Misurare la febbre del gatto: i modi per farlo senza fargli male
Misurare la febbre del gatto seguendo i parametri umani non è nulla di più sbagliato. La sua temperatura corporea, infatti, è decisamente differente da quella dell’uomo. Un bipede, in media, quando sta bene, la porta a 36 gradi centigradi, da 37 in su invece si considera febbre e bisogna individuarne le motivazioni sottostanti.
Sapere come riconoscere eventuali campanelli d’allarme può fare la differenza. Prima si interviene meno rischi corre il nostro peloso piccolo e indifeso. In questa ottica, manteniamo un filo diretto con il nostro veterinario di fiducia.
Di cosa stiamo parlando
Miao ha certamente qualcosa in comune con noi bipedi: misurare la febbre del gatto dice molto sul suo stato di salute e quando è meglio correre ai ripari.
Ecco perché la prima cosa che fa lo specialista a visita è utilizzare il termometro. Si tratta del parametro numero uno, importante per una valutazione puntuale della situazione.
Come interpretare la temperatura
Facciamo un’analisi dettagliata, ma ricordiamoci che nessuno, per quanto esperto sia, può sostituirsi a chi possiede una laurea in veterinaria. Solo lui può avere un quadro completo, considerare eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza.
Come i cani, i gatti hanno una temperatura considerata nella norma ben diversa dalla nostra. Quella che noi considereremmo “febbre da cavallo” per loro non è assolutamente preoccupante. Cambiano i parametri, e di tanto.
La differenza è facilmente tangibile: basta toccare la nostra palla di pelo e capiremo che emana molto più calore rispetto a noi esseri umani. La differenza, in condizioni di normalità, è di circa due gradi in più.
Se la temperatura corporea di un micio si aggira sui 38/39 gradi non ci si deve assolutamente preoccupare. Vuol dire che sta benissimo. Il nostro veterinario di fiducia confermerà dopo tutti i controlli precauzionali del caso.
Se non abbiamo il termometro
Misurare la febbre del gatto senza il termometro non è consigliabile, ma possibile. Lo specialista in ambulatorio userà certamente quello rettale, per assicurarsi che la temperatura sia nella media e che non sia indicatore di qualche disturbo da individuare e trattare il prima possibile
Quello per l’orecchio è considerato poco affidabile dagli esperti in materia, perché i peli e la pigmentazione della cute falsano il risultato. In ogni caso, è sempre meglio che a fare questo tipo di operazione sia il medico. Una mano inesperta può provocare delle lesioni anche gravi.
Quello che possiamo fare noi proprietari, per stabilire se serve una visita dallo specialista che confermi o smentisca (speriamo) i nostri dubbi, è eseguire dei semplici accorgimenti. Il risultato non sarà preciso, ma è già qualcosa in attesa del parere veterinario.
Dobbiamo metterci in allarme se percepiamo un cambiamento nel comportamento. Un segnale tipico, infatti, è il passaggio da un atteggiamento curioso e giocherellone a uno schivo e che porta il nostro adorato Miao a nascondersi (per esempio sotto il letto).
Anche la dieta fa da termometro. Se notiamo delle differenze nelle abitudini, eventuali episodi di vomito e/o diarrea persistenti, così come una eventuale sonnolenza o letargia, è meglio fare una telefonata al veterinario di fiducia e stabilire insieme a lui se è il caso di fissare un appuntamento in ambulatorio.
Una prassi sicura
Negli esseri umani per misurare un eventuale innalzamento della temperatura è frequente mettere una mano sulla fronte o toccare le orecchie, se sono calde si passa al rilevamento attraverso il termometro.
Nel caso del gatto, invece, è consigliabile toccare il naso. Qualora dovesse essere secco dovremmo farci qualche domanda o, meglio, porla allo specialista. Vediamo però cosa fare praticamente intanto:
Misurare la febbre del gatto è meglio farlo in due per tenerlo fermo;
Lubrificare il termometro con olio di vaselina prima di inserirlo;
Manteniamo la mano ferma e delicata.
