Posso portare il gatto in montagna? Rischi e consigli
Il felino non è sempre facile da gestire, ecco perché è importante scoprire se si può portare il gatto in montagna e a quali condizioni. I dettagli
Le tante agognate ferie ci portano a riflettere su come gestire il nostro amico a quattro zampe. Il rapporto sempre più simbiotico ci porterebbe a non rinuciare a lui nemmeno per una settimana o due in estate, ma dobbiamo tenere conto delle esigenze di Miao.
Con l’arrivo dell’estate e del caldo, molti sentono la necessità di rifugiarsi in un luogo fresco, e quale migliore opzione della montagna? Nel caso in cui volessimo viaggiare con il gatto, però, chiediamo il parere del veterinario di fiducia. È lui, infatti, a conoscere eventuali pregressi clinici, caratteristiche di razza e di indole che possono condizionare la nostra scelta finale.
Quali sono i pericoli, le situazioni da evitare e le precauzioni da prendere se decidiamo di portare il gatto in montagna? Cosa farw per evitare che possano sorgere dei problemi che mettano a repentaglio il benessere psicofisico di Micio?
Le valutazioni preliminari
Portare il gatto in montagna, almeno sulla carta, è decisamente un’avventura esaltante. Tuttavia dobbiamo valutare, insieme allo specialista se la sua salute gli permette di affrontare tutti i cambiamenti che una vacanza del genere comporta. Il nostro amico a quattro zampe, infatti, deve stare bene e non avere alcun tipo di disturbo al cuore.
Inoltre, è bene prendere diverse precauzioni prima di partire, così da avere la certezza di riuscire a trascorrere una splendida giornata o un soggiorno intero in montagna. Fare delle lunghe passeggiate, per esempio, ci permette di allontanarsi dalla routine cittadina. Ma per fare ciò dobbiamo essere certi che Micio non sia troppo abitudinario – come la maggior parte dei felini – e ami le avventure.
La sicurezza, poi, è fondamentale per evitare di perdere il proprio compagno quadrupede lungo la strada. Ecco perché è opportuno valutare di portare con sé uno zaino/kennel o tenere Miao al guinzaglio. Non tutti gli esemplari, però, hanno un carattere tale per essere addestrati alla pettorina. Vanno fatte delle prove per tempo e, a tal proposito, può tornare utile sapere come abituare il gatto adulto al guinzaglio.
È possibile scegliere il tipo di escursione che può essere fatta. Ci sono, infatti, differenti gradi di difficoltà che vanno dal principiante all’esperto. La montagna però per com’è bella, è altrettanto pericolosa. Non c’è solo il rischio di fuga, ma anche di entrare a contatto con allergeni e animaletti che possono causare problemi di salute alla nostra piccola palla di pelo. Importante, quindi, è sapere se il gatto può mangiare gli insetti e quali.
In vacanza con il gatto
Che si scelga la montagna o si decida di portare il gatto al mare, ci sono delle cose che non vanno mai dimenticate. Una fra tutte è una borraccia con dell’acqua fresca e pulita. La disidratazione, infatti, se trascurata, può avere anche delle conseguenze di una certa entità e portare anche alla morte. Ecco
Che si scelga la montagna o si decida di portare il gatto al mare, ci sono delle cose che non vanno mai dimenticate. Una fra tutte è una borraccia con dell’acqua fresca e pulita. La disidratazione, infatti, se trascurata, può avere anche delle conseguenze di una certa entità e portare anche alla morte. Ecco come capire se un gatto è disidratato e come va curato, ma è sempre meglio prevenire eventuali incidenti di percorso come questo.
Il sole poi è tanto piacevole quanto insidioso. Facciamo in modo di trovare o ricreare delle zone d’ombra che possano farci riprendere dalla fatica dell’escursione. Vale per noi, ma soprattutto per il nostro amico a quattro zampe che non può esprimersi in maniera esplicita. In quest’ottica, è importante anche conoscere bene il linguaggio dei gatti, non partiamo se prima non sappiamo interpretare i segnali che Micio ci manda.
In montagna, inoltre, è buona norma e regola portare con sé un moschettone e una corda in più per poter essere preparati in caso di emergenza. Salire sempre più in alto è un’emozione grandissima: la sensazione di essere in cima al mondo. Tuttavia bisogna prestare molta attenzione sia a se stessi che, a maggior ragione, al nostro compagno di avventure a quattro zampe.
Portare in giro il gatto
Portare il gatto in montagna è possibile, ma bisogna evitare alcune aeree boschive dove è precluso l’ingresso ai pet. Si tratta di una forma di tutela per proteggere la fauna locale. Oltretutto, è bene anche sapere quali sono gli animali presenti in determinare zone, un eventuale incontro con il nostro peloso, infatti, potrebbe essere difficile da gestire ed essere pericoloso.
Basta un solo graffio o un morso della volpe, per esempio, e il gatto rischia di dover fare i conti con il cimurro. In quest’ottica, prima di partire e in generale, non saltiamo mai le visite periodiche dal veterinario e i richiami vaccinali previsti per la protezione della nostra piccola palla di pelo. Inoltre, se abbiamo voglia di trascorrere qualche giorno in più in montagna, esistono diverse strutture alberghiere pet friendly.
Il gatto in vacanza scappa
I gatti possono avere il mal di montagna? Questo è un altro aspetto che non va tralasciato. Se si decide di salire di altitudine, bisogna sapere quali sono i rischi e gli accorgimenti da prendere per non far star male Miao. Ad alcune persone, per esempio, succede: sentono la testa vuota, hanno la nausea e una gran sete. Accade anche agli animale e cii sono numerosi studi a supporto di questa tesi. I sintomi sono molto simili a quelli degli esseri umani. Ma abbiamo anche delle ottime notizie: i primi disturbi arrivano sopra gli 8 mila piedi, e in genere i centri abitati sono tutti sotto i 500.
In caso di necessità, è importante ridurre l’attività fisica e monitorare lo stato di salute del nostro amico a quattro zampe: la tempestività, in base al tipo di malessere, può fare la differenza. Spesso noteremo difficoltà respiratorie, inappetenza, nausea ed episodi di vomito. Tutti questi sono gli effetti dell’altitudine sul nostro peloso; una reazione non troppo diversa dalla nostra.
Tanta acqua fresca e il passaggio a quote più basse possono essere delle soluzioni. Passare da cibi secchi a umidi può essere utile per contribuire a una corretta idratazione. Ci vuole poi tanta pazienza e comprensione, il sangue presto si adatterà alle nuove condizioni climatiche e doserà nel modo giusto l’apporto di ossigeno, non temiamo.
In alcuni casi, Micio potrebbe non riuscire ad abituarsi. Respiro affannoso e tosse sono i sintomi più evidenti, e segnalano la presenza di malattie cardiache preesistenti (che però peggiorano a un’altitudine maggiore).
Non sono malesseri sempre apprezzabili al livello del mare, capita spesso che si scoprano per la prima volta ad alta quota. La tosse, notturna in modo particolare, deve attivare il campanello d’allarme che ci fa correre subito dal veterinario più vicino. In questo caso, eventualmente, una possibile alternativa potrebbe essere quella di portare il gatto in spiaggia.