Grigiolino, Nera e Nuvola: i gatti che finalmente hanno avuto giustizia
Oggi vi raccontiamo la storia di Grigiolino, Nera e Nuvola, tre gatti che purtroppo non ci sono più.
La loro storia è una storia che purtroppo abbiamo sentito troppe volte. La storia di tre felini che hanno perso la vita per colpa della violenza umana.
Purtroppo, ormai vi raccontiamo vicende simili quasi ogni giorno. Come la vicenda di Spilimbergo, con un gatto maltrattato da un uomo che voleva vendicarsi della sua ex.
E la vicenda di oggi è una vicenda molto simile. Solo che, finalmente, almeno per una volta i felini vittime della violenza umana hanno avuto vendetta.
Lo sappiamo che è una magra consolazione visto che i tre gatti non ci sono più. Ma almeno, è qualcosa. Molto spesso, infatti, i colpevoli di violenza sugli animali la passano liscia.
La vicenda dei gatti Grigiolino, Nera e Nuvola avviene nel settembre del 2015. I tre felini appartengono ad una donna la cui unica colpa è di aver amato l’uomo sbagliato.
In un giorno come un altro, la donna rientra da lavoro e si trova davanti agli occhi una situazione drammatica.
Grigiolino e Nera sono stesi a terra, sotto un mobile della cucina. Entrambi purtroppo morti. La terza gatta, Nuvola, si trova in condizioni davvero disperate.
Immediata la corsa dal veterinario, forse ancora prima di riuscire a capire che cosa fosse successo.
Nuvola viene soccorsa e curata e il giorno dopo può già tornare a casa sua. Nel frattempo, le analisi su Grigiolino e Nera non lasciano dubbi: i gatti sono morti in seguito a delle bastonate.
L’incubo, purtroppo, non finisce qui. Alcuni giorni dopo, di nuovo al rientro da lavoro, la donna trova Nuvola nuovamente ferita.
Questa volta, purtroppo, per lei non c’è niente da fare e la gatta di 14 anni raggiunge i suoi due amici scomparsi alcuni giorni prima.
In poco tempo gli inquirenti scoprono l’identità del colpevole. Si tratta dell’ex fidanzato delle donna che voleva vendicarsi di lei.
Oggi, a distanza di quattro anni, i tre gatti hanno finalmente avuto giustizia. La Corte di Appello di Firenze ha condannato l’uomo a un anno e sei mesi di carcere, confermando la condanna del Tribunale di Lucca.