Il gatto può riconoscere il volto umano su uno schermo o è impossibile?
Il comportamento di Miao spesso viene antropomorfizzato, ma il gatto può riconoscere il volto umano su uno schermo o è una nostra illusione? I dettagli
Il gatto può riconoscere il volto umano su uno schermo? Il cellulare ormai è un compagno inseparabile di noi bipedi e spesso sorprendiamo la nostra piccola palla di pelo giocarci. Il punto è stabilire se lo fa in maniera consapevole o se asseconda solo i movimenti delle app che si muovono sul monitor.
Non proprio, la vista del felino non è come la nostra e le sue caratteristiche non le permettono di fare quello che siamo in grado di fare noi. Nonostante la convivenza quasi simbiotica e la riduzione del divario comunicativo tra due specie così diverse fra loro, questo aspetto è tra quelli che ci rende simili al nostro amico a quattro zampe. Ma il nostro obiettivo è quello di approfondire e di dare una risposta esauriente a una domanda che tanti amanti degli animali si pongono. Facciamo chiarezza su un argomento su cui c’è molta confusione.
I gatti riconoscono il padrone
Il gatto può riconoscere il volto umano su uno schermo? La sua vista e, in particolare, la messa a fuoco possono creare qualche problema. Per quanto il nostro adorato Miao vorremmo stesse sempre insieme a noi, anche in vacanza o durante un viaggio di lavoro, non sempre questo desiderio è realizzabile e non sempre faremmo il suo bene, visto che siamo di fronte a un animale estremamente abitudinario e che di certo non ama le improvvisazioni e le novità. A tal proposito, potrebbe tornare utile saperne di più sul gatto e il trasloco.
La tecnologia, allora, potrebbe venirci in aiuto. Ormai facciamo le videochiamate in qualsiasi circostanza, per lavoro, per piacere, da una stanza a un’altra o a duemila chilometri di distanza. Ecco allora che potremmo fare lo stesso con il nostro migliore amico, colui che seppur a quattro zampe fa parte della famiglia a tutti gli effetti e ci manca terribilmente ogni volta che non possiamo godere della sua compagnia.
I gatti pensano che l’uomo sia un micio più grande
Il gatto riconosce i volti umani? Forse è questa la domanda che bisogna porsi prima di estenderla allo schermo di un computer o di uno smartphone. Ebbene, la risposta è alquanto curiosa e stupefacente, esattamente come i nostri amati felini. Miao, infatti, ha una strana percezione di noi bipedi, un po’ autoreferenziale se vogliamo. I gatti credono che siamo dei loro simili di dimensioni maggiori.
Ma non si tratta di egocentrismo, è la sua vista a ‘confonderlo’ un po’. Quando però i legami sono profondi questo aspetto può giocare a nostro favore. A tal proposito, potrebbe tornare utile sapere come parlare al gatto per farlo sentire protetto e al sicuro, come far sì che in noi veda un porto sicuro e non un nemico che mina la sua libertà.
I gatti riconoscono i volti
Il gatto può riconoscere il volto umano su uno schermo? Sia i nostri occhi che quelli della nostra piccola palla di pelo sono formati da delle specie di bastoncini e di coni. Sono proprio questi ultimi che permettono loro di elaborare i colori. Ma c’è un ma. In quelli umani sono presenti tutte e tre le tipologie di coni e possono distinguere tutti i colori (casi di daltonismo a parte), mentre in quelli dei felini se ne riscontrano solo due.
Ecco perché i nostri amici a quattro zampe soffrono di una sorta di daltonismo e vedono solo il blu. Per quanto questo nella vita reale sia un limite, al quale però si sono perfettamente adattati, utilizzando gli altri sensi straordinariamente sviluppati, quando hanno a che fare con la tecnologia questo non è un problema. Lo schermo del cellulare emana una luce blu che permette una più netta distinzione da parte del nostro adorato Micio.
I gatti riconoscono il linguaggio umano
Per quanto esseri umani e felini siano estremamente differenti e comprendere il linguaggio del gatto non sia sempre facile, la vita a strettissimo contatto ha aiutato l’interpretazione reciproca. Noi conosciamo la maggior parte dei contesti in cui Miao utilizza il corpo e lui sa ‘comprendere’ alcuni suoni, soprattutto se associati a determinati gesti. Ma tra la vista umana e quella animale ci sono ancora delle diversità, che esulano dall’aspetto cromatico appena analizzato.
Un’altra differenza tra è la capacità di vedere a distanza, quella che noi definiremmo messa a fuoco. In questo, e forse in nient’altro, noi bipedi abbiamo uno strumento che la nostra piccola palla di pelo non possiede. Riusciamo a vedere anche a distanza di 20 metri e fino a 60. Il nostro amico a quattro zampe, invece, si ferma a un massimo di sei metri. Questa caratteristica lo rende un po’ miope e anche quando le cose sono molto vicine dimostra qualche piccola difficoltà.
Anche se non ci sono ricerche scientifiche a supporto, quindi, possiamo dire che il gatto può riconoscere il volto umano su uno schermo solo se messo nella posizione più idonea. Né troppo vicino né troppo lontano. Poi non dimentichiamo che il riconoscimento può essere aiutato attraverso altri sensi come l’udito. Se parliamo in videochiamata a Miao è facile che capisca chi siamo non tanto attraverso l’immagine, ma tramite il tono familiare della nostra voce.
Ai gatti manca il padrone
I supporti scientifici che mancano riguardo alla capacità di riconoscimento attraverso un monitor non sono pochi se invece si parla di voce e suono. Sono tante le ricerche, infatti, che dimostrano come i felini siano perfettamente in grado di riconoscere la voce dei loro compagni di avventure a due zampe. Inoltre, nei lunghi periodi di assenza, gli manca anche. E l’indifferenza dei felini e uno dei falsi miti sui gatti da sfatare.
Un gruppo di studiosi ha dimostrato come siano capaci di distinguere la voce dei padroni e anche il loro nome. Se ripetuto da due estranei, infatti, hanno dato prova di riconoscerlo e di reagire a esso. Stupefacente se pensiamo a quanto diversi da noi siano questi bellissimi quanto misteriosi animali.
E c’è dell’altro, come già accennato, se siamo stati in grado di instaurare un legame significativo e basato sull’affetto reciproco, Miao sente la nostra mancanza quando non ci siamo. Non soffre la solitudine ai livelli dei cani, ma è certamente felice quando sente che stiamo rincasando.