Kohona provoca allergia? Ecco cosa bisogna sapere e cosa fare
? Cosa dobbiamo sapere riguardo il suo pelo e il suo corpo? Conosciamolo meglio!
Sappiamo rispondere alla domanda “il Kohona provoca allergia“? Cosa c’è da conoscere di fondamentale riguardo il suo pelo? Cerchiamo di scoprire insieme le caratteristiche fisiche essenziali che distinguono il suo corpo, al fine di capire qualcosa di più sul suo conto.
Kohona e allergia: sì o no?
Chi conosce un minimo le razze di gatti, sa bene che esistono diverse tipologie di felini, tutti caratterizzati da specifiche peculiarità. La maggior parte di questi piccoli amici a 4 zampe, infatti, è dotata di un pelo lungo, folto e morbidissimo, bello da vedere, soffice da toccare e funzionale per la protezione del corpo dell’animale.
D’altra parte, però, c’è un ulteriore aspetto da considerare: ci sono anche molti gatti senza pelo, ovvero che presentano una struttura fisica qualificata dalla pelle completamente nuda.
Fra le razze di gatti senza pelo più famose e conosciute, possiamo trovare i seguenti felini:
- Sphynx
- Elf Cat
- Don Sphynx
- Peterbald
- Donskoy
- Levkoy
- Kohona
Fra questi, abbiamo nominato anche il nostro caro amico Kohona. Esatto: il Kohona è un gatto che, a seguito di una mutazione genetica che lo colpì al momento della sua nascita, si è sempre rivelato un felino super delicato, dalla pelle liscia come la cera.
Infatti, in molte zone è anche conosciuto come “gatto nudo hawaiiano”, appellativo introdotto sulla base della principale caratteristica fisica e del luogo d’origine, le Isole Hawaii, appunto.
Dunque, visto che la domanda che oggi ci siamo posti è “il Kohona provoca allergia?”, possiamo dare la risposta in modo molto banale: no, poiché non ha il pelo che, staccandosi, svolazza per l’ambiente.
Il Kohona, allora, è un gatto perfetto per vivere in appartamento, e non soltanto perché il suo carattere si adatta facilmente alla convivenza.
Qualora ci fossero in casa delle persone che soffrono di “allergia al gatto”, scegliere di adottare un Kohona potrebbe essere la decisione ideale!
Spesso, infatti, chi è appassionato di animali ma soffre di allergia è costretto a non prenderli a causa del fatto che la loro presenza in casa potrebbe compromettere lo stato di salute generale.
Tuttavia, si potrebbe proprio valutare l’ipotesi di accogliere un gatto, come il Kohona, anallergico, al fine di avere comunque una dolce compagnia con cui condividere le giornate. Il Kohona, non avendo pelo, non disperde quel particolare allergene che provoca il fastidio.
“Allergia al gatto”: cosa significa?
Dopo aver sottolineato che il Kohona è un gatto che non provoca allergia, ci possiamo ora domandare: cosa significa non tollerare i gatti, o il pelo dei gatti? Cosa significa essere allergici?
Bisogna prima di tutto sfatare il mito secondo cui comunemente si parla di “allergia al gatto” o “allergia al pelo del gatto”. In realtà, se proprio volessimo essere precisi, nessuna di queste espressioni è corretta.
L’allergia è provocata da una sostanza, chiamata Fel D1, che non è altro che una proteina che si trova nella saliva del gatto, nella sua urina e nella pelle morta.
Dal momento che i gatti sono degli animali pulitissimi, che tengono in modo particolare alla loro igiene personale, sono soliti leccarsi costantemente il corpo.
Questa pratica dà loro la possibilità di tenersi puliti e di togliersi via eventuali sporcizie o corpi estranei depositati sul manto. Dato che, come abbiamo detto sopra, l’allergene “incriminato” è presente sulla saliva, ecco che i conti tornano perfettamente: il gatto, leccandosi, si riempie il pelo di questa proteina.
Quando poi il suo pelo morto cade e si stacca dal corpo del felino, svolazza in giro, rimane nell’aria dell’ambiente o si deposita su qualche superficie.
