Il gatto randagio era ormai in agonia: solo dopo averlo salvato hanno capito quanto fosse grave la sua malattia – Video

Comunque vada, una donna gli rimarrà accanto

Mentre era sulla via del ritorno, Charlotte ha notato un gatto randagio in agonia nelle vicinanze. Mosche e vermi gli provocavano tormento, aveva gli occhi chiusi e sembrava respirare a fatica. Con il cuore in gola, la buona samaritana lo ha portato dritto dal veterinario. Gli occhi del piccolo erano pieni di pus: aprirli era impossibile. Dopo una pulizia accurata, il micio finalmente ci è riuscito, tuttavia la situazione rimaneva d’emergenza. Infatti, andava avanti a respirare in maniera affannosa. Pieno di pulci e uova di mosca, aveva uno sguardo spento.

Gatto piccolo e indifeso

Segnato dalle esperienze negative affrontate in passato, sembrava condannato a un’esistenza misera e infelice. Ma proprio qui è intervenuta Charlotte, un essere umano stupendo, pieno di compassione nei confronti degli animali sofferenti. Portato dal veterinario, il felino è stato pulito con cura dal medico, prima di procedere a un trattamento mirato.

Charlotte non si sentiva ancora pronta ad adottarlo. In fondo, gli eventi narrati nel filmato (che condividiamo sotto) erano accaduti da poco tempo. Piccolissimo e fragile, il gatto randagio in agonia ha passato una settimana in clinica. Nel portarlo a casa, il core della donna si è sciolto guardando impastare le zampine nella gabbia.

Piccolo gatto

Il gatto sembrava andare d’accordo col “padrone di casa”, il cane di Charlotte. A dispetto delle maldicenze, le due specie di animali domestici per eccellenza possono fare comunella, anche senza essere cresciuti insieme, purché ai quadrupedi si conceda la possibilità di entrare in connessione, evitando di scatenare gelosie.

Un quadretto in apparenza idilliaco è stato interrotto all’improvviso, nel momento di una crisi epilettica capitata al “batuffolino di pelo”. Crisi frequenti e devastanti hanno peggiorato la situazione. Nonostante i medici abbiano raccomandato l’eutanasia, Charlotte ha perseverato. Individuata una clinica disposta a occuparsene, ha intrapreso una serrata battaglia. La malattia era congenita e incurabile, i farmaci danneggiavano il fegato: niente dissuadeva Charlotte dalle sue intenzioni.

Anziché sventolare bandiera bianca, il gatto ha lottato, spronato dai volti amici incontrati nel momento del bisogno. Nessuno possiede la sfera di cristallo, ma una cosa è certa: la donna gli rimarrà accanto.

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