Mamma gatta lo ha lasciato solo, gli uomini lo hanno lasciato sotto un’auto: a salvare il gattino è stata un’anima buona
Nessuno badava a lui, né la mamma né gli umani: la provvidenza, però, arriva quando meno te l'aspetti
Stava camminando per strada quando l’uomo della nostra storia vide un micino ferito sotto un’auto. Il piccolo era immobile e sembrava terrorizzato. Pertanto, il buon samaritano gli si avvicinò con la massima cautela e, dopo essersi accertato le buone condizioni del piccolo, lo prese in braccio e lo portò in ospedale determinata a salvare il gattino.
Serviva intervenire al più presto, altrimenti il micio sarebbe potuto morire, da un momento all’altro. Il veterinario lo sottopose ad approfonditi controlli e ravvisò diversi traumi. Le sue zampe posteriori erano paralizzate. Inoltre, presentava un’infezione all’occhio sinistro e soffriva di malnutrizione. Insomma, le condizioni erano allarmanti.
Per avere delle chance di salvare il gattino, egli aveva l’esigenza di un intervento immediato, sennò il quadro clinico avrebbe rischiato di peggiorare, forse in maniera irrimediabile. L’uomo scelse di adottare il tenero baffuto e di occuparsi del trattamento necessario. Lo chiamò Niuniu e lo portò a casa con sé.
Niuniu era un’anima pura, che malgrado le esperienze negative maturate in passato continuava a credere nelle persone. Si affezionò subito al nuovo padrone e lo seguiva ovunque andasse. Era praticamente la sua ombra. Di rimando, il salvatore lo sorvegliava giorno e notte, attento a ogni piccolo segnale. Lo nutriva con cibo specifico, pagava le sedute di fisioterapia e lo coccolava quotidianamente.
Al termine di settimane parecchio intense, Niuniu evidenziò dei progressi. Le sue zampine posteriori cominciarono a muoversi e l’infezione all’occhio sinistro a diventare meno preoccupante. L’uomo era felicissimo di assistere agli enormi passi in avanti compiuti dal trovatello. Non si stancava mai di aiutarlo, anzi: la vicinanza gli trasmetteva il buonumore.
A distanza di alcuni mesi, Niuniu era completamente guarito. Finalmente gli era possibile camminare, correre e giocare, alla pari di qualsiasi esemplare della propria specie. Il coronamento del tanto duro lavoro, portato avanti da ciascuna delle parti in causa, anche lì dove le difficoltà parevano avere il sopravvento. Il lieto fine scritto ripaga a pieno dell’impegno profuso, come una squadra perfetta, pronta ad affrontare le avversità poste lungo il cammino.