Posso lasciare il gattino in pensione o è meglio di no?
Posso lasciare il gattino in pensione o no? Soluzioni, opzioni e idee per affidare il piccolo alle cure più competenti e sicure.
Posso lasciare il gattino in pensione? Una delle domande più ricorrenti tra i proprietari di felini alle prese con la preparazione di valige e borsoni, anche solo per una breve gita fuori porta. La risposta al quesito è spesso legata al tipo di comportamento messo in atto dallo stesso quadrupede di affezione.
Un animale che ama la sua routine casalinga, che considera i suoi familiari e l’abitazione il territorio di competenza. Uno spazio dove si muove con attenzione e particolare cura, dove odori, spazi e nascondigli sono per lui parte integrante di una quotidianità consolidata che non ama sovvertire.
Se un semplice trasloco può destabilizzarlo, se un viaggio dal veterinario può innervosirlo, un cambio di luogo e di dimora può confonderlo e agitarlo più del dovuto. Per questo motivo è importante valutare accuratamente come comportarsi, quale scelta mettere in atto per il bene dello stesso gattino. Così da rispondere al quesito più importante: posso lasciare il gattino in pensione? Vediamo insieme come fare e come gestire il benessere di Fufi.
Gattino in vacanza oppure in pensione?
Siete pronti per le vacanze e per un po’ di relax, le valige sono state preparate e la casa messa in sicurezza? Tutto pronto tranne per una questione molto importante che vi arrovella da un po’, ovvero devo portarlo con me o posso lasciare il gattino in pensione? Ecco il vero quesito per chi spartisce tempo, energia e quotidianità con un tenero e adorabile felino.
Il gatto è un animale stanziale che detesta gli stravolgimenti del suo quotidiano, che risulta molto legato a luoghi, oggetti e in particolare agli spazi casalinghi. La sua territorialità innata è estesa al lo spazio domestico dove ama rilasciare i suoi odori personali, anche sugli stessi inquilini della casa. Una routine consolidata che lo rasserena e tranquillizza, per questo l’idea di sradicarlo dal suo ambiente potrebbe agitarlo profondamente.
Alcuni gatti mostrano un’indole più dinamica e proiettata verso la scoperta e la voglia di muoversi, per questo è più facile viaggiare con loro. Altri invece detestano abbandonare le sicurezze del consueto e le certezze del quotidiano, se possibile è bene lasciarli in casa accuditi da persone fidate. Amici o parenti che possano visitarli due volte al giorno per nutrirli, cambiargli l’acqua e giocare con loro. Oppure, in alternativa, affidandoli a spazi predisposti per la loro accoglienze come pensioni e rifugi estivi per felini.
Gattino in pensione, ecco a chi affidarlo
La risposta alla domanda più classica se posso lasciare il gattino in pensione è ovviamente affermativa, e le opzioni sono ben due. Non solo pensione e rifugio attrezzato, ma anche cat-sitter o anche familiari e amici di fiducia. La pensione è un’alternativa valida per chi non può contare sull’aiuto di terzi, uno spazio da decidere preventivamente dopo una visita accurata.
Così da verificare la condizione dell’ambiente che potrà accogliere il gattino di affezione, il livello di igiene e le attenzioni che vengono rivolte agli stessi ospiti. Se la pensione risulta spaziosa, adeguatamente ampia e ben protetta anche dal punto di vista dei rumori esterni che potrebbero agitare gli ospiti.
Valutando la tipologia di cure offerte, la qualità del cibo proposto e la possibilità di dedicare un impegno mirato per il proprio amico. In particolare se deve seguire un regime alimentare adeguato alla sua età o alle sue esigenze mediche. Lasciando anche oggetti, prodotti e copertine personali così da rendere la permanenza momentanea meno traumatizzante possibile. Articoli che il gatto è solito utilizzare tra le mura di casa, impregnati con l’odore rassicurante degli umani di fiducia.
Come portarlo in vacanza con noi
Ma se l’opzione cat-sitter non è praticabile, se nessun familiare o amico può aiutarvi e se non si può lasciare il gattino in pensione perché tutte prenotate, non resta che mettere in campo il piano di riserva. Ovvero preparare il gatto alla partenza conducendolo con voi presso il luogo delle vacanze, acquistando per tempo un trasportino comodo e capiente. Un box adeguato al formato del felino da disporre aperto in casa, così che il piccolo si abitui alla sua presenza.
Inserendo al suo interno maglioni usati e tessuti impregnati con il profumo dell’umano del cuore, contenente anche i giochini più amati dallo stesso gattino. Aggiungendo qualche golosità che il piccolo potrà sgranocchiare, così che il trasportino possa ricevere le giuste attenzioni prima del viaggio. Un elemento familiare e comodo che non lo agiti, dove possa anche giocare o sonnecchiare.
E in previsione del viaggio è meglio nutrire il gattino otto ore prima della partenza, fornendo in aggiunta un rimedio medico che possa rasserenarlo ma solo se prescritto dal veterinario e solo se il piccolo risulta fortemente agitato. Offrendo l’agio della lettiera anche durante il viaggio e lasciandolo uscire solo durante le soste e in totale sicurezza. Ad esempio all’interno della macchina, oppure in una stanza d’albergo se la pausa prevede un pernottamento. Senza dimenticare di spostare il piccolo solo con l’aiuto del trasportino chiuso in sicurezza.