Leishmaniosi del gatto: cause, sintomi, come curarla e cosa fare
Colpisce con più frequenza i cani, ma resta comunque un pericolo (serio) per il gatto: conosciamo la leishmaniosi e le misure di prevenzione della malattia
Fino a non molto tempo fa la leishmaniosi era considerata una malattia tipica dei cani, ma oggi sappiamo che colpisce anche il gatto. Si tratta di una infezione zoonotica, perciò attenzione perché può colpire anche noi bipedi e altri mammiferi.
Per capire la gravità della patologia è opportuno capire come avviene il contagio e, di conseguenza, cosa possiamo fare per evitare che Micio si ammali, con tutti i rischi che comporta per la sua salute.
La leishmaniosi del gatto è poco comune, ma i casi sono in aumento. Scopriamo quali sono le cause della malattia e i sintomi che devono spingerci a richiedere l’intervento immediato del nostro veterinario di fiducia.
Indice
- Come avviene il contagio
- Sintomi di leishmaniosi nel gatto
- Quanto è frequente la leishmania nel gatto
- Leishmaniosi nel gatto, diagnosi e accertamenti
- Come si cura un gatto con la leishmaniosi
- Leishmania e aspettative di vita
Come avviene il contagio
Causata dal protozoo Leishmania infantum, la leishmaniosi nel gatto causa tre tipi di reazioni: una cutanea, una oculare e una viscerale, considerata la forma più rara ma severa di leishmaniosi.
L’infezione avviene quando dei piccoli insetti chiamati flebotomi trasmettono i parassiti flagellati sulla pelle di un ospite. Il periodo di incubazione, che porta dall’infezione al manifestarsi dei primi sintomi, varia generalmente da un mese a diversi anni. Non c’è età, sesso o razza che vengano colpiti maggiormente, ma nei maschi si verifica più di frequente una reazione viscerale. Le probabilità di contrarre l’infezione saranno inoltre maggiori se l’animale è già affetto da malattie che colpiscono il sistema immunitario come FIV, FeLV e toxoplasmosi.
Le zone del corpo più interessate sono la pelle, i reni, la milza, il fegato, gli occhi e le articolazioni. La più frequente reazione cutanea si presenta con lesioni sulla pelle e perdita di pelo. Vi è poi una marcata tendenza alle emorragie.
Si tratta di un’infezione diffusa nel bacino del Mediterraneo, in Portogallo e Spagna. Vi sono anche casi sporadici in Svizzera, Francia del Nord e Olanda e casi endemici nell’America Centrale e Meridionale, nonché nel Messico settentrionale.
Sintomi di leishmaniosi nel gatto
Nei gatti la leishmania di solito colpisce la pelle, ma non è raro che colpisca anche gli organi interni. Le lesioni cutanee più comuni sono aree di calvizie con pelle secca e dequamazione, che di solito inizia sulla testa e si estende al resto del corpo. Può anche svilupparsi un’ulcerazione, in particolare sulla testa e sugli arti. Le ulcere sulle orecchie possono sanguinare notevolmente.
A seconda del tipo di sintomi, possiamo distinguere tre diversi tipi di leishmaniosi nel gatto. Vediamoli, caso per caso.
Leishmaniosi cutanea
Colpisce la pelle del gatto, con i seguenti sintomi:
- Ipercheratosi (ispessimento della cute), con croste sulla pelle, depigmentazione e screpolatura di muso ed estremità distali delle zampe;
- Alopecia, con manto secco e sottile e perdita di pelo simmetrica;
- Sviluppo di noduli sulla superficie cutanea.
Leishmaniosi oculare
Colpisce gli occhi del gatto, con sintomi quali:
- Congiuntivite;
- Blefarite;
- Uveite;
- Alopecia intorno agli occhi.
Leishmaniosi viscerale
Colpisce gli organi interni alla cavità addominale, con sintomi variabili:
- Severa perdita di peso;
- Inappetenza;
- Diarrea;
- Feci catramose;
- Vomito;
- Sangue dal naso;
- Letargia.
Quanto è frequente la leishmania del gatto
Come abbiamo detto all’inizio, la leishmaniosi è una malattia meno frequente nel gatto rispetto al cane, ma non per questo dobbiamo sottovalutarla. Ci sono casi in cui Micio potrebbe essere a rischio di contagio: viaggiare in regioni endemiche in cui il gatto può essere esposto ai flebotomi o altri animali colpiti è il modo più facile per contrarre l’infezione. Tuttavia anche una trasfusione di sangue infetto può portare a contrarre la leishmaniosi.
