Il gatto maschio va in calore oppure no?
Si dice sempre che il gatto maschio va in calore, ma siamo proprio sicuri che sia vero? Ecco cosa sapere sul nostro adorato Micio
Miagolano forte, spruzzano urina su mobili e pareti, cercano di scappare e diventano irrequieti: ecco in breve tutti i comportamenti tipici del gatto in calore. Sono gesti e segnali che lanciano ai propri simili per comunicare di essere pronti all’accoppiamento.
È estremamente utile conoscere tutto questo, capire cosa succede nella stagione degli amori al proprio Micio e imparare ad affrontarla nel migliore dei modi. Perché – dobbiamo ammetterlo – non è facile ritrovarsi in casa una palla di pelo che si lamenta continuamente e che sporca tutto di pipì.
Quel che in molti non sanno è che in realtà il gatto maschio non va proprio in calore, sebbene questa sia la definizione più diffusa. Sono le femmine ad entrare nella cosiddetta fase di estro, mentre i maschi reagiscono istintivamente alla loro presenza. Ma scopriamo nel dettaglio come funziona.
Non esattamente
Il gatto maschio va in calore? La risposta a questa domanda è “no” e per un semplice motivo. Le femmine maturano sessualmente a una certa età ed entrano nella cosiddetta fase di estro, quella in cui sono fertili e pronte ad accoppiarsi. I maschi, invece, sono sempre pronti per l’accoppiamento una volta raggiunta la maturità sessuale.
Se manifestano i sintomi tipici del calore è solo per via della risposta alla presenza di una o più femmine in calore. Quindi durante l’anno il Micio in qualsiasi momento può rispondere alla chiamata dell’amore, che in particolare raggiunge il suo picco in primavera, come accade a molte specie animali.
La libido dei gatti maschi può diminuire durante i mesi più freddi, dal tardo autunno all’inverno, periodo dell’anno in cui diventano meno desiderosi di accoppiarsi. Anche le loro controparti femminili sono in genere meno ricettive durante questo periodo. Per le gatte domestiche queste tempistiche cambiano in parte perché la maggiore esposizione alla luce artificiale fa sì che possano andare in calore anche nelle giornate più fredde.
Le femmine vanno in calore
Quando parliamo di “calore”, ci riferiamo a un periodo ben preciso in cui la gatta è fisicamente pronta per accoppiarsi con un maschio. Perciò iniziano tutti quei “richiami” tipici (spesso fastidiosi), il miagolio forte e ossessivo, la postura con la schiena sollevata. Le femmine, in pratica, cercano di attirare il maschio.
Il gatto maschio non va fisicamente in calore come accade alla femmina, anche se manifesta una serie di comportamenti molto simili. Altra differenza sostanziale è che la gatta si comporta in modo “strano” solo durante la fase di estro, mentre il gatto maschio assume molti dei comportamenti tipici a prescindere dalla presenza o meno della femmina (vedi aggressività, spruzzare urina, litigare con altri maschi). Succede soprattutto se non è castrato.
Le femmine non sterilizzate mediamente diventano sessualmente mature a partire dai 6 mesi di età, quando cioè iniziano a sperimentare il ciclo dell’estro. A differenza delle donne umane, le gatte non perdono il rivestimento dell’utero (quindi non hanno il ciclo mestruale), ma hanno in comune il fatto di ovulare durante il periodo dell’estro.
Maturità sessuale
Il gatto maschio non va in calore ma sin da piccolo subisce uno sviluppo sessuale, ciò che lo porta poi a essere attratto dalle femmine e a cercare l’accoppiamento. Il gattino nasce con una certa quantità di testosterone che via via consente lo sviluppo dell’organo sessuale, incluse le “spine” che servono a stimolare l’ovulazione durante il rapporto.
A 5 mesi i testicoli del gattino sono maturi mentre poco dopo, tra i 6 e i 7 mesi, le “spine” raggiungono la loro piena dimensione. Infine tra i 9 e i 12 mesi di età è già in grado di produrre sperma, che poi è la sostanza che serve a ingravidare la femmina per generare nuovi gattini.
Mentre alcuni gatti maschi raggiungono la maturità sessuale verso i 6 mesi, la maggior parte deve aspettare fino ai 9 o perfino 12 mesi di età per completare lo sviluppo. In natura raggiungono la maturità sessuale un po’ più tardi, intorno ai 18 mesi di età.
Ma se il gatto maschio non va in calore allora perché piange, miagola e urla quando vuole accoppiarsi? Ricordate: sta semplicemente rispondendo alla chiamata della femmina.
Sintomi
Il gatto maschio non può entrare fisicamente in calore come la femmina, tuttavia i sintomi con cui risponde alla “chiamata” dell’accoppiamento sono piuttosto evidenti:
- Aumento della vocalizzazione (soprattutto di notte);
- Tentativi disperati di fuga;
- Irrequietezza (fino a quando non può copulare);
- Marca il territorio (rotolandosi o strofinando la testa o il sedere su cose e persone);
- Spruzza urina (anche per lasciare una traccia);
- Lecca frequentemente i genitali;
- Sembra più affettuoso;
- Diventa più aggressivo nei confronti di altri animali (in particolare dei maschi “interi”).
Ovviamente parliamo di sintomi che riguardano i gatti maschi che non sono stati castrati. Dopo l’intervento diminuiscono drasticamente e non vi ritroverete più tutta la casa impregnata di pipì. Se dovessero manifestarsi comportamenti del genere in un micio castrato, cercate di capire quale sia la causa. Potrebbe trattarsi di un problema di salute, oppure di segnali di stress o ansia.
Cosa fare
Ci vuole tanta (ma tanta) pazienza per accudire un gatto che va in calore, maschio o femmina che sia. Considerate che finché non si accoppieranno, non smetteranno di reagire in questo modo e con tutti i sintomi che abbiamo visto finora.
Esistono però dei metodi in effetti per calmare un gatto in calore, o meglio delle tecniche che ci possono aiutare a farlo stare meglio e soprattutto a “distrarlo” dalla ricerca della femmina. Chiunque potrà confermarvelo, un modo bisogna trovarlo altrimenti si rischia di trascorrere molte notti insonni e disperate.
Una prima cosa da fare è isolare il micio, in modo che non possa avere contatti con femmine in calore. Occorre farlo soprattutto se si tratta di gatti che convivono sotto lo stesso tetto. Insomma, se non volete “sorprese” dopo qualche mesetto, dovreste proprio evitare che si accoppino. Stessa cosa vale per le gatte del vicinato: il maschio tenta la fuga quando sente il richiamo dell’amore, quindi fate moltissima attenzione.
C’è chi sostiene che un altro modo per “distrarre” il gatto maschio dal suo momento di calore (o simil tale) sia dedicargli più tempo, dargli maggiori stimoli sia a livello mentale che fisico. In parole povere, dovreste giocare di più con lui in modo che si tenga impegnato e non abbia sempre la testa alla femmina che abita a pochi passi da casa.
Castrazione
La soluzione definitiva è, però, la castrazione. Ormai è un intervento di routine che esegue qualsiasi veterinario preparato e si pratica generalmente dai 6 mesi di età in su, quando ovviamente il gatto è già sessualmente maturo. Prima di procedere con l’intervento il veterinario esaminerà il micio, per vedere se sta bene e può sostenere l’anestesia e l’operazione vera e propria.
Dopodiché, una volta castrato, il gatto smette di comportarsi come se fosse in calore. La situazione non sarà più fuori controllo, non miagolerà nella notte come se lo stessero torturando né vi cospargerà mobili e tappeti di pipì. Generalmente il gatto castrato si calma e diventa un po’ più sedentario, talvolta tende anche ad appesantirsi e ingrassare.
Per qualsiasi dubbio o curiosità non esitate a rivolgervi al vostro veterinario di fiducia, l’unico che può darvi tutti i consigli utili per la salute e il benessere di Micio.