Graffio del gatto e febbre: che cosa indica e cosa fare
Graffio del gatto e febbre possono essere correlati per via della malattia da graffio di gatto: ecco cosa bisogna sapere
Un po’ di debolezza, un gonfiore, ed ecco qua: graffio del gatto e febbre sono subito associati. Per quanto innocuo possa sembrare il nostro felino, infatti, potrebbe essere proprio lui la causa del nostro malessere, suo malgrado.
Che cosa può essere successo e perché il nostro organismo sta effettivamente reagendo così? Il motivo in realtà potrebbe essere uno, ben preciso: la malattia da graffio di gatto, che affligge i padroni i quali, magari non sapendolo, vengono graffiati da un Micio affetto da bartonellosi. Ma vediamo tutto nel dettaglio.
Cos’è la malattia da graffio di gatto?
La malattia da graffio dl gatto è un’infezione batterica. Come abbiamo già accennato, è la diretta conseguenza di un gatto affetto da bartonellosi (malattia provocato dalla bartonella henselae) che, anche in modo casuale, ci graffia o ci morde.
In realtà, però, è possibile contrarre la malattia anche se la saliva di un gatto infetto entra in una ferita aperta o se ci si è toccati gli occhi dopo esserci stati a contatto. Non si può, comunque, contrarla da un altro essere umano contagiato.
Viene diagnosticata dal nostro medico curante, che fa effettuare delle analisi relative proprio alla bartonellosi. In soggetti particolarmente deboli (immunodepressi), già malati o nelle donne incinte, può essere anche richiesta una vera e propria coltura batterica.
Può anche essere richiesto, qualora i linfonodi siano ingrossati, un prelievo di liquido dal linfonodo per andare più a fondo nelle analisi.
Graffio del gatto e febbre: i sintomi comuni
Anche se il vostro gatto vive in casa, può tranquillamente essere portatore sano della bartonella henselae. Questo significa che lui non si ammalerà per via del batterio: potrebbe averlo contratto dopo aver preso le pulci o dopo un contatto, anche minimo, con un altro micio infetto.
Conseguentemente, se ci graffia e cominciamo ad avere i sintomi della febbre da graffio, non dovremmo stupirci. Quali sono, dunque, questi sintomi? È presto detto:
- Gonfiore o vesciche nel punto dove si è ricevuto il morso/graffio;
- Ingrossamento dei linfonodi;
- Fatica;
- Mal di testa;
- Una leggera febbre (da 37.5 a 37.9);
- Dolori muscolari.
Nei casi più rari e più gravi, inoltre, potremmo riscontrare perdita di appetito, gola infiammata, mal di schiena, brividi, dolore addominale, dolori articolari, eruzione cutanea grave; febbre prolungata o alta.
Il gonfiore e le vesciche attorno al morso/graffio possono svilupparsi anche da 3 a 10 giorni dopo il contatto. Altri sintomi, come i linfonodi ingrossati, potrebbero non manifestarsi per diversi giorni o settimane. I linfonodi ingrossati si verificano in genere tra una e tre settimane.
Quali sono le complicazioni della febbre da graffio del gatto?
Precisiamo immediatamente che le seguenti complicazioni sono rare, specie se si interviene tempestivamente seguendo i consigli del medico. Ad ogni modo, per dovere di cronaca, è giusto riportare ciò che accade quando la malattia da graffio di gatto non viene curata:
- Encefalopatia. L’encefalopatia è una malattia del cervello che può verificarsi quando i batteri si diffondono al cervello. In alcuni casi, l’encefalopatia provoca danni permanenti al cervello.
- Neuroretinite. La neuroretinite è un’infiammazione del nervo ottico e della retina. Provoca visione offuscata e può verificarsi quando i batteri responsabili della malattia da graffio di gatto arrivano agli occhi. La vista di solito migliora dopo che l’infezione è scomparsa.
- Osteomielite. L’osteomielite è un’infezione batterica nelle ossa, che può provocare danni all’apparato scheletrico. In alcuni casi, il danno osseo è così grave che è necessaria l’amputazione.
- Sindrome oculoglandulare di Parinaud. La sindrome oculoglandolare di Parinaud è un’infezione oculare con sintomi simili alla congiuntivite. La febbre da graffio di gatto è una delle cause più comuni di questa sindrome: la causa è il batterio della bartonellosi che penetra direttamente nell’occhio o da batteri che viaggiano attraverso il flusso sanguigno verso l’occhio. La sindrome di solito risponde bene al trattamento antibiotico.
Come si cura la febbre da graffio del gatto?
Viste le conseguenze, andiamo al sodo: come si cura la malattia da graffio di gatto? Se presa in tempo non è grave, e, in genere genere gli antibiotici possono trattare anche i casi più acuti, a prescindere da quanto tempo sia passato dal morso/graffio.
Partendo dal presupposto che, comunque, bisogna sempre sentire il proprio medico, uno degli antibiotici più utilizzati è l’azitromicina, che viene utilizzata per ridurre rapidamente il volume dei linfonodi. In genere lo si può assumere per cinque giorni.
Altri antibiotici a volte usati per trattare le infezioni da febbre da graffio di gatto includono la ciprofloxacina, la rifampicina, la tetraciclina e il trimetoprim-sulfametossazolo. I tempi di trattamento e il dosaggio di questi antibiotici variano a seconda di ogni caso clinico, ma possono durare da cinque giorni a due settimane.
Una cosa molto importante da sapere è che il gonfiore e/o la vescica provocati dal morso possono durare da una a tre settimane. I linfonodi ingrossati di solito richiedono da due a quattro mesi per scomparire, ma possono durare da sei mesi a un anno o più.
Come si può prevenire la febbre da graffio di gatto?
Puoi prevenire la malattia da graffio di gatto evitando, in primis, che il tuo Micio abbia contatti con altri gatti di strada e assicurandoti che abbia sempre almeno un collare antiparassitario. Se il tuo gatto vive in giardino o è libero di girovagare, evita giochi violenti che potrebbero farti graffiare o mordere.
Puoi anche tagliare (nel rispetto della sua salute) le unghie, in modo tale che siano meno dannose. È utile anche lavarsi le mani dopo aver giocato con il gatto ed evitare che Micio si avvicini con il suo musino ai tuoi occhi.
È buona norma somministrare anche dei farmaci antiparassitari e essere sempre sicuri che la copertura antipulci sia al massimo. Se il gatto è a pelo lungo è bene fare dei controlli ciclici con un pettine per verificare che non abbia preso pulci (può succedere anche ai gatti che bazzicano terrazze, balconi e giardini).
Infinde, poiché i giovani gatti e gattini hanno maggiori probabilità di essere portatori della malattia, le persone con un sistema immunitario indebolito possono ridurre il rischio di contrarre la malattia adottando un gatto più anziano invece di un gattino.