La dispersione di esso può avvenire sia tramite l’aria, sia per contatto diretto. Inoltre, il Fel D1 sembra essere davvero molto resistente, soprattutto quando trova un facile approdo in superfici ruvide, come divani, tessuti vari, tende, letti, vestiti etc.
Il pelo che si cosparge nell’aria, dunque, provoca l’effetto allergico, ma non ne è la causa vera e propria. Evidentemente, i soggetti umani allergici a questa sostanza hanno un sistema immunitario particolarmente sensibile, tale da reagire in modo negativo a questa presenza.
Quali sono, allora, i sintomi che emana il corpo per avvertirci che qualcosa non va? È facile accorgersi di essere “allergici al gatto”? Sì, ma dobbiamo tener presente anche un aspetto importante! Come tutte le allergie, anche quella al Fel D1 può svilupparsi in qualsiasi periodo della vita.
Quindi, se non ci nasciamo, non dobbiamo essere totalmente sicuri che essa non possa colpirci nel corso del tempo. Il fatto di aver sempre avuto (o meno) animali in casa non influisce: tutto dipende dalla reazione del nostro organismo.
Sintomi e soluzioni
I sintomi più comuni dell’allergia al gatto sono facilmente riconoscibili:
- naso che cola in continuazione
- arrossamento degli occhi intenso
- starnuti assai frequenti
- lacrimazione eccessiva e insolita
- prurito
- asma bronchiale (nei casi più gravi): essa può dare anche difficoltà respiratoria, tosse, respiro sibilante
- reazioni cutanee, come orticaria
Ci sono delle possibili soluzioni per gestire al meglio la presenza di un gatto in casa, qualora ci fossero in famiglia dei soggetti riscoperti poco tolleranti?
Sicuramente, far presente la questione al medico curante è sempre il primo passo per trovare i rimedi più adatti. In ogni caso, ci sono anche delle piccole accortezze di cui potremmo tener conto.
Sicuramente, non si può debellare al 100% il problema, ma si può provare a tenerlo sotto controllo con gli strumenti che si hanno a disposizione.
Ecco qualche suggerimento:
- castrazione o sterilizzazione: molti studi hanno dimostrato che la presenza del Fel D1 nel corpo del felino che ha subito questi piccoli interventi sia assai minore
- prendersi cura del pelo del gatto ogni giorno, spazzolandolo e pulendolo con gli strumenti appositi molto spesso
- lavarsi le mani tante volte, soprattutto dopo aver avuto un contatto diretto col felino
- lavare continuamente i vestiti che indossiamo in presenza del gatto
- far arieggiare gli ambienti che lui frequenta maggiormente e passare straccio, scopa, aspirapolvere in modo costante
- evitare che il gatto entri in camera da letto e venga a contatto con lenzuola, cuscini etc.
Questi consigli possono davvero tornarci utili per gestire un’allergia davvero fastidiosa ai piccoli amici a 4 zampe. Avendo ormai assodato che il Kohona non provoca allergia, possiamo trarre un’altra conclusione.
Almeno per questo aspetto, dunque, il fatto che il Kohona abbia la pelle completamente nuda e che il pelo sia assente dal suo corpo è un fattore positivo.
Negli altri ambiti della vita, infatti – e purtroppo -, questa mutazione genetica dà al cucciolo una quotidianità molto difficile da sostenere. Il suo corpo, infatti, è assai delicato ed è soggetto a varie problematiche che potrebbero mettere facilmente a rischio il suo benessere generale.
Quindi, qualora decidessimo di prendere un gatto come il Kohona in casa è bene tenere presente due fattori:
- da una parte, è un bene che sia un gatto anallergico, poiché ottimo per tutti i soggetti, compresi coloro che soffrono di allergia al Fel D1
- dall’altra, è un felino assai delicato, che richiede davvero tantissime attenzioni, cure specifiche e un impegno regolare e quotidiano.
Al di là di questi suoi impellenti bisogni, però, c’è anche qualche dettaglio da sottolineare. Il Kohona ha un carattere davvero molto dolce, affabile e disponibile nei confronti di tutti. Questo significa che, al di là delle cure di cui ha necessariamente bisogno, saprà ricambiarci con tanto amore, affetto e coccole. Adora stare in compagnia, esattamente quanto ama trascorrere del piacevole tempo col suo padroncino.