L’uomo era convinto che un gatto qualsiasi fosse entrato in casa: le cose non stavano così
L'uomo si è accorto dopo pochi secondi che quello che lo stava osservando da lontano non era affatto un gattino
La storia che stiamo per raccontarvi oggi è così divertente che sicuramente vi migliorerà la giornata. Il protagonista è un giovane abitante del Texas, di nome Kai Plummer, che si è ritrovato a vivere una vicenda decisamente anomala. L’uomo, subito dopo aver acceso la luce in corridoio, ha notato che un gatto randagio era entrato in casa. Il micio se ne stava accovacciato sul pavimento e lo guardava in lontananza. Dopo qualche secondo di acuta osservazione però l’uomo si è reso conto che quello che lo stava scrutando da lontano non era neanche lontanamente un micio.
Plummer ha raccontato in un’intervista a NewsWeek che non era la prima volta che un animale si introduceva inavvertitamente in casa sua. Come se non bastasse molti suoi amici avevano vissuto esperienze simili e questo lo ha spinto a non farsi troppe domande. In quel momento ha addirittura pensato che il sistema di distribuzione per gatti avesse colpito anche lui e che da quel momento avrebbe iniziato la convivenza con il suo nuovo amico a quattro zampe. Mentre si avvicinava all’animale però i suoi occhi hanno iniziato realmente a mettere a fuoco. Quello che vedeva in lontananza non era un felino ma qualcosa che lui non si sarebbe mai aspettato. Le sue scarpe, che erano in corridoio dalla sera precedente, viste dalla prospettiva iniziale si erano sovrapposte e avevano assunto le sembianze di un gatto.
Per testimoniare quanto accaduto, l’uomo ha registrato l’intera scena e l’ha pubblicata sui social. Molte persone, trovandosi al suo posto, probabilmente sarebbero incappate nello stesso errore. Un utente non a caso ha scritto in un commento: “Impossibile… anche io ho visto un gatto al 100%!”. Nonostante questo, giisto per dare un tocco di ironia alla situazione, Plummer ha scritto sul testo sovrapposto al filmato: “Sono cieco come un pipistrello, ragazzi”.
