solamente una misurazione costante di un aumento della pressione sistolica, in genere tra 120 e 160 millimetro di mercurio, potrà confermare i nostri sospetti e quelli dello specialista. Superati i 180 mmHg esiste fattore di rischio da non sottovalutare assolutamente.
Consigli utili
Potrebbe tornare utile sentire il parere di un veterinario olistico o integrativo, che può aiutare a formulare una alimentazione adeguata alle particolari condizioni di salute del micio e a controllare il decorso dell’eventuale patologia primaria.
Qualora il gatto fosse obeso, sarebbe fondamentale una dieta che miri alla perdita di peso. Sono tanti i disturbi cardiaci correlati a condizioni di questo tipo. Inoltre è consigliabile un corretto esercizio fisico.
Evitiamo la somministrazione del meloxicam, un farmaco che può causare insufficienza renale nei gatti, e atteniamoci alle prescrizioni del veterinario di fiducia. Assicuriamoci inoltre che non ci sia una carenza delle vitamine C ed E, che naturalmente possono ridurre l’innalzamento pressorio.
Cerchiamo di normalizzare il rapporto tra Omega-3 e Omega-6. Entrambi grassi essenziali per la salute del gatto. Si tratta di uno dei metodi migliori per risensibilizzare i recettori per l’insulina, con effetti importanti anche sulla pressione.
I grassi Omega-6 vanno moderati. Da evitare quindi sono il mais, la soia e la colza, il cartamo e l’olio di girasole. Integriamo invece con un olio di krill di alta qualità, che è 48 volte più potente di quello di pesce, ed è una buona fonte di Omega 3. Infine l’agopuntura, associata alla stimolazione elettrica, ha dimostrato di avere effetti benefici sull’ipertensione in oltre il 50% del felini che ne soffrono.