Si può insegnare al gatto a essere più socievole?
Si può insegnare al gatto a essere un po' più socievole, bastano il giusto approccio e una buona dose di pazienza. Ecco cosa sapere
I gatti sono creature meravigliose e il loro mondo è tutto da scoprire. Ognuno di essi ha una personalità e un modo di fare ben precisi ed è importante per ogni gattaro che si rispetti comprenderli fino in fondo, capirne e interpretarne il linguaggio nel modo giusto.
Ci sono piccoli felini dall’atteggiamento molto affettuoso, quasi appiccicosi con i loro umani del cuore, che non perdono occasione per accucciarsi sulle gambe per fare le fusa e prendersi una bella dose di coccole. Ma altri, in modo totalmente opposto, non amano particolarmente il contatto e anzi sembra che non gradiscano proprio la presenza stessa delle persone, neanche di quelle che fanno parte della famiglia.
Ma perché succede? E possiamo insegnare al gatto a essere più socievole e a non scappare via ogni volta che gli si avvicina qualcuno? La risposta per fortuna è sì.
Perché il gatto non è molto socievole
Come anticipato, i gatti non sono tutti uguali ed è indubbio che esistano esemplari più propensi al contatto umano e che adorano stare in compagnia delle persone mentre altri, al contrario, cercano sempre di scappare quando qualcuno si avvicina. Capita addirittura che certi gatti reagiscano proprio male, diventando aggressivi sia col padroncino che con gli estranei.
Se vogliamo insegnare al gatto a essere più socievole dobbiamo prima di tutto capire le ragioni del suo comportamento. Da una parte è vero che il gatto è un animale tendenzialmente solitario, che per sua natura non è fatto per la vita in branco, piuttosto per una vita indipendente in cui impara a cavarsela da solo per sopravvivere e avere ciò di cui ha bisogno.
Il gatto domestico ha a disposizione pappa, acqua, giocattoli, giacigli e una lettiera per i bisognini perciò tecnicamente non ha la necessità di procacciarsi le risorse. Se si mostra poco socievole dobbiamo scovare le ragioni di un simile comportamento, che di fatto può dipendere anche da una semplice questione caratteriale. Come le persone, ci sono esemplari più socievoli e altri che preferiscono stare da soli.
Ma i motivi possono essere anche altri e per lo più dipendono dall’esperienza che il gatto fa nelle prime settimane di vita. In generale i gattini che in questo periodo di tempo non hanno mai avuto contatti con le persone, tendono a diventare adulti che hanno difficoltà a interagire con esse. Poi non dobbiamo dimenticare i casi di traumi sia fisici che psicologici, che possono indurre un micio a tenere lontane le persone o gli altri gatti perché ne hanno paura o hanno imparato a percepirli come “nemici”.
Non importa la causa, con un po’ di pazienza, perseveranza e affetto possiamo insegnare al gatto a diventare più socievole. Tutto sta nel trovare la chiave giusta e assicurarci che per lui sia un’esperienza più che positiva.
Rinforzo positivo
Generalmente si parla sempre di addestramento e rinforzo positivo per i cani, ma anche i gatti con la stessa tecnica possono imparare tanto. E sì, possiamo anche insegnare al gatto a essere un pochino più socievole con qualche succulenta ricompensa, basta seguire il giusto procedimento.
Il rinforzo positivo prevede che il gatto impari ad associare a un’azione una ricompensa (positiva, appunto). Significa quindi che dobbiamo cercare di sfruttare la sua passione per gli snack per fargli capire che stare accoccolati insieme sul divano o accucciarsi sulle gambe del padroncino siano cose belle.
È come fare delle brevi sessioni di terapia. Ogni giorno ritagliamoci del tempo (poco, non ne serve tanto) per fare qualche prova. Sediamoci sul divano o sulla sedia e gettiamo degli snack al gatto, prima lontani da noi poi via via sempre più vicini. Alla fine dobbiamo arrivare al punto che il micio si avvicini per prendere lo snack direttamente dalla nostra mano, oppure dalle nostre ginocchia.
L’ultimo passo di questo mini-addestramento è quello cruciale. Se il gatto impara che avvicinarsi a noi non è un problema e non è pericoloso, infine capirà che stare sulle nostre gambe è positivo. Quando lo fa, ogni singola volta, ricordiamo di dargli una bella carezza o fargli un grattino sotto il mento o dietro l’orecchio.
Questione di odore
I gatti hanno un senso dell’olfatto molto sensibile e su questo senso fanno moltissimo affidamento. Esplorano e conoscono il mondo attraverso il loro naso e grazie ad esso riescono a percepire di tutto. Talvolta anche ciò che noi umani non riusciamo a captare.
Ai fini del nostro problema, dunque, anche l’olfatto di Micio può tornare molto utile. Il gatto deve in qualche modo imparare a fidarsi del proprio padroncino, capire che di quella persona si può fidare e che non rappresenta in alcun modo un pericolo.
Il gatto spesso associa un certo odore a uno stato d’animo, perciò dovremmo fare lo stesso con il nostro. Possiamo provare a strofinare la lettiera con qualcosa che abbia il nostro odore, oppure a mettere un nostro indumento nella sua cuccia o nel lettino. In questo modo il gatto associa il nostro profumo a uno stato d’animo positivo di pace e relax, imparando a fidarsi di noi e diventando sempre più propenso ad avere un contatto.
Linguaggio del gatto
Accudire un gatto non vuol dire solo tenere la lettiera pulita e riempire la ciotola di croccantini. Significa soprattutto imparare a conoscerlo e a rispettarlo, per cui è fondamentale capirne il linguaggio, tutti i segni e anche cosa è giusto o sbagliato fare con lui.
Un micio può essere poco socievole per una questione di paura, perché è come se vedesse negli umani degli esseri da evitare, che potrebbero fargli del male. Ciò si deve a traumi passati (purtroppo non tutte le persone sono buone con gli animali), ma talvolta dipende dal cattivo approccio che abbiamo col gatto.
Tanto per fare un esempio, al gatto non piace che lo si fissi negli occhi. Non ama essere strattonato e tenuto in braccio contro la sua volontà, né essere disturbato quando dorme o si va a nascondere. Per insegnare al gatto a essere più socievole dobbiamo metterlo nelle condizioni di fidarsi di noi, perciò evitiamo tutti questi comportamenti (sbagliati).