Omega 3 per gatti: a che serve e in quali cibi trovarlo
L'alimentazione di Miao è bene che sia sana ed equilibrata. Gli Omega 3 per gatti come possono aiutare a favorire il loro benessere psicofisico? Vediamo!
Gli Omega 3 per gatti, ma vale per qualsiasi altro essere vivente, sono acidi grassi che aiutano a prevenire diverse patologie. Contrastano le malattie renali, cutanee, articolari e le infiammazioni croniche dell’intestino. Se ne fa tanto parlare, ma quanto c’è di vero e che tipo di approccio è bene avere per salvaguardare la salute di Miao?
Fondamentale, quindi, è comprendere come integrarli nella dieta del nostro amico a quattro zampe nel modo giusto. In maniera tale che siano una risorsa e che non finiscano con il creare dei problemi. In questo contesto, come sempre, è importante il parere del veterinario di fiducia (che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza che possono incidere anche negativamente).
Gli Omega 3 per i gatti, cosa sono?
Gli Omega 3 per gatti sono un tipo di acidi grassi insaturi. Sono tra quelli che vengono ingeriti di più dalla nostra piccola palla di pelo attraverso la dieta. Non dimentichiamo infatti l’importanza delle proteine di origine animale per il nostro amico a quattro zampe. È un pet prevalentemente carnivoro, che resta tale indipendentemente dal grado di addomesticamento.
Gatti e caccia, infatti, sono legati a stretto giro: l’istinto del predatore è scolpito nel dna del felino. Poco importa se deve realmente procacciarsi il cibo per sopravvivere o se ha sempre le ciotole piene grazie alla nostra presenza costante.
Sono elementi tanto importanti perché sia i cani che i gatti non riescono a produrli autonomamente e li devono assumere dall’esterno. Ecco perché, quindi, si parla di acidi grassi essenziali. In questo caso specifico, lo è soprattutto l’acido alfa-linolenico.
Integratori di acidi grassi per gatti
Questa sostanza è ritenuta così preziosa perché, una volta convertita, può produrre eicosanoidi, armi molto potenti contro le infiammazioni. Serve a proteggere la pelle, il sistema nervoso e l’apparato riproduttivo del nostro adorato Miao. È consigliabile, ma è bene parlarne sempre con il veterinario di fiducia per averne conferma in base alle condizioni specifiche del felino in questione, che lo 0,04% della dieta contenga Omega 3. Importante è anche il rapporto tra questi e gli Omega 6. Non affidiamoci al fai da te o al sentito dire, quindi, ma solo all’esperienza dello specialista. Hanno funzioni più o meno opposte e si devono bilanciare con cognizione di causa e maestria.
Di solito, i nostri animali domestici non hanno carenze di Omega 6, perché abbondantemente presenti nei cibi. Il mais, ricco di questo enzima, è una fonte primaria di sostentamento per i polli, i suini e i bovini, gli stessi che poi finiscono nello stomaco del nostro amico a quattro zampe.
Se gli stessi vengono allevati allo stato brado, invece, contengono molti più Omega 3, che sono contenuti in piante quali il lino, le graminacee e la frutta secca. Ecco allora spiegato perché, in genere, si cerca di integrare questi ultimi e non i 6. Quando si fa questo tipo di operazione si deve fare attenzione a non ribaltare gli equilibri, un’eventualità che può verificarsi. Ma troppi acidi grassi Omega 3 portano con loro diversi effetti collaterali che è bene evitare.
Omega 3 e insufficienza renale nel gatto
Gli Omega 3 per gatti devono essere assunti nelle dosi raccomandate dal veterinario. Si parla di stime, ma è bene non fare di testa propria. Fondamentale è stabilire la dieta migliore per la nostra piccola palla di pelo a seconda dell’età, dello stile di vita e delle condizioni di salute. In primis bisogna apportare le giuste quantità di proteine, seguite dai minerali, le vitamine e le fibre.
Una precisazione è d’obbligo, però, non somministriamo nulla con la forza al nostro amico a quattro zampe. Se il momento della pappa diventa una fonte di stress, dovremo poi occuparci di altre patologie e non è certo un approccio raccomandabile né tantomeno saggio. A tal proposito, può tornare utile saperne di più su come curare l’ansia del gatto.
Omega-3 per il gatto, la pasta e gli altri alimenti
Pesce a parte (ma ogni tipo ne contiene quantità diverse e bisogna tenerne conto), non sono tanti i cibi che contengono questi acidi grassi così preziosi per il nostro amato felino. Le dosi variano soprattutto in base alle patologie di cui è eventualmente affetto e alle alterazioni metaboliche che si vengono a creare. Torna prepotente, di nuovo, il ruolo fondamentale dello specialista. Sarà lui, infatti, a valutare la possibilità della somministrazione di un integratore quando e se l’alimentazione non è sufficiente.
Importantissimi sono i pesci più grassi, che contengono almeno l’8% di grassi per intenderci. Specie come il merluzzo per esempio non sono indicati perché considerati magri, mentre il salmone è considerato un alimento molto prezioso in tal senso. Anche la fase di cottura ha una funzione non indifferente. Infatti, deve essere veloce, altrimenti si rischia l’ossidazione e la riduzione dell’Omega 3 nei gatti. A influire molto è anche il tipo di allevamento del pesce e l’alimentazione di quello che poi diventerà cibo per i nostri amici a quattro zampe.
Il conteggio deve essere fatto dal proprio veterinario di fiducia, l’unico che può avere un quadro clinico completo della salute del nostro adorato Miao. Sarà lui a considerare tutti gli aspetti, anche quelli che a noi profani è facile che sfuggano. Un calcolo esatto può essere sufficiente per raggiungere il fabbisogno giornaliero, senza bisogno di integratori sintetici. Un dettaglio da non sottovalutare, visti gli equilibri difficili da mantenere.
Non è un argomento semplice
Quando si parla di Omega 3 per i gatti non è semplice capirci qualcosa. Si tratta di una questione complessa che deve essere gestita da esperti del settore. Le esemplificazioni, come quella che abbiamo cercato di fare noi che non vogliamo in alcun modo sostituirci ai professionisti, possono aiutarci a capirci qualcosa, ma non ci devono indurre a fare di testa nostra. Per quanto avvenga involontariamente, potremmo causare dei danni al nostro amico a quattro zampe, invece di aiutarlo.
Quando adottiamo un felino, soprattutto se siamo alla prima esperienza, affidiamoci allo specialista. Dalla questione alimentare, alla frequenza delle visite di routine. Fondamentali, per favorire una crescita sana una vita lunga, sono i vaccini e la capacità di comprendere il linguaggio dei gatti. Se sappiamo cosa ci dicono con il corpo, possiamo capire quando hanno bisogno del nostro aiuto e se è necessario intervenire. Un approccio tempestivo può fare la differenza.