Piangendo, mamma gatta portava in giro il suo gattino sperando di trovare qualcuno che potesse salvarlo
Alla disperata ricerca di qualcuno che potesse prendersi cura del suo cucciolo, la mamma gatta percorreva interi chilometri
La mamma gatta trasportava il suo micino in bocca. Supplicava per l’aiuto di qualche buon’anima amante degli animali. Da sola le sarebbe stato impossibile scongiurare un drammatico epilogo. Serviva il supporto di persone compassionevoli, preferibilmente dotate di esperienza in situazioni simili. Qualcuno ha risposto al disperato “appello” della felina: la squadra di volontari di Cat Angels United. Imbattutisi in lei, gli operatori della struttura hanno subito preso a cuore la vicenda. Voltarsi dall’altra parte, far finta di niente andava contro i loro stessi principi. Così hanno verificato personalmente se il cucciolo fosse ancora vivo. Grazie al cielo resisteva, ma il tempo era tiranno. Prendere posizione era essenziale, avendo scoperto quanto il suo corpo fosse freddo.
Di conseguenza, lo hanno portato in clinica per un trattamento urgente. Nel frattempo, la mamma gatta se n’era andata per portare un altro piccolo. Una volta capito di avere incontrato degli esseri umani mossi da nobili principi verso i meno fortunati, ha reclamato ulteriore supporto. E la salute del micino era buona in questo caso. Tuttavia, un occhio in più avrebbe fatto comodo eccome.
Presto, la capofamiglia ha battuto la corda, ma, dopo essersi messi sulle tracce della quadrupede, i volontari hanno gettato la spugna, almeno in via momentanea. Manco fosse una (adorabile) strega, la randagia era sparita nel nulla.
In seguito ad approfondite operazioni di ricerca, l’hanno avvistata di nuovo, con l’ennesimo gattino, purtroppo malato. Viste le condizioni critiche, il personale lo ha spedito dallo stesso veterinario.
Infine, la mamma gatta ha affidato il quarto e ultimo cucciolo. Talmente era preoccupata di dover dire loro addio, che la baffuta aveva percorso chilometri su chilometri. Amorevole e coraggiosa, la fatica non è stata vane, giacché ha ottenuto l’assistenza necessaria. Il provvidenziale intervento degli “angeli custodi” ha permesso di riscrivere una storia finita sui cattivi binari. Oggi i mici, sani e forti, sono in rifugio, guariti dopo il trattamento. Che delle brave famiglie aprano i cancelli delle loro case e, soprattutto, del loro cuore.