Come si cura un gatto con l’artrite?
Esiste una cura in grado di aiutare un gatto con l'artrite? Scopriamolo insieme, analizzando in ogni aspetto questa brutta malattia.
Quando il nostro gatto non si sente bene, non sempre siamo in grado di capire che qualcosa non va: questi animali, infatti, sono molto bravi a nascondere la loro sofferenza; alcune malattie, inoltre, non mostrano molti sintomi visibili ma possono essere individuate solo osservando i comportamenti del micio e facendo attenzione ad eventuali anomalie.
Tra le malattie più difficili da individuare in tempo – e per le quali è particolarmente importante un certo tempismo – si distingue senza dubbio l’artrite. Ebbene sì: anche i gatti, proprio come noi, possono sviluppare questa brutta e dolorosa malattia. In questo articolo la analizzeremo a fondo, illustrandone cause e sintomi ma soprattutto indicando i trattamenti più indicati per un gatto con l’artrite.
Un disturbo degenerativo
L’artrite o osteoartrite felina, detta anche disturbo articolare degenerativo, è una malattia infiammatoria cronica; l’aggettivo “degenerativo” si riferisce al fatto che più passa il tempo, più le condizioni del micio peggiorano. L’artrite viene spesso attribuita all’avanzare dell’età dell’animale, e in effetti moltissimi gatti anziani finiscono per svilupparla: uno studio di qualche anno fa ha dimostrato come più del 60% dei gatti di età superiore ai 6 anni mostravano segni di artrite, e il 48% mostrava danni in più di un’articolazione. In realtà però questa malattia può colpire a ogni età.
Il disturbo in sé consiste in un progressivo logoramento delle cartilagini che rivestono la superficie delle articolazioni di un gatto e normalmente fungono da “cuscinetto” alle ossa; solitamente le zone più colpite in un gatto sono l’anca, il ginocchio, la caviglia e il gomito. Per via di questa perdita di tessuto cartilagineo, le ossa finiscono per sfregarsi l’uno contro l’altro a ogni movimento, provocando tutta una serie di sintomi: tra questi vi sono gonfiore della zona interessata, dolore, rigidità e fatica a camminare.
È inevitabile che una situazione di questo tipo vada a interferire un po’ con tutte le attività quotidiane di un gatto. E sfortunatamente non esiste una vera e propria cura per l’artrite felina. Esistono però diversi modi per rallentare il decorso della malattia e migliorare il più possibile la qualità della vita del gatto malato.
Le cause di questo male
Sono molteplici i fattori che gli studiosi considerano responsabili della comparsa dell’artrite in un gatto. La più comune è ovviamente il processo di invecchiamento che coinvolge tutto l’organismo a partire da una certa soglia di età: più un gatto invecchia, più le sue articolazioni tendono a logorarsi naturalmente. È proprio questo che rende i gatti anziani le vittime più accertate di questo male.
Ma come abbiamo già premesso, l’artrite non è solo una prerogativa dei gatti di età avanzata: anche la genetica, ad esempio, può giocare un ruolo centrale in questo senso. Alcune razze di gatti mostrano una frequente presenza di malformazioni genetiche come la displasia dell’anca, e sono considerate particolarmente a rischio. Il Persiano e il Maine Coon, ad esempio, hanno statisticamente più probabilità di sviluppare artrite a prescindere dall’età dell’esemplare considerato.
Anche le condizioni fisiche in cui versa l’animale possono incoraggiare lo sviluppo di infiammazioni più o meno gravi alle articolazioni. È il caso di un gatto obeso, il cui peso superiore alla norma esercita una pressione notevole sulle cartilagini e provoca difficoltà di deambulazione. Ma è anche il caso di un gatto che ha subìto una lesione alle articolazioni o la dislocazione di un osso: alcune ferite che interessano queste zone tendono a danneggiare permanentemente le cartilagini, provocando l’artrite.
I sintomi
Come abbiamo già brevemente accennato, a volte può risultare complicato scorgere i sintomi di determinate malattie; è molto più facile capire che qualcosa non va se il gatto si comporta in modo diverso dal solito. È per questo che raccomandiamo sempre di osservare con attenzione il proprio micio e non sottovalutare nessuna azione o reazione insolita da parte sua.
I cambiamenti più importanti riguardano:
- La mobilità: i gatti camminano più lentamente o si rifiutano di saltare e salire le scale, contrariamente a come facevano in passato. Anche la loro stessa postura potrebbe cambiare in modo radicale.
- Il comportamento: il gatto è inappetente, ansioso, incapace di pulirsi il pelo da solo; è possibile che si ritrovi a fare la pipì in giro per casa o comunque fuori dalla lettiera. Il povero Micio potrebbe anche sottrarsi alle vostre carezze o protestare quando vi state avvicinando, probabilmente perché essere toccato gli provoca dolore.
Quando l’artrite raggiunge uno stadio piuttosto avanzato, i sintomi veri e propri diventeranno inevitabilmente più visibili. Potrete osservare un gonfiore nella zona interessata, soprattutto se Micio ha riportato una lesione fisica in quell’area. Tra i sintomi più rari vi è poi un debole rumore di sfregamento emesso dalle ossa quando il gatto si muove, segno che le cartilagini sono ormai estremamente deteriorate.
Cure e trattamenti più indicati
Per un disturbo doloroso e incurabile come l’osteoartrite è senza dubbio fondamentale essere in grado di rallentare il più possibile il deterioramento delle articolazioni. Allo stesso tempo si deve puntare ad alleviare la portata dei sintomi che gravano sul povero gatto, diminuendo le sue sofferenze. Per questa ragione il raggio di azione dei rimedi a nostra disposizione è piuttosto ampio, seppur limitato dall’assenza di una vera e propria cura.
I cosiddetti FANS (Farmaci Anti Infiammatori Non Steroidei) rappresentano, sia per noi che per il gatto, il cardine della terapia farmacologica contro il progredire dell’artrite. Essi aiutano a ridurre l’infiammazione articolare, agendo allo stesso tempo sul dolore provato dall’animale. Ma attenzione: evitate di somministrare farmaci di qualunque tipo senza aver prima consultato un veterinario, e soprattutto di ricorrere all’uso di medicinali studiati per gli esseri umani.
Esistono anche dei particolari integratori che, secondo alcuni studi, svolgerebbero le stesse funzioni dei FANS. Non tutti gli scienziati sono però convinti della loro efficacia in campo clinico, che rimane attualmente ridotta rispetto ai medicinali veri e propri. Qualunque sia la vostra scelta – che raccomandiamo sempre di fare dopo aver consultato il veterinario – sarà il caso di associare a questo tipo di trattamento anche della fisioterapia: essa aiuterà Micio a muoversi più facilmente e ridurrà la pressione sulle cartilagini.
E se non lo avete ancora fatto, assicurate al vostro gatto una dieta sana ed equilibrata, soprattutto se è obeso o sovrappeso: perdere qualche chilo lo aiuterà a esercitare meno peso sulle articolazioni e a muoversi meglio. Questo rappresenta non solo un trattamento valido ma anche un modo per prevenire del tutto l’insorgere di infiammazioni articolari e di tanti altri disturbi. Solo nei casi più rari ed estremi è raccomandata la chirurgia, generalmente per trattare altre patologie preesistenti che rendono necessario l’intervento.