Non ci crederai, ma esiste un metodo scientifico per farti amare dal tuo gatto
Lo studio è stato condotto da un'università francese e ha messo in evidenza alcuni aspetti che potrebbero essere davvero importanti
I gatti sono famosi per essere degli animali più distaccati di altri. Nonostante più volte abbiamo sottolineato come sia solo una forma di pregiudizio quella che vuole che i gatti siano animali incapaci di dare affetto, è impossibile negare che, il più delle volte, è più facile fare amicizia con un cane piuttosto che con un gatto. Oggi, però, siamo qui per parlarvi di uno studio che forse è riuscito a dare una svolta nella vita di tutti coloro che vogliono assolutamente fare amicizia con i gatti, ma non sanno bene da dove iniziare.
Questo studio è stato condotto dagli scienziati dell’Università Nanterre di Parigi e a parlarne per primo è stato il Daily Mail. Tutto è iniziato quando un gruppo di scienziati si sono seduti in un Cat Cafè, dove i gattini possono vagare liberamente e avvicinarsi ai clienti, e si sono resi conto del fatto che i gatti rispondevano più rapidamente agli umani quando offrivano segnali vocali e visivi insieme.
Tuttavia, per confermare questo frutto della loro osservazione, hanno deciso di provare a riprodurre quanto avevano già visto in un luogo diverso. Quindi, hanno preso come campione 10 gatti accompagnati dai loro padroni.
Ogni gatto è entrato in una stanza in cui c’era un estraneo. Dopo dieci secondi, questo estraneo ha messo in atto queste quattro cose: un segnale visivo, un segnale vocale, un segnale visivo e vocale simultaneamente o nessun segnale.
Quel che è emerso è che i gatti che non ricevevano nessun segnale agitavano la coda in senso di frustrazione, mentre quando veniva rivolto loro un segnale visivo e vocale insieme (esempio quando venivano chiamati e contemporaneamente veniva tesa loro la mano) tendevano ad essere più amichevoli.
I ricercatori, inoltre, hanno concluso dicendo: “I risultati derivanti dal presente studio possono servire come base per raccomandazioni pratiche per navigare nei codici delle interazioni uomo-gatto”.