La misurazione è quasi istantanea e subito dopo ci si deve ricordare di disinfettare gli strumenti utilizzati. Alla fine della procedura, non dimentichiamoci uno snack come rinforzo positivo.
Se la temperatura scende
Le ragioni che provocano un abbassamento della temperatura corporea possono essere molteplici e dobbiamo preoccuparci quando arriva al di sotto dei 37 gradi. In questo caso, infatti, si parla di ipotermia e – se trascurata – può avere delle conseguenze anche molto gravi, fino al decesso. Tra le cause più frequenti ci sono:
- I farmaci;
- Traumi recenti;
- Ipotiroidismo;
- Intossicazione oppure avvelenamento;
- Tumori che incidono sul sistema termoregolatore.
Per tenere a bada l’ipotermia del nostro adorato gatto, ed evitare che le sue condizioni peggiorino, bisogna che venga riscaldato in modo graduale. Si parte dal centro del corpo, fino alle sue estremità.
Aiutiamoci con le borse d’acqua calda e delle coperte. In alcuni casi, quelli più gravi, il veterinario di fiducia può provvedere alla somministrazione di liquidi tiepidi tramite iniezioni sotto cute.
I sintomi tipici
Misurare la febbre al gatto è la prima cosa che fa il veterinario anche durante una semplice visita di routine. Come già detto, la temperatura felina segue regole a parte. Si considera febbre solo quando supera i 39,2 gradi centigradi. Se ci si trova di fronte a condizioni del genere vuol dire che il corpo sta rispondendo, e cercando di sconfiggere, un’ infezione.
I sintomi che devono metterci in allarme sono: sonnolenza e letargia, starnuti, inappetenza improvvisa, diarrea persistente e vomito. Ecco allora che l’intervento del veterinario di fiducia, che conosce pregressi clinici ed eventuali caratteristiche di razza, è fondamentale per confermare la diagnosi e capirne le cause.
Perché Miao ha la febbre
Misurare la febbre del gatto ci dice se c’è un innalzamento della temperatura corporea. In caso di risposta affermativa, prima di tutto il veterinario dovrà comprendere perché si è venuta a creare una tale condizione. Tra le ragioni più frequenti:
- Un’infezione virale, batterica o fungina;
- Una forma di cancro.
- Una lesione traumatica;
- Controindicazioni da somministrazione di farmaci;
- Un colpo di sole;
Quando non si riesce a individuare la causa (ma possono essere anche più di una), si parla di febbre di origine sconosciuta. Comunque, l’ipertermia è correlata a disfunzioni dell’ipotalamo, questa parte del cervello infatti ha proprio il compito di regolare la temperatura corporea.
Cure e trattamenti
Fermo restando che il fai da te e l’improvvisazione non sono mai consigliabili, e che la cura per la nostra piccola e indifesa palla di pelo deve essere stabilita soltanto dal veterinario di fiducia, ecco quali sono le cure più idonee per questo tipo di malessere. Ogni aspetto, è scontato, è strettamente legato alla motivazione di origine.
Insieme alle indicazioni dello specialista, e soltanto dopo il suo nulla osta, possiamo mettere in atto degli accorgimenti per aiutare il nostro amico quattro zampe a guarire il più velocemente possibile.
Possiamo mettere all’interno della cuccia del nostro adorato Micio alcuni oggetti ai quali sappiamo essere particolarmente affezionato, i suoi giochi preferiti per esempio, e coperte di lana che lo tengano al riparo.
Oltretutto, ricordiamoci sempre di cambiare l’acqua della ciotola con frequenza, così da favorire l’idratazione. Se non ha voglia di bere possiamo provare a fargli leccare un cubetto di ghiaccio. Se il problema è la mancanza di appetito, omogeneizzati o scatolette di umido di marche nuove potrebbero essere sufficientemente invitanti.