In ogni caso, considerate che la leishmania è frequente nelle aree del mondo in cui è endemica per il cane, quindi Paesi come il Brasile o gli stati europei che si affacciano sul Mar Mediterraneo. I casi felini registrati in Italia – almeno attualmente – riguardano la Sicilia, la Sardegna, la Liguria e l’Abruzzo.
Perché così pochi? La ragione è molto semplice: i gatti son più resistenti alla leishmania rispetto ai cani e, in linea generale, ne vengono colpiti maggiormente gli esemplari con un sistema immunitario compromesso.
Leishmaniosi del gatto, diagnosi e accertamenti
Per diagnosticare la leishmaniosi del gatto, il veterinario deve eseguire un esame accurato del Micio, tenendo conto della sintomatologia e dei possibili eventi che hanno causato l’infezione. Deve effettuare un’analisi del sangue e delle urine per escludere disturbi come lupus, tumori e cimurro che causano sintomi simili. Anche estrarre dei campioni di tessuto cutaneo, della milza, del midollo osseo o dei linfonodi, nonché procedere a una biopsia delle lesioni cutanee è utile per giungere a una diagnosi più precisa.
Molti animali affetti da leishmaniosi presentano alti livelli di proteine e gammaglobuline, come anche un’elevata attività degli enzimi epatici. In ogni caso il vostro veterinario di fiducia potrebbe eseguire dei test specifici per individuare il lupus o escluderlo dalle possibili cause. La cosiddetta diagnosi per esclusione, insomma!
È importante capire l’importanza del veterinario in questi casi (come sempre, del resto). Soltanto un medico esperto può giungere a una diagnosi di leishmaniosi con tutti gli accertamenti del caso, l’unico modo per escludere la presenza di altre patologie che potrebbero presentare dei sintomi molto simili (perfino identici). Seguite sempre le indicazioni del medico e non lasciatevi andare a diagnosi fai da te: la salute di Micio deve avere la priorità e per questo dobbiamo affidarci solo ed esclusivamente a chi ne sa più di noi.
Come si cura un gatto con la leishmaniosi
Come agire se il gatto ha contratto la leishmaniosi? Il trattamento dipende, come sempre, dalla gravità dell’infezione e dalla diagnosi del veterinario. In generale quando l’infezione non è troppo severa, il medico prescrive una terapia specifica per il gatto, rimodulando la dieta in linea con il fabbisogno di proteine e per proteggerlo in caso di insufficienza renale. Non dimentichiamo che un gatto con la leishmaniosi può avere danni anche agli organi interni, pertanto bisogna curare anche le patologie ad essa connesse. Ad esempio in caso di noduli cutanei, il veterinario può decidere di intervenire chirurgicamente per rimuoverli.
Purtroppo la leishmania può mettere a rischio la vita stessa di Micio e non è da escludere che, in casi molto gravi, il veterinario decida di ricorrere all’eutanasia. C’è una differenza sostanziale che rende questa malattia molto più pericolosa nei gatti che nei cani: per Fido esiste un vaccino, quindi una misura di prevenzione della leishmaniosi. Al contrario i gatti non hanno questa possibilità.
Cosa possiamo fare noi per evitare che il gatto contragga la malattia? Non abbiamo molte armi a disposizione, ma qualche misura di prevenzione esiste. L’unico modo efficace per evitare l’infezione è proteggere Micio (regolarmente!) con prodotti antiparassitari e repellenti per zanzare, pappataci e in generale contro gli insetti che con il loro morso possono trasmettere la malattia. Particolare attenzione, inoltre, va ai gatti con un sistema immunitario compromesso per i quali è utile stabilire un’alimentazione adeguata, anche con l’uso di integratori che rafforzino le difese dell’organismo.
Leishmania e aspettative di vita
Il veterinario avrà bisogno di monitorare regolarmente il vostro gatto per registrare ogni miglioramento clinico e per l’identificazione degli organismi eseguirà diverse biopsie. Potete aspettarvi una recidiva da qualche mese a un anno dopo l’inizio della terapia. Per questo motivo è bene far visitare il gatto almeno ogni due mesi dopo il completamento della terapia iniziale.
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