4 Modi in cui i gatti chiedono aiuto: i più comuni
Il benessere del nostro amico a quattro zampe è prioritario. Conoscere i modi in cui i gatti chiedono aiuto può fare la differenza. I dettagli
Il legame tra bipede e quadrupede è sempre più simbiotico e ha permesso di ridurre il gap comunicativo inevitabile tra due specie così diverse fra loro. Ci sono degli aspetti, però, che non tutti conoscono e fra essi possono esserci i modi in cui i gatti chiedono aiuto. Saperli riconoscere può fare una grande differenza, salvare la vita alla nostra piccola palla di pelo o meno.
Quando si tratta di timore e paura, la maggior parte delle volte il nostro amato Miao ha motivo di attirare la nostra attenzione. Visto che i motivi per cui lo fa possono essere molteplici e non tutti facilmente intuibili, non farsi cogliere impreparati è la corretta strategia per proteggerlo al meglio.
I gatti ci chiedono davvero aiuto?
Tutti coloro che hanno un gatto lo sanno bene. Capire e interpretare i segnali e il comportamento dei nostri amici a quattro zampe non è sempre un’impresa facile. E i modi in cui i gatti chiedono aiuto non fanno eccezione. Per conoscerli tutti bisogna avere un’esperienza notevole. Ecco perché non incoraggiamo in alcun modo il fai da te, quando Micio lancia segnali preoccupanti, e pensiamo sia sempre il caso di rivolgersi al proprio veterinario di fiducia, che oltretutto conosce eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza preziosi per individuare il problema e risolverlo nel più breve tempo possibile. A tal proposito, ecco come interpretare correttamente il linguaggio del cane.
Non prendiamo sottogamba quello che la nostra piccola palla di pelo si sforza di farci sapere. Inoltre, più tempo potremo passare in sua compagnia, giocando e osservandola, più aspetti di lei conosceremo e meno parti oscure del suo carattere dovremo riscontrare. Adottare un amico a quattro zampe, infatti, non vuol dire solo farlo mangiare, bere, dargli una cuccia calda sulla quale riposare e portarlo a fare le passeggiate. L’impegno è nettamente maggiore e di grande responsabilità. Inoltre, dura “finché morte non ci separi”.
Cosa succede se il gatto scompare?
Tra i modi in cui i gatti chiedono aiuto ce n’è uno che non è così immediato, ma una volta che lo si conosce è molto facile da riscontrare. Sono tanti gli studi scientifici che sono stati pubblicati e che hanno avuto al centro della propria ricerca le maniere con cui Miao comunica. Anni e anni di scienza a supporto ci hanno aiutato a migliorare il rapporto tra bipede e quadrupede. Le orecchie, gli occhi, la coda: ogni singolo centimetro del corpo del nostro amico a quattro zampe esprime qualcosa, sta a noi saperlo leggere.
Di solito, quando il nostro adorato Micio ha paura, si nasconde. Si tratta comunque di comportamenti che in contesti differenti vogliono voler dire anche qualcosa di diverso. Più ne sappiamo, più sapremo individuare le ragioni giuste, sempre e comunque chiedendo conferma al nostro veterinario di fiducia. Non sottovalutiamo mai un malessere e non affidiamoci al sentito dire, potremmo allontanarci dalla risoluzione del problema e peggiorare la situazione che affligge la nostra piccola palla di pelo.
Nonostante secoli di addomesticamento, infatti, ci sono degli istinti che sono rimasti impressi nel dna e che non se ne andranno mai. A incidere è senza dubbio il contesto: è vero che può comportarsi in questo modo per gioco, ma a volte lo fa anche per stress o per scaricare l’ansia. A tal proposito potrebbe tornare utile saperne di più sull’ansia del gatto e imparare a gestirla al meglio.
Non dimentichiamo, infatti, che la nostra piccola palla di pelo ha la necessità di incanalare le proprie energie per mantenere un certo equilibrio psicofisico, se questo non avviene come dovrebbe, le conseguenze possono essere anche parecchio fastidiose, soprattutto per chi le vive. Un gatto frustrato non riesce a discernere il contesto e soffre terribilmente.
Questione di alimentazione
Una corretta dieta, indipendentemente dal fatto che sia naturale o industriale, è indispensabile perché il nostro amico a quattro zampe cresca forte, stia il più possibile in salute e non soffra. Quando ha fame, allora, ci interpella e chiede il nostro intervento. A meno che non sia particolarmente famelico e non chieda più del consentito, assecondiamo la sua esigenza.
In questo caso lo fa dicendoci a chiare lettere che è affamato e che noi dobbiamo fare qualcosa per aiutarlo. Tra i metodi più cristallini troviamo quello per cui Miao ci si piazza davanti e con le zampette richiama la nostra attenzione. Se lo seguiamo ci porterà direttamente davanti alla ciotola dove generalmente consuma la sua pappa.
Potrebbe trattarsi di un bisogno di attenzione, magari dopo una lunga giornata di lavoro. Se sente il bisogno di giocare e di farlo in nostra compagnia, invece della ciotola si piazza di fronte a uno dei suoi giocattoli preferiti.
Come faccio a dire che il gatto sta male?
La causa scatenante fa la differenza e ce ne sono di più serie e di meno importanti. Se il nostro amico a quattro zampe non sta bene, il nostro grado di attenzione si deve alzare e non bisogna perdere tempo. Chiamiamo il veterinario di fiducia per fissare una visita di controllo. Meglio farla ‘a vuoto’ e poter dire che il pericolo è scampato, piuttosto che sottovalutare dei sintomi che nascondono una malattia di una certa entità.
I modi in cui i gatti chiedono aiuto celano una ragione ben precisa. Possono cambiare in base all’età e sapere interpretare il linguaggio di un cucciolo è più difficile. Il più delle volte, infatti, si dimostra ambiguo. Preoccupiamoci e indaghiamo se tende a masticare oggetti, soprattutto se molto frequentemente, quasi in maniera ossessivo-compulsiva.
Nel caso della sofferenza fisica, sono altre le manifestazioni. Molto spesso i felini che provano dolore si lamentano proprio come noi, mugolando o piangendo. Il Miagolio, inoltre, contrariamente a quanto si possa immaginare, è un verso che il gatto utilizza solo ed esclusivamente per comunicare con noi.
Infine, parliamo di sete. Una palla di pelo che sta male e che soffre la disidratazione inizia ad ansimare in maniera evidente e a muovere la lingua. Noteremo, inoltre, il naso e la bocca molto asciutti. In questo caso la velocità d’intervento è prioritaria.