Gatto mammone: la favola
La favola del Gatto Mammone fa parte del folklore italiano, e ritroviamo questa magica creatura sia nelle fiabe che in letteratura.
Il Gatto Mammone, o Re dei Gatti, è una creatura magica della tradizione popolare, con le caratteristiche di un enorme gatto dall’aspetto terrificante, il cui nome deriva dall’incontro del termine gatto con quello di Mammona, entrambi attribuiti al diavolo. Tale Gatto sarebbe stato dedito a spaventare le mandrie al pascolo con movenze ed espressioni demoniache, e tanto furtivo da assalire anche persone ignare e sbranarle.
Tuttavia, in altre narrazioni è visto come uno spirito positivo ed ha una funzione protettiva, essendo immune agli incantesimi di altri spiriti. A volte potrebbe avere una “emme” bianca sul muso nero, talvolta essere tutto nero e nascondersi negli angoli più bui.
Secondo alcuni studi, la tradizione del Gatto Mammone affonderebbe le sue radici nella antica cultura mesopotamica. Questa creatura magica compare, tuttavia, di frequente anche nelle fiabe tradizionali di molte regioni italiane, dalla Sardegna alla Puglia fino in Veneto e la si menziona soprattutto per spaventare i bambini. Compare spesso anche nella nostra letteratura sin dalle sue origini come, ad esempio, nel “Milione” di Marco Polo.
Per chi non la conoscesse, andiamo a leggere insieme la favola del Gatto Mammone:
“C’era una volta una donna che aveva una figlia dal brutto aspetto e una figliastra, invece, molto bella. La donna amava molto di più la figlia brutta ed entrambe erano gelose della bella ragazza. La loro invidia e il disprezzo le portarono a trattare la povera fanciulla come una sguattera e le facevano fare tutti i lavori di casa, anche quelli più pesanti.
Un giorno la matrigna mandò la ragazza al fiume per lavare due ceste di panni e dandole il sapone le disse che non avrebbe dovuto sprecarlo. Tuttavia, mentre la giovane stava lavando i panni il sapone le scivolò dalle mani e, cadendo nell’acqua, fu trascinato via dalla corrente. La poverina disperata iniziò a piangere e in quel momento passò di lì una vecchina che, saputo l’accaduto, le disse di andare alla casa dei gatti dove avrebbe trovato il Gatto Mammone che l’avrebbe aiutata.
La povera ragazza si recò al castello e una volta entrata, aiutò tutti i gattini che incontrava lungo il percorso a fare le faccende domestiche. Quando la fanciulla ebbe finito di aiutarli, giunse finalmente al cospetto del Gatto Mammone il quale le diede il sapone. Inoltre, la avvertì che sulla via di casa non si sarebbe dovuta girare al ragliare dell’asino, ma di voltarsi se avesse sentito cantare un gallo. La fanciulla fece come le venne detto e fu così che le comparve una stella d’oro sulla fronte.
Il giorno dopo, la madre decise di inviare dai gatti anche la figlia brutta per vedere se anche lei sarebbe stata premiata. La ragazza allora si recò al fiume e fece cadere il sapone e, incontrata la vecchina, ricevette lo stesso consiglio, tuttavia arrivata al castello il suo orgoglio non le permise di aiutare con le faccende domestiche i gatti. Il Gatto Mammone le diede lo stesso il sapone dicendole di tornare al fiume a lavare i panni e di voltarsi al ragliare dell’asino, così le spuntò la coda di un asino sulla fronte. La fama della fanciulla con una stella in fronte, invece, giunse fino al principe che la chiese in moglie e la condusse al suo castello, dove visse amata e lodata da tutti per tutta la vita”.