Gatto delle Foreste Norvegesi, malattie comuni: quali sono, sintomi e prevenzione
Gatto delle Foreste Norvegesi, malattie e stato di salute: cosa sappiamo riguardo il benessere di questo splendido felino dal pelo lungo e lucente? Quali sono le accortezze di cui dobbiamo preoccuparci per rendere la sua vita serena e tranquilla? Ecco quello che dobbiamo sapere a riguardo.
Gatto delle Foreste Norvegesi: stato di salute e malattie comuni
Qual è lo stato di salute di questo splendido esemplare dal pelo lungo, dallo sguardo profondo e dalla corporatura forte e resistente? Cosa sappiamo riguardo le malattie tipiche di tale razza? Vediamo nel dettaglio qualche informazione che ci possa aiutare a migliorare il suo benessere psico-fisico.
Sembra che ci siano alcune patologie che colpiscono in modo particolare proprio questa razza, malattie che vanno ad intaccare il suo stato di salute e impediscono di affrontare le giornate in modo tranquillo e sereno.
Di certo non si può non considerare il fatto che il suo corpo si sia abituato, nel corso del tempo, a vivere in climi molto rigidi come quelli della Norvegia. Dunque, forza e resistenza solo le prerogative maggiori che caratterizzano tale felino.
Inverni freddi e neve perenne sono stati anche i motivi che hanno portato il pelo del gatto a crescere rapidamente e ad assumere una consistenza densa e fitta: tutto questo avvenne per scaldare al meglio il corpo del cucciolo.
Oltre a questo, però, cosa sappiamo riguardo lo stato di salute generale del felino? È vero che il suo corpo è abbastanza resistente e forte, ma ciò purtroppo non implica che il Gatto delle Foreste Norvegesi sia immune ad ogni tipo di malattia.
Ecco le malattie più comuni che colpiscono il Gatto delle Foreste Norvegesi: caridomiopatia ipetrofica, displasia dell’anca, Glicogenosi IV.
Cardiomiopatia Ipertrofica
La Cardiomiopatia Ipertrofica è una patologia che colpisce il cuore. Generalmente si acquisisce per via ereditaria ed è comune a moltissime razze di gatti. In cosa consiste nello specifico? La componente muscolare del cuore (in particolare il ventricolo sinistro) diventa mano a mano sempre più spesso, in un modo esagerato e sicuramente anomalo rispetto al normale.
Il problema di tutto ciò deriva dal fatto che, a lungo andare, questo malfunzionamento potrebbe portare ad un apporto di sangue minimo e alla formazione di coaguli. Da tutto ciò, spesso consegue un’insufficienza cardiaca.
Ovviamente, le conseguenze di questo non sono per niente positive: può causare aritmie e, nel lungo periodo, anche la morte stessa (nei casi davvero gravi).
Per quanto riguarda i sintomi, è molto difficile stabilire la presenza o meno di tale problema: la maggior parte dei felini sono completamente asintomatici.
Ci potremmo, però, accorgere di tale problema qualora notassimo dei problemi nella respirazione nel nostro gatto, come un aumento della frequenza respiratoria. Solitamente, è il veterinario ad accorgersene durante una semplice visita di routine.
Displasia dell’anca
In cosa consiste questa patologia molto comune nei cani, un po’ meno nei gatti? In sostanza, essa è un difetto congenito e riguarda lo sviluppo malformato delle articolazioni in quella specifica parte del corpo, che col tempo può degenerare in modo anche grave.
La displasia dell’anca si inizia a sviluppare quando il felino è ancora molto cucciolo e il suo corpo è ancora in fase di crescita. I danni soprattutto vanno a colpire le cartilagini: tutto questo provoca non solo disagi e fastidio nel piccolo, ma anche una difficoltà o impossibilità di movimento.
I sintomi potrebbe essere, ad esempio, uno sforzo eccessivo nel muoversi, la schiena piegata e inarcata, un’apatia generale durante le giornate, dolori articolari generalizzati che spingono il piccolo a lamentarsi costantemente, qualunque sia la posizione assunta. A volte, noteremo che non si può nemmeno accarezzare il cucciolo senza provocargli dolore.
Come trattarla? Dopo aver diagnosticato tale patologia, il veterinario deciderà il da farsi. Spesso vengono somministrati semplicemente degli antidolorifici o antinfiammatori, altre volte si cerca di tener sotto controllo l’alimentazione e il peso del cucciolo, per evitare che un peso eccessivo possa danneggiare ancora di più la situazione. Nei casi più gravi, si provvederà per un intervento chirurgico.
Glicogenosi IV
Anche la Glicogenosi IV è una malattia generalmente ereditaria, che riguarda principalmente il metabolismo dello zucchero-glucosio.
La carenza dell’enzima ramificante GBE (Glycogen Branching Enzyme) è la causa dell’accumulo anomalo, sbagliato e non giustificato di glicogeno (la molecola che forma la riserva di glucosio). Un suo malfunzionamento o un suo sviluppo insolito possono portare a gravi conseguenze.
Purtroppo, la presenza di tale malattia è spesso mortale per i gatti di tale razza. Già fin da piccolissimi, i gattini non riescono a sopravvivere a lungo: spesso trovano la morte entro il primo anno e mezzo di vita.
Questo perché tali mancanze implicano lo sviluppo consequenziale di atrofia muscolare e problemi al cuore. Purtroppo, non ci sono grandi cure a tale problema. Si può scoprire la presenza o meno di tale problema con un test genetico e, in caso di un riscontro positivo, agire come meglio si crede.