Gatto non si fida di nessuno: come iniziare a conquistarlo con calma
Il felino è meno indifferente di quanto si possa immaginare, se il gatto non si fida di nessuno vuol dire che ha subito dei traumi. Tutti i dettagli
Il gatto che non si fida di nessuno esiste, ma sfatiamo la leggenda metropolitana che sia la norma. Rispetto a un cane, non soffre certo di ansia da separazione, ma sente comunque l’esigenza di essere amato e accudito. Chi pensa il contrario, quasi sicuramente, non ha avuto esperienze dirette con i felini.
In un certo senso, lo scetticismo è una caratteristica dei gatti, capita che siano indipendenti e solitari, non hanno grosse difficoltà ad affrontare e superare situazioni rischiose grazie al loro stato di allerta perenne. Il punto, quando si tratta dei nostri amici a quattro zampe è interpretativo.
Uno sguardo di insieme
Il gatto che non si fida di nessuno, più di altri è difficile da comprendere. Sapere cosa dice e in che modo è indispensabile per poter costruire un rapporto profondo e significativo, altrimenti ci si riduce alla stregua di due coinquilini che si ignorato o si mal sopportano.
Spesso la nostra piccola palla di pelo è considerata imprevedibile. Ma vale la pena sottolineare che spesso è un nostro errore a non farci capire sino in fondo lo stato d’animo di Miao, anzi spesso si tratta di sbagliare in maniera eclatante. Le sue reazioni, quindi, in realtà, possono essere lette in anticipo se si sa come interpretare determinati segnali.
La territorialità
Per sommi capi (e senza tenere conto dell’indole differente di ogni esemplare) dobbiamo ricordare che i felini sono prevalentemente predatori, preferiscono mantenere una certa indipendenza e concentrarsi sull’aspetto territoriale.
Il gatto che non si fida di nessuno, in realtà, potrebbe decidere di fare entrare uno o più simili nel proprio raggio d’azione. Questo però si traduce nella formazione di una gerarchia. Non si vive in branco come succede con i cani, ma in colonie che hanno delle proprie regole.
Nella condivisione del territorio, anche all’interno di casa e non per forza allo stato brado, c’è sempre un gatto dominante rispetto agli altri; la maggior parte delle volte, ma non sempre, questa supremazia è stabilita attraverso delle lotte durante le quali il soggetto più forte e perseverante vince.
Le nostre piccole palle di pelo, al contrario dei cani che hanno un costante bisogno di affetto, non cercano sempre il contatto fisico o le attenzioni da parte dei bipedi che considerano famiglia. Per natura, mantengono una certa distanza e preferiscono avere sempre il controllo su tutto in ogni occasione, raramente si lasciano andare e se lo fanno possiamo essere orgogliosi del nostro impegno: non ci piace certo vincere facile se proviamo ad avere a che fare con Miao. Anche per questo si dice che non si possa realmente possedere un gatto, perché è padrone solo di sé stesso, e quasi tutto si verifica per sua volontà e concessione.
Segnali da tenere in considerazione
Il nostro amico a quattro zampe può assumere diversi comportamenti, e cambiano in base alle circostanze e agli stati d’animo del momento. Capita spesso, per esempio, che un felino che in genere si dimostra pacifico e amorevole, possa improvvisamente avere una reazione violenta e graffiare senza apparente ragione.
A seconda dei contesti, si può parlare di aggressività possessiva del gatto. È in questo caso che entra in gioco la capacità del padrone di conoscere ed interpretare il linguaggio del corpo del proprio amico e compagno di avventure a quattro zampe. Inutile dire, in questo caso, che l’esperienza venga con il tempo.
Fermo restando che ogni esemplare, in base al proprio carattere, possa avere reazioni differenti a situazioni diverse. Prendiamo in considerazione determinati gesti e alcune circostanze che solitamente possono dare fastidio ai nostri amici a quattro zampe. A tal proposito, potrebbe tornare utile sapere quali sono i rumori fastidiosi alle orecchie di Miao.
Coccole, ma con parsimonia
I nostri amici a quattro zampe, di solito, non amano essere presi in braccio – salvo qualche eccezione che conferma la regola -. La normalità vuole che siano loro a decidere quando distendersi sulle gambe di chi considerano famiglia. Anche se è bene sfatare qualche falso mito sui gatti. Dunque, è meglio evitare di forzarli e aspettare che siano loro fare il primo passo.
Per quanto, in alcune circostanze, i felini amino essere coccolati, una carezza può diventare motivo di scontro. Questo quando il gatto non si fida di nessuno. Inoltre, la testa e il dorso sono caratterizzati da alcune ghiandole che producono odori e recettori sensoriali particolarmente sensibili al tatto e alla pressione. Se il nostro amico a quattro zampe si allontana dopo qualche carezza, è meglio non insistere: 99 su 100 è infastidito dal momento e dalle modalità scelte.
Miao, per esempio, non ama particolarmente essere disturbato durante un pisolino. Gli sguardi fissi, quelli che non vengono distolti né interrotti dal battito delle palpebre, devono metterci in allarme. Si tratta di un atteggiamento di sfida che noi potremmo cogliere involontariamente e far scattare delle conseguenze non piacevoli.
Coda e orecchie, il termometro dello stato d’animo
Se il gatto non si fida di nessuno lo possiamo scoprire piuttosto facilmente. Sono due parti del corpo che dobbiamo osservare con attenzione: le orecchie e la coda. Non confondiamo i segnali di Fido con quelli di Miao, sono profondamente diversi ed è bene conoscerli. Quando il nostro amico a quattro zampe muove la coda, spostandola in maniera decisa su e giù oppure da destra verso sinistra e viceversa, significa che c’è qualcosa che lo rende particolarmente nervoso.
Stessa considerazione va fatta con le orecchie. Se sono dritte e con le punte rivolte ai lati è un conto, se invece sono basse, appiattite e ruotate all’indietro indicano una certa aggressività dovuta al timore di essere in pericolo.
Il tutto è riconducibile al legame che il gatto ha con la caccia. Il nostro amato micio è per natura diffidente. Sono anni di addomesticamento e di convivenza a stretto contatto con l’uomo che gli hanno insegnato che ci si può fidare. Questo però non può cancellare l’istinto di mantenersi sempre un po’ sul chi va là.
Possibili approcci
Niente è per sempre o immutabile, o almeno nella maggior parte dei casi. Se abbiamo adottato un esemplare che viene dal gattile, traumatizzato e con un’esperienza alle spalle particolarmente negativa, dobbiamo dimostrare una dose di pazienza in più e fare un po’ di lavoro extra per conquistare la sua fiducia. I nostri sforzi, però, quando verranno ricompensati, verranno cancellati con un colpo di spugna.
Se partiamo rispettando la sua natura, i suoi spazi e creando un ambiente domestico a misura di Micio, siamo già sulla buona strada. Nei limiti del possibile e del quieto vivere, cerchiamo di lasciargli massima libertà.
Il rinforzo positivo
Piuttosto che la punizione, con Miao funziona il rinforzo positivo. Determinate prese di posizione, infatti, non fanno altro che innervosirlo e incrementare determinate dinamiche. Non vanno certo lodate, piuttosto ignorate. Mentre vanno assecondati e messi in risalto gli atteggiamenti virtuosi. Piccoli premi golosi ogni volta che il gatto fa qualcosa di buono sono molto utili per creare associazioni positive e rafforzare il legame tra bipede e quadrupede.
Il gioco è un altro aspetto che va assecondato. Deve essere considerato una forma di socializzazione. Infine, lo ripetiamo, creiamo per lui un ambiente confortevole, che lo faccia sentire a proprio agio e tranquillo. Più l’ambiente intorno a lui sarà rassicurante, più sarà predisposto a lasciarsi andare. In quest’ottica, può diventare un potente alleato il trasportino.