Le forti grida del gattino hanno permesso che trovassero lui e la sua intera famiglia
Questo gattino è davvero piccolo ma anche molto coraggioso, andiamo a vedere come ha salvato la sua stessa famiglia
L’abbandono è un atto spregevole e insensato che continua a urtare la sensibilità dell’opinione pubblica. Ma, soprattutto cari amici miei, il problema grave e ingiusto si riversa sulla salute e sulla stessa vita di poveri piccoli pelosetti. Che, ogni anno, terribilmente, si ritrovano a migliaia buttati per le strade a soffrire la fame e chi più ne ha più ne metta. Nella maggior parte dei casi, pensate, sono proprio dei gattini minuscoli, anche neonati, che finiscono nei cassonetti, ai lati della strada, dentro delle buste di plastica sigillate. In modo tale che, se pure avevano una speranza di sopravvivere, dopo quel trammento, svenisce. Questa è la storia di un gattino che salva tutta la sua famiglia.
Come? Vi starete chiedendo voi, in molti. Ve lo racconterò immediatamente, perché qui, cari lettori, bisogna celebrare la vita sempre e fare in modo che sia una gioia quando dei piccoli gattini si salvano. E denunciare, ogni giorno, chi maltratta queste povere creature indifese.
Era una giornata qualcunque quando una donna stava camminando su un marciapiede intenta ad andare a lavoro. Di punto in bianco sente un terribile urlo, dopo, dei miagolii insistenti. Sembravano provenire da una bocca troppo piccola per far uscire tutto quel fiato.
Eppure sentiva chiaro e forte che questo piccolo pelosetto stava soffrendo. Seguì la forte richiesta e arrivò fin davanti ad un cassonetto. Lo aprì e seguì ancora le urla disperate di un piccolo gattino: provenivano da una busta di plastica sigillata.
La donna la aprì immediatamente e dentro trovò un’intera famiglia di piccoli gattini. Allerò immediatamente la Humane Society di Toronto, in Canada, città nella quale vive. I volontari arrivarono in men che non si dica e portarono subito i fratellini pelosetti dal veterinario.
Ora si chiamano Charlie, Nova e Suarez, crescono e hanno superato il momento difficilissimo dell’abbandono. La volontaria del centro della Humane Society, che si chiama Tania, racconta: “Se non fosse stato per le urla del gattino con la giacca da pranzo, probabilmente non li avrebbero trovati”.