Gatto non riesce a stare fermo: tutti i motivi e come farlo calmare in modo sicuro
Il gatto che non riesce a stare fermo e esprime iperattività ha un qualche motivo per farlo. Capire la causa e agire in maniera mirata è la soluzione
Il nostro gatto non riesce a stare fermo e ci dà l’impressione di essere un po’ matto? Indubbiamente qualcosa va aggiustata perché è vero che la natura del felino è il più delle volte frizzantina, ma è anche vero che se lo è troppo potrebbe celare qualche disagio.
Il benessere del nostro amico a quattro zampe è prioritario, sia dal punto di vista fisico che mentale, quindi il primo passo è imparare a interpretare correttamente il suo linguaggio del corpo per sapere quando ha bisogno del nostro aiuto e quando, invece, dobbiamo lasciare che si comporti come la natura comanda.
Come calmare un gatto iperattivo
Un gatto che non riesce a stare fermo potrebbe essere iperattivo. Per averne la certezza è bene che venga visitato dal suo veterinario di fiducia, che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza, per avere una diagnosi precisa (qualora ci fosse un malessere). Una nostra anamnesi il più possibile dettagliata da parte nostra, però, è fondamentale, anche perché spesso la paura non permette a Miao di comportarsi liberamente in ambulatorio. Dei racconti precisi o, meglio, dei video potrebbero essere molto più utili alla causa.
Questo disturbo è in aumento da quando sono aumentati gli amici a quattro zampe domestici e che abitano tra quattro mura domestiche. Questo dato fa pensare al fatto che potrebbero non avere modo di incanalare correttamente le proprie energie e che cerchino una qualche valvola di sfogo per alleviare le loro sofferenze. Succede quando c’è un sovraffollamento, un ambiente troppo piccolo o non pensato alle esigenze della nostra piccola palla di pelo.
Fondamentale, in quest’ottica, è che Miao abbia un luogo dove si senta al sicuro. A tal proposito, potrebbe tornare utile sapere come abituare il gatto al trasportino. In questo modo potrebbe rivalutarlo e considerarlo un rifugio, non soltanto un mero mezzo di trasporto per andare a visita.
Come calmare un gatto spaventato
Prima di procedere in maniera fattiva, bisogna identificare l’eventuale disturbo. Saper comprendere il linguaggio del gatto è il primo passo. Infatti, non è detto che ciò che noi definiamo eccessivo in realtà lo sia. Non dimentichiamo che abbiamo a che fare con un animale, con una forte componente istintiva e che segue regole diverse dalle nostre.
Un conto è che la nostra piccola palla di pelo sia vivace, un altro è che sia iperattiva. C’è una netta differenza e anche gli approcci non possono certo essere gli stessi. Un felino che corre, si arrampica, gioca e cerca stimoli è in salute.
La patologia, invece, viene identificata in contesti diversi. Scientificamente parliamo di sindrome dell’ipersensibilità-iperattività (HS-HA) e riguarda la sfera comportamentale. Ne è affetto – ma noi non vogliamo certo sostituirci al veterinario al quale bisogna sempre rivolgersi – l’esemplare che non ha autocontrollo motorio, morde e graffia in maniera incontrollata e senza che qualcosa abbia risvegliato in lui l’istinto di difesa e protezione.
La causa, in genere, è da ricercare in un distacco precoce dalla madre, quindi prima del compimento dei due mesi dalla nascita. Inoltre, spesso incide negativamente il comportamento sbagliato del proprietario che non sa come intervenire in casi del genere. Ecco perché, una volta confermata la diagnosi, è importante avvalersi di un professionista esperto in comportamento felino, con formazione certificata e dimostrabile.
Come calmare un gatto spaventato
Un gatto che non riesce a stare fermo, e al quale viene diagnosticata l’iperattività patologica, si comporta in un modo preciso e manda dei segnali specifici. Il suo approccio, infatti, è violento: predilige graffi e morsi, con una particolare attenzione a mani e piedi. Oltretutto crea fastidio e spaventa gli altri gatti con cui convive.
Anche il modo in cui si nutre è indicativo. Può decidere di ingerire cose non edibili, che non sono commestibili e presenta un’ingestione alterata. Anche il sonno ne è disturbato, non rispetta i normali equilibri che si alternano alla veglia. Inoltre, passa dalla frenesia totale al sonno profondo. A tal proposito, potrebbe essere interessante un focus sul gatto che miagola forte nel sonno.
Visto il continuo stato di agitazione, non è capace di assimilare e fare sue le esperienze vissute, questo non fa altro che peggiorare la sua socializzazione praticamente inesistente. Non riesce a discernere le varie zone della casa e a quale attività sono state adibite. Non marchia il territorio come fa un gatto equilibrato, piuttosto si struscia sempre addosso al proprietario che è il suo punto di riferimento. In questo caso, infatti, si può arrivare a parlare di ansia da separazione quando viene lasciato da solo in casa.
Tranquillanti naturali per gatti
A stabilire la terapia più adeguata deve essere il veterinario di fiducia, di concerto (nei casi in cui è richiesto) con un etologo. Quando la situazione è particolarmente grave o fuori controllo, potrebbe essere necessario ricorrere alla somministrazione di farmaci psicotropi. A tal proposito, potrebbe tornare utile conoscere gli effetti e le controindicazioni dei feromoni per gatti, calmanti naturali che spesso vengono consigliati in casi del genere e quando si deve gestire una convivenza tra due o più felini.
L’età incide non poco, un cucciolo ha più possibilità di un esemplare adulto di guarire anche completamente. Fondamentale è senza dubbio che abbia un ambiente stimolante e che tenga conto delle sue esigenze. In commercio ci sono tiragraffi, percorsi da parete, giochi di ogni forma e tipo che cercano di ricreare l’ambiente in cui il dna di Miao gli dice di dover vivere.
Infatti, per quanto i rapporti tra quadrupedi e bipedi siano sempre più simbiotici e i felini sempre più addomesticati, non si può cancellare il richiamo di Madre Natura, ecco perché è bene che abbiano giardini in sicurezza a disposizione e che possano incanalare correttamente le proprie energie. Inoltre, non incoraggiamo giochi che prevedano l’entrata in campo di mani e piedi.
Come calmare un gatto che morde
La prevenzione è sempre la cura migliore, anche se stiamo parlando di un gatto non riesce a stare fermo. Ecco perché è bene sapere con certezza quando è arrivato il momento di separare i gattini da mamma gatta. Questo evento non deve avvenire prima dei 60 giorni di vita. Così impareranno a socializzare e a memorizzare quelle che vengono definite “punizioni etologiche”. Inoltre, sapranno come gestire morsi e graffi e quando fanno male o si tratta solo di un gioco.
Tutto ciò può essere messo in atto dalla mamma balia, nel caso in cui quella naturale non ci fosse più o li avesse abbandonati. Si possono simulare determinati comportamenti. Come prendere il gattino dalla collottola quando litiga con i fratellini, oppure dare leggeri colpetti sul naso. Insomma le strategie sono tante, l’importante è averne consapevolezza e non agire in maniera avventata.