La povera gatta randagia incinta aspettava di morire nella neve, finché non è successo qualcosa- Video
La gatta ha sfidato il gelo, trovando una famiglia
Brina. Le temperature glaciali non davano tregua. In un clima spietato, si consumava la drammatica storia di una povera gatta randagia incinta, ridotta ai minimi termini. Reduce da dure battaglie, se ne stava immobile, in attesa che qualcuno le tendesse una mano. Già, ma quando? Perché più il tempo passava, più remoto sembrava l’arrivo dei soccorsi. Disperate a loro volte, altre trovatelle reclamavano un rifugio di fortuna. E, non appena ne individuavano uno, lo occupavano, impedendole di avvicinarsi. Gli umani la ignoravano, i suoi simili pure.
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Delusione e sconforto avevano preso il sopravvento. Poi, però, come d’incanto, apparve Evelyn, una donna dolce e premurosa. Da sempre attenta alle vite delle creature più fragili, notò la povera gatta randagia raggomitolata nella neve. Subito si sentì travolgere da un’ondata di compassione: voltarsi dall’altra parte era fuori discussione. Mai e poi mai se lo sarebbe perdonato, andando contro i suoi stessi principi.

Così, con un gesto deciso e, al tempo stesso candidò, la sollevò dal suolo e la portò a casa. Lì scoprì a fondo la gravità della situazione. Pesava appena un chilo e mezzo, uno scricciolo prodotto di tanta sofferenza, cumulo di ossa e pelo malconcio. Per di più, il veterinario confermò subito le previsioni: la povera gatta randagia era incinta. Se fosse rimasta un solo giorno in più in quella morsa di gelo, difficilmente avrebbe potuto sopravvivere, né lei né i cuccioli che portava in grembo.
I primi tempi in casa furono delicati. Tremava di paura, rifugiandosi in un angolo e accettando il cibo solo se imboccata. La strada le aveva insegnato a diffidare di tutto, e le ferite subite avevano lasciato segni non solo sul corpo, ma anche nell’animo. Eppure, giorno dopo giorno, con pazienza infinita, Evelyn riuscì a trasmetterle un senso di sicurezza. L’affetto iniziò a scalfire la corazza di terrore, permettendo alla felina di fidarsi delle mani che la accarezzavano.
Col passare delle settimane, la gatta prese a uscire dal suo nascondiglio, muovendosi con cautela e manifestando curiosità verso l’ambiente circostante. Mangiare non fu più un’impresa, e il pancino, sempre più rotondo, prometteva una nuova vita in arrivo. Fu così che, in una notte ancora fredda ma ricca di speranza, partorì diversi cuccioli. Quelle piccole creature trovarono subito un nido caldo e amorevole, lontano dai pericoli della strada.