Il gatto ha ingerito un oggetto: che cosa bisogna fare?
Il soffocamento è una delle più grandi paure che si estendono anche ai nostri amici a quattro zampe. Ecco cosa fare sei il gatto ha ingerito un oggetto
Per distrazione o per incoscienza può capitare che si debba correre dal veterinario perché il gatto ha ingerito un oggetto. La tempestività, in questi casi più che in altri, fa la differenza tra la vita e la morte: non farsi cogliere impreparati e non cedere al panico è fondamentale.
Chi è alla prima esperienza capirà, il più delle volte non in maniera traumatica (per fortuna), che i felini sono animali curiosi e inclini a ‘provare’ qualsiasi cosa gli capiti sotto… zampa. Elastici, palline, fili di qualsiasi tipo, bottoni e corpi estranei di tutti i generi li attraggono come fossero delle calamite.
Prevenire è meglio che curare
Questo principio vale per salvaguardare in primis la salute di Miao e poi per non perdere la nostra. Un ‘infarto’ quasi all’ordine del giorno non fa bene al nostro equilibrio psicofisico.
Per evitare di dovere intervenire sul gatto che ha ingerito un oggetto, la soluzione migliore – come fosse un bambino – è di non lasciare che abbia accesso a zone e cose potenzialmente pericolose. Facciamo in modo che il nostro peloso possa divertirsi solo con i suoi giochi, pensati appositamente per la sua sicurezza e per stimolarlo nella maniera più corretta. A tal proposito potrebbe tornare utile saperne di più su come gestire un gattino piccolo.
I potenziali campanelli d’allarme
La gravità della situazione e le modalità di intervento, è abbastanza ovvio, variano a seconda delle dimensioni dell’oggetto ingerito dal nostro amico a quattro zampe. In genere, infatti, quando sono piccole, Miao risolve la questione espellendo il tutto attraverso le feci.
Diverso è per i solidi più grandi: possono rimanere bloccati nell’esofago, nello stomaco e nell’intestino. Se la situazione degenera, potremmo trovarci nelle condizioni di dovere affrontare le conseguenze di una emorragia interna.
I sintomi variano
I segnali variano a seconda del quadro generale e conoscerli può dare delle informazioni importanti a chi è in grado di interpretarle. Ecco perché rivolgersi immediatamente al veterinario di fiducia, che conosce eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza, fa un’enorme differenza.
Fondamentale, quando e se siamo nelle condizioni di poterlo fare, è fornire allo specialista una anamnesi in più possibile dettagliata: più informazioni da mettere insieme gli diamo, più probabilità ci sono che intervenga in maniera veloce ed efficace (senza rischiare di fare ulteriori lesioni al malcapitato).
I più comuni in base alle zone
A essere compromesso è l’esofago quando il gatto ha una persistente sensazione di vomito con rigurgito immediato. Diverso è se ha sempre nausea, ma perde l’appetito e ha difficoltà a mangiare: in quel caso il gatto ha ingerito un oggetto che si trova nello stomaco.
Quando, invece, viene coinvolto l’intestino, il nostro amico a quattro zampe avrà difficoltà nella defecazione, apatia e sonnolenza, vomito accompagnato da cattivo odore. Sono tutti segnali che si devono sapere cogliere per fare in modo che il veterinario possa intervenire nella maniera più veloce ed efficace.
La diagnosi
Una volta che noi siamo stati in grado di dare una anamnesi completa di quello che è successo al felino. Lo specialista deciderà quali esami servono e quale priorità dare loro. Tra gli esami più frequenti in casi del genere troviamo:
- La radiografia addominale, che determina con esattezza la presenza e la posizione dell’oggetto all’interno del corpo di Miao. Se non è visibile con un test radiografico semplice, il veterinario potrebbe optare per il mezzo di contrasto;
- Gli esami del sangue: una volta confermato il problema, i gatto verrà sottoposto ad alcuni test ematochimici di routine per stabilire il suo stato di salute generale.
Questi ultimi servono anche nell’ottica di una eventuale operazione chirurgica per la rimozione, che va fatta necessariamente in anestesia totale: bisogna essere sicuri che il micio sia nelle condizioni di poterla sostenere senza effetti collaterali e rischi di diversa natura.
Possibili effetti collaterali
Il vomito e l’inappetenza, se non si interviene prima possibile, possono provocare la disidratazione che, a sua volta, se non curata, può portare anche a conseguenze fatali.
Un altro effetto collaterale poi, in circostanze del genere, è lo squilibrio elettrolitico. E anche questo non va assolutamente preso sottogamba.
Metodi di rimozione
Una volta stabilizzate le condizioni generali di Miao, lo specialista procederà con la rimozione. Il gatto che ha ingerito un oggetto verrà aiutato attraverso endoscopia o operazione chirurgica tradizionale.
L’endoscopio è uno strumento flessibile, con apparato ottico, che viene inserito nello stomaco del micio attraverso le vie orali. Quando l’oggetto viene identificato, attraverso questa sonda, si inseriscono delle pinzette per procedere con la rimozione. Sicuramente si tratta di un metodo meno invasivo, ma non adatto se il corpo estraneo è troppo grande e pesante (come nel caso di palline o pietre)
L’intervento chirurgico è più complesso e richiede un impegno maggiore, anche per il fisico del gatto che ha ingerito l’oggetto. In primis, deve essere in grado di sopportare l’anestesia.
Dopo questa fase preliminare, Miao verrà rasato all’altezza dell’addome o di dove si ipotizza debba essere fatta l’incisione. Subito dopo verrà fatta un’analisi gastrica e intestinale per capire il punto preciso in cui si trova il corpo estraneo da rimuovere. Alla fine la ferita verrà suturata con dei punti.
La fase post-operatoria
Subito dopo l’intervento, il nostro amico a quattro zampe dovrà affrontare un periodo di convalescenza. Non sarà immediata la ripresa. La somministrazione di fluidi, per esempio, continuerà anche in questa fase per sopperire all’impossibilità di ingerire solidi e liquidi per via orale.
I tempi di ripresa sono soggettivi, l’obiettivo è che il nostro amato Miao riprenda a mangiare e bere senza vomitare. Per aiutarlo, il veterinario gli somministrerà anche degli antibiotici – contro l’insorgenza di possibili infezioni – e antidolorifici per aiutare l’organismo a sopportare lo stress dell’intervento subito.
Il ritorno a casa
Una volta ristabilita la funzionalità normale, si può tornare a casa. Si tratta infatti di un ambiente che favorisce la guarigione, considerando anche la vicinanza di chi si considera famiglia, bipedi e quadrupedi compresi.
Nel caso dell’endoscopia, i tempi medi di recupero sono di due o tre giorni. In questo periodo la dieta dovrà essere più leggera e pressoché liquida: il ritorno alla normalità è piuttosto veloce.
Se invece si deve fare i conti con i postumi di un’operazione chirurgica a tutti gli effetti, è fondamentale proteggere la ferita suturata con un collare elisabettiano. L’istinto di Miao, infatti, è quello di togliere tutto quello che gli provoca fastidio (poco importa se si tratta dei punti).
Si deve monitorare la condizione di salute e bisogna avvertire il veterinario nel caso si riscontri gonfiore o secrezione in corrispondenza del taglio. La rimozione delle suture, in genere, avviene dopo sette o dieci dì. Ed è in questa fase che cominciano i due o tre giorni di alimentazione semiliquida e certamente altamente digeribile.
Superato il tutto, è fondamentale fare in modo che non accada più nulla del genere. I gatti, infatti, non sono certo famosi per essere capaci di imparare dai propri errori: se è successo una volta può ricapitare. Fondamentale, quindi, è la prevenzione. Miao non deve più averne l’occasione, insomma.