I gattini del museo Ermitage sono i pelosi più famosi della Russia (VIDEO)
I gattini del museo Ermitage sono un'istituzione imprescindibile all'interno dell'ex palazzo degli zar di Russia
Gli amanti dei gatti, dell’arte e della storia russa non possono non andare a San Pietroburgo, nell’ex palazzo degli zar. Lì si potranno conoscere i gattini del museo Ermitage, i gattini custodi del museo e cacciatori di ratti. La loro presenza è indispensabile al punto da dedicare loro, ogni anno, una giornata speciale.
I gattini del museo Ermitage ormai sono diventati famosi in tutto il mondo; nel dicembre dello scorso anno però la loro fama è accresciuta notevolmente. Questo perché un ricco uomo francese ha lasciato una parte cospicua del suo patrimonio ai gatti del museo. Amante dei gatti, l’uomo, prima di morire, ha deposto il testamento in cui palesa l’intenzione di lasciare loro una grande somma di denaro; l’avvocato dell’uomo ha così contattato la direttrice del museo, Maria Jaltunen, che ha comunicato alla stampa la generosità dell’uomo. Questi, infatti, avrebbe equamente diviso il patrimonio in tre parti: una parte alla famiglia, una parte ad un’associazione ambientalista e l’ultima ai gattini dell’Ermitage. Esiste anche Tommasino il gattino più ricco d’Italia e del mondo; la sua storia (VIDEO).
Il primo ad introdurre i gatti all’interno del palazzo fu Pietro I il grande, fondatore di San Pietroburgo; il primo gattino ad entrare dentro il sontuoso palazzo si chiamava Basil ed aveva origini olandesi. Ne seguirono altri, per decisione di Elizaveta Petrovna, figlia di Pietro I il grande; lo scopo era quello di cacciare i gatti e preservare il palazzo e il suo contenuto. Questi, provenienti tutti dal Kazan erano dotati di pelo folto e lucido. La loro presenza risultò, quindi, essenziale e così Caterina II decise perfino di dare loro il titolo di guardie reali. I gattini del museo Ermitage, tuttavia, si allontanarono dal palazzo per ben due volte; la prima durante la Seconda guerra mondiale (in quel caso dopo l’assedio di Leningrado la città fu occupata dai topi) e durante gli anni Sessanta. I topi possono avvelenare i gatti? Ecco cosa sapere.
In questa seconda occasione, lo staff aveva deciso di utilizzare dei pesticidi contro i ratti e di eliminare, quindi, la presenza dei gatti; tuttavia, questa opzione si rivelò completamente fallimentare, obbligando così lo staff a riammettere i pelosi. Durante gli anni Novanta, però, arrivò un’ulteriore modifica; fino ad allora i gattini del museo Ermitage giravano indisturbati per tutto il palazzo. Da quel momento in poi i gatti sono presenti solo nelle cantine del palazzo, visitabile una volta all’anno; quel giorno coincide con la “Giornata del Gatto” che coincide tra marzo e aprile. In questa giornata si rende omaggio ai pelosi e si possono visitare le cantine, che i gatti proteggono ancora oggi dai topi. Perché i gatti odiano i topi?