Il gatto disabile arriva alla stazione di servizio con molte ferite, chiedendo aiuto – Video
Ricoperto di ferite, il micio sperava di essere messo in salvo
Alla stazione di servizio un povero gatto disabile implorava aiuto. Consapevole che da solo gli sarebbe stato impossibile sopravvivere, ha cercato di fare leva sulla compassione dei passanti purtroppo indifferenti. Come racconta il filmato, in tanti tiravano dritto, incuranti dei gravi problemi affrontati dalla tenera creatura.
Focalizzati esclusivamente su loro stessi, evitavano di guadarlo, sebbene fosse lì, negli stretti paraggi. Rammaricato dall’essere invisibile agli occhi delle persone, il micio cominciava a mostrare un forte malessere. Sentiva di essere un peso per la società, quando non lo era affatto: qualcuno presto glielo avrebbe fatto capire.
Appena sono venuti al corrente della toccante storia, degli aiutanti gli hanno teso la mano. L’unico desiderio era di supportare il gatto disabile, senza chiedere nulla in cambio. Perché, anche se la società attuale talvolta sembra dimenticarselo, è bello fare un’azione generosa in maniera genuina, priva di forzature dettate, ad esempio, da ragioni di carattere economico.
Al di là di eventuali ricompense, preoccuparsi del prossimo lascia una sensazione dolcissima. Prendere atto di essere stati utili a qualcuno permette di superare le avversità. Gli inizi sono stati complicati con il gatto disabile della storia, dato peraltro il cattivo referto del veterinario. Sottoposto agli opportuni accertamenti, il quadro clinico ha indicato una situazione critica. Era improbabile che il felino sarebbe riuscito a recuperare la piena mobilità.
Eppure, sia il dottore sia gli aiutanti hanno desiderato tentare ogni strada. Bastava pure l’1% di successo per provarci, data la resilienza connaturata nel micio. Se si era trascinato fino alla stazione di servizio in quelle condizioni, allora era evidente l’attaccamento alla vita.
Messo in un contesto adeguato, permeato dall’amore, forse avrebbe gettato il cuore oltre l’ostacolo. E in effetti è andata davvero così: da camminare a tre zampe, nel giro di un recuperato è passato a quattro. In che modo? Attraverso un regime di riabilitazione muscolare definito da specialisti in materia composto da due o tre esercizi. Il lieto epilogo ha ripagato degli sforzi.