Prendere un gatto per la collottola: quando e come farlo
Si tratta di un gesto che richiama il rapporto tra mamma e gattino, ma come possiamo prendere un gatto per la collottola senza danneggiarlo?
Mettiamo subito in chiaro una cosa: va fatto solo quando strettamente necessario e nel rispetto del benessere psicofisico del nostro amico a quattro zampe.
Questo gesto lo mette in atto la mamma gatta quando vuole proteggere il proprio cucciolo. Non si tratta solo di un’abitudine felina: lo fanno anche i cani e i loro cugini lupi. Ecco perché all’augurio “in bocca al lupo” si risponde “viva” o “grazie”.
Non c’è nulla di sbagliato o di pericoloso se a mettere in atto questa pratica è la mamma oppure un esemplare della stessa specie che ha il fine di preservare la salute. Diverso se a prendere un gatto per la collottola siamo noi: dobbiamo essere addestrati a farlo e non esagerare con la frequenza.
Qualche precisazione preliminare
Prendersi cura del proprio amico a quattro zampe, colui che fa parte della famiglia a tutti gli effetti e al quale non vorremmo mai succedesse nulla di male, è una responsabilità precisa ma anche un piacere. Imparare a prendere un gatto per la collottola come si deve è uno dei nostri compiti da ‘neogenitori’ di peloso. Prima di tutto però è bene precisare quanto sia importante conoscere il linguaggio dei gatti correttamente. Solo così possiamo rispettare al meglio la sua natura e non fare nulla che possa essergli di disturbo o addirittura deleterio.
Ecco allora che questo gesto è bene farlo solo ed esclusivamente quando è necessario e non per gioco. Uno dei contesti più azzeccati, ma si spera non frequenti, riguarda la somministrazione di un medicinale. Dare una pillola al gatto non è la cosa più semplice del mondo, anche in questo caso ci vuole tecnica e alcune nozioni di base. L’argomento è vasto e su di esso c’è molta confusione. Il nostro obiettivo è quello di fare chiarezza e di mostrare pro e contro, in maniera tale che si possa accudire l’amico a quattro zampe in maniera consapevole e senza fargli male.
Un comportamento assolutamente naturale
Come già accennato, quando a prendere per la collottola un gatto è la mamma non c’è nulla di cui preoccuparsi. Siamo di fronte a un gesto secolare, che ha le proprie ragioni di esistere e che serve a preservare il piccolo felino, certamente non ci sono altri fini. Se vediamo un gatto adulto tenere per il collo un gattino non allarmiamoci. Molto probabilmente non sta succedendo nulla di male.
Una precisazione è d’obbligo: il gatto maschio che attacca il gattino potrebbe essere il suo papà. In questo caso si tratta di una questione territoriale e di accoppiamento mancato che può fare accadere qualcosa che per noi è fuori dal mondo, ma che in quello felino è plausibile. Ecco perché è importante allontanare il papà dalla cucciolata quando si mostra con intenzioni particolarmente aggressive.
È sempre bene fare in modo che il giaciglio di mamma e piccoli sia bene al sicuro. In questo modo, oltretutto, sapremo sempre chi è ad afferrare i cuccioli e possiamo star tranquilli. Succede soprattutto quando non sono ancora del tutto autonomi e aiuta a rafforzare il legame materno, indispensabile in una fase così delicata della socializzazione. La gatta lo fa quando è necessario uno spostamento e possiamo star sereni che sa quello che sta facendo.
Come afferrare un gatto
Se a prendere un gatto per la collottola siamo noi bipedi deve esserci una ragione precisa. Può essere necessario fare in modo che segua una cura prescritta dal proprio veterinario di fiducia, ma è bene che avvenga nel modo corretto. In maniera tale da non provocare fastidio o dolore alla nostra piccola palla di pelo. Per quanto possa sembrare una pratica facile, non è scontato che si è in grado di farlo, meglio conoscere la tecnica nel dettaglio ed evitare di sbagliare.
Il punto cruciale riguarda la manualità. Infatti, la nostra non può essere paragonata a quella proverbiale di mamma gatta. E non è opportuno peccare di presunzione. Soprattutto se siamo alla prima esperienza, allora, affidiamoci a un etologo esperto in comportamento felino oppure facciamoci guidare dal veterinario.
Inoltre, se non è strettamente necessario, è consigliabile coccolarlo prendendolo in braccio o invitandolo ad accucciarsi accanto a noi piuttosto. Teniamo sempre a mente che il rapporto tra bipede e quadrupede deve essere rispettoso di tutti gli attori in gioco. In determinati contesti, poi, può essere utile sapere come parlare al gatto per farlo sentire protetto e al sicuro.
Come immobilizzare un gatto aggressivo
Tra i contesti in cui però a essere oggetto delle nostre attenzioni non è per forza un cucciolo ma un gatto adulto, c’è il comportamento che riguarda l’aggressività possessiva del gatto o il nervosismo in generale che può sfociare in atteggiamenti pericolosi per l’incolumità di terzi presenti.
Ogni felino, infatti, ha una personalità e un carattere ben definiti. Capita anche che prendere un gatto per la collottola sia la nostra intenzione ma che Miao non sia d’accordo. Allora è facile che reagisca in maniera spaventata, di impulso e pronto a graffiare. A tal proposito, può tornare utile sapere come curare l’ansia del gatto.
Pure per il gatto adulto è meglio prenderlo in braccio, anche se occorre avere metodo anche in questo caso. Molto lo fa la predisposizione con cui il nostro amico a quattro zampe interagisce con noi e fino a che punto ci permette di spingerci nell’invasione di campo, se così vogliamo chiamarla.
Afferrato per la collottola
Per essere sicuri di non sbagliare, prima di tutto è bene fare in modo che Miao sia tranquillo e rilassato. Non intromettiamoci, se già sappiamo che non è ben disposto, nervoso. Inoltre, anche noi dobbiamo essere sereni, altrimenti rischiamo di trasmettere il nostro stato d’animo al peloso.
Dopodiché è consigliabile giocare con Micio, fargli delle coccole extra e fargli capire che è tutto ok, che non c’è nulla di cui preoccuparsi. Solo dopo questo approccio preliminare, possiamo prendere un gatto per la collottola o, meglio, in braccio.
L’importante è non forzarlo, se ci fa capire che non vuole e non ci sono stati di necessità impellenti, riproviamo in un secondo momento cercando di assecondare la sua natura. Con una mano prendiamolo per le zampe anteriori, con l’altra tieniamolo per il didietro e troviamo la posizione più comoda per lui. Alcuni esemplari amano stare a contatto con il petto dell’umano che considerano famiglia.