Il tubo stava per essere sommerso dall’acqua, ma l’uomo è arrivato giusto in tempo per salvare la gatta – Video

Quando l’istinto materno vince sulla paura

Una torcia illuminava il buio. Il richiamo dell’uomo si disperdeva tra il rumore dell’acqua che avanzava minacciosa. Dentro quel tubo di scolo, nascosta dal fango e dalla paura, una gatta randagia tentava di salvare i suoi cuccioli. Li aveva messi al mondo lì, senza sapere che quel rifugio sarebbe diventato una trappola mortale.

Gatta e cuccioli

L’acqua saliva. Ogni minuto in più significava più pericolo. Lei esitava, guardava l’uscita, poi i suoi piccoli. Fuori, l’uomo che per mesi l’aveva nutrita continuava a chiamarla, con quella voce che ormai conosceva bene. Non c’era più tempo.

Si mosse di scatto. Il primo micetto stretto tra i denti, il corpo teso nello sforzo di attraversare l’acqua. Una corsa breve, poi via di nuovo. Il secondo, il terzo, il quarto. Un viaggio dopo l’altro, sempre più lento, sempre più faticoso. Ogni cucciolo portato fuori era un sollievo, ma anche un rischio. Il livello dell’inondazione cresceva, il tubo iniziava a riempirsi.

Cuccioli salvati

A ogni ritorno dentro per salvare il resto della famiglia, la mamma gatta si fermava un istante. I piccoli già aiutati la aspettavano, tremanti, raccolti nella gabbia asciutta. Li guardava, poi tornava nell’ombra. Il quinto e il sesto uscirono, poi il settimo. Il peggio sembrava passato. Ma poi, un miagolio sottile. Un suono quasi inghiottito dal rumore dell’acqua. L’ultimo.

Si bloccò. Il suo istinto le diceva che i piccini all’asciutto avevano bisogno di lei. L’uomo fece un passo avanti, pronto a intervenire, ma lei si voltò, decisa. L’ultimo viaggio nel fango. L’ultimo rischio. Quando riemerse, il piccolo era tra le sue fauci, fradicio, tremante. L’acqua ormai lambiva l’ingresso del tubo. Un istante in più e sarebbe stato troppo tardi.

Ora erano tutti salvi. Una coperta calda, una gabbia sicura. La gatta si accucciò, allattando i suoi piccoli senza più paura. L’acqua aveva portato via tutto, tranne il coraggio di una madre e la fiducia in chi, quel giorno, le aveva dato una seconda possibilità